domenica 31 gennaio 2021

Veneto, i banchi a rotelle finiscono in magazzino: «Fanno male alla schiena»

 Veneto, i banchi a rotelle finiscono in magazzino: «Fanno male alla schiena»

Veneto, i banchi a rotelle finiscono in magazzino: «Fanno male alla schiena»

I banchi a rotelle, divenuti in questi mesi il simbolo dello spreco nella gestione dell’emergenza coronavirus (sono costati 119 milioni di euro) non saranno utilizzati in Veneto, ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione


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VENEZIA — Non c’è pace per i banchi a rotellevoluti dal ministro dell’ Istruzione Lucia Azzolinaper facilitare il distanziamento tra gli studenti in classe.

Divenuti in questi mesi il simbolo dello spreco nella gestione dell’ emergenza coronavirus (il commissario Domenico Arcuri, incaricato dell’ acquisto, ne ha comprati 430 mila spendendo 119 milioni di euro, e dunque pagandoli circa 280 euro l’ uno, contro i 100 euro di un banco tradizionale), finiti al centro di un’indagine della Corte dei conti e della Guardia di finanza, sbeffeggiati in Rete forse oltre i loro effettivi demeriti, ora si scopre che in Veneto non saranno utilizzati perché fanno venire il mal di schiena agli studenti.



A darne notizia è l’assessore regionale all’ Istruzione Elena Donazzan, all’indomani di una riunione con le sigle sindacali, l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti, la direttrice dell’ Ufficio Scolastico regionale Carmela Palumbo e la Prefettura di Venezia, convocata in vista del ritorno in classe dei ragazzi delle superiori.

«Abbiamo tutti convenuto che in questo momento delicatissimo di ripartenza, ci sia bisogno di serenità, soprattutto per le famiglie interessate, di informazioni univoche e certe, evitando continue altalene e cambi repentini di rotta, in particolare a livello centrale — ha detto Donazzan —. Le parole devono essere concrete e utili come lo devono essere i fatti. Bocciamo pertanto interventi assurdi e poco salutari come lo sono stati i banchi con le rotelleche, come è emerso nella riunione, sono stati ritirati dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena».

Il problema è stato sollevato da Daniela Avanzi, segretario dello Snals, che ha riferito come specie nelle scuole medie i banchi a rotelle avrebbero provocato «problemi posturali» agli alunni, probabilmente perché questi ultimi sono ancora troppo piccoli per adattarsi a delle sedute originariamente concepite per gli adulti e, come è stato detto durante la riunione, «impropriamente riutilizzati» come banchi per la scuola.

Che se ne sia parlato, tra i molti altri guai della ripartenza (dagli ingressi scaglionati alla disponibilità di mezzi pubblici, dagli spazi nei plessi alla cronica carenza di personale) lo confermano anche Marta Viotto della Cgil e la direttrice dell’ Ufficio scolastico Carmela Palumbo, che tiene però a precisare di non avere l’esatta dimensione del fenomeno: «In Veneto sono stati distribuiti circa 9 mila banchi di questo tipo, so che alcuni dirigenti li hanno ritirati ma non so in che quantità».

A leggere le cronache delle ultime settimane, sono molti i presidi che hanno denunciato pubblicamente la scarsa funzionalità dei banchi finiti sotto accusa, difesi anche in questi giorni dal ministro Azzolina («Riducono i focolai e trovo stucchevoli le polemiche, si tratta di strumenti che fanno parte di scuole innovative e permettono un approccio alla didattica diverso»): è accaduto a Rossano Veneto, nel Vicentino, a Cadoneghe, nel Padovano, a Rovigo e a Badia Polesine. La prima scuola a riceverli era stata, in estate, quella di Vo’ Euganeo, luogo simbolo della battaglia contro il virus dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato il nuovo — complicato —anno scolastico.

E anche lì, il preside Alfonso D’Ambrosio se n’era lamentato su Facebook, finendo poi sotto procedimento disciplinare.

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