venerdì 29 gennaio 2021

By Angela Mauro x Hufgton Post - Il contratto di Astrazeneca è pubblico, ma "troppopieno di 'omissis'"....


Contratto AstraZeneca

Oscurate le parti su prezzi, quantità e date delle consegne. L'Ue ha ragione solo sul fatto che l'azienda può importare dal Regno Unito per servire il mercato europeo

Come prevedibile, gli omissis sono tantissimi. Si presenta con varie parti oscurate il contratto di acquisto anticipato di vaccini anti-Covid, firmato dall’Ue con Astrazeneca, che l'azienda ha acconsentito a pubblicare. Oscurate le parti che riguardano i prezzi delle dosi, ma anche la parte riguardante il calendario delle consegne: quante fiale da consegnare ed entro quando, entro quando le rate dei pagamenti. Questi interrogativi non vengono soddisfatti dall’operazione trasparenza avviata dalla Commissione Europea, dopo che l’azienda britannica ha drasticamente ridotto le consegne dei vaccini destinati all’Ue. Ma le parti del contratto rese pubbliche danno ragione a Bruxelles su un punto centrale della vicenda: per servire il mercato europeo, Astrazeneca può usare anche le fiale prodotte negli stabilimenti del Regno Unito.

Ecco il passaggio in questione:

Contratto Astrazeneca

Finora l’azienda aveva sostenuto che le fabbriche situate nel Regno Unito avrebbero servito solo il mercato britannico e non quello europeo. Il contratto dà ragione alla Commissione Ue. Astrazeneca è tenuta a rispettare il contratto stipulato ad agosto con le autorità europee, usando la produzione degli stabilimenti europei (Germania e Belgio), di quelli britannici e, in caso di necessità e previo preavviso, anche quelli situati fuori dall’Unione (India).

Contratto Astrazeneca, omissis

Ma oltre agli ‘omissis’ (presenti anche nel contratto pubblicato da Curevac, la prima azienda a tentare una sorta di operazione trasparenza mal-riuscita), nella versione del contratto di Astrazeneca messa a disposizione dopo un braccio di ferro tra la Commissione Europea e l’azienda britannica è spesso presente l’espressione ‘best reasonable efforts’. Un modo per la casa farmaceutica per cautelarsi rispetto al sorgere di eventuali problemi. Della serie: faremo “il meglio possibile, ragionevolmente”. E’ la stessa spiegazione fornita dall’amministratore delegato di Astrazeneca Pascal Soriot, in un’intervista a diversi quotidiani europei tra cui l’italiano ‘Repubblica’: “Nell’accordo c’è scritto: faremo del nostro meglio, non c’è un obbligo sulla consegna...”.

Il contratto gli dà ragione. Ecco cosa prevede: l’azienda “dichiara, garantisce e conviene” con o all’esecutivo comunitario e con o agli Stati membri dell’Ue di “non essere soggetta ad alcun obbligo, contrattuale o di altra natura, nei confronti di alcuna persona o terza parte per quanto concerne le dosi iniziali per l’Europa o che confligga o sia incoerente in modo rilevante con le condizioni di questo contratto oppure che possano impedire il completo adempimento degli obblighi previsti da questo contratto”.

 

EU COMMISSION
Contratto AstraZeneca

 

Insomma, da quanto è stato reso pubblico, l’Ue ha ragione solo sul fatto che Astrazeneca può, anzi ‘deve’, importare dalla Gran Bretagna i vaccini che, da contratto, spettano all’Unione, a completamento delle scorte disponibili negli stabilimenti presenti sul territorio europeo. Peccato che non possiamo sapere di quante dosi si tratti e con quali scadenze dovrebbero essere consegnate. Del resto, sull’espressione ‘best reasonable effort’ che di fatto tutela l’azienda, la Commissione non dà battaglia. “E’ un’espressione legale che si usa in contratti di questo tipo – spiegano fonti della Commissione - quando si cerca di comprare un prodotto ancora non disponibile”, come era il vaccino al momento della firma dell’intesa nell’agosto scorso, “e quando ci sono elementi che potrebbero creare problemi e non sono nel potere delle compagnie”.

‘Risolta’ in qualche modo la questione della pubblicazione del contratto, l’arma con cui la Commissione Ue tenta di difendersi in questa storia, Bruxelles attende ancora una risposta da Astrazeneca su come risolvere il problema principale: la consegna dei vaccini promessi. “Sta alle industrie rispondere”, dicono ancora oggi da Palazzo Berlaymont.

Intanto oggi arriva l’autorizzazione di Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, al vaccino di Astrazeneca, probabilmente con la ‘raccomandazione’ tedesca a non usarlo sugli over-64 anni. “Poco affidabile”, sentenziano da Berlino contestando la sperimentazione effettuata dalla casa farmaceutica britannica.

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