di Pino Cabras (Deputato del Movimento 5 Stelle)
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RUTTEVERY FUND
Flashback N. 1 – da vostro modesto portavoce calcolo che tutta la partita interminabile della discussione di questi giorni verte su «misure che possono valere meno dell'1 per cento del PIL mentre le economie di interi paesi crollano per multipli nell'ordine delle decine di quelle cifre».
Flashback N. 2 – Il grande economista Jean-Paul Fitoussi in un’intervista sottolinea: «Ogni cittadino europeo è destinatario di una somma pari a circa mille euro per ripartire, rinascere, ritrovare la strada dello sviluppo. Un cittadino americano ne riceverà settemila. Il rapporto di uno a sette illustra la condizione di fragilità dell’Unione che è la sintesi di un governo senza democrazia.»....
Flashback N. 3 – Il “trader anarchico” che si cela dietro lo pseudonimo Pippocamminadritto fa un tweet molto gergale che voglio tradurre qui in italiano corrente, dove spiega il seguente concetto: «Come sapete la Banca Centrale Europea (BCE) in risposta alla crisi economica innescata anche nella Zona Euro dalla pandemia ha varato un piano di acquisti di titoli denominato PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme, ossia “programma di acquisto per l’emergenza pandemica”. Ebbene, in questi giorni il PEPP ha superato una soglia importante: dal 26 marzo a oggi ha già acquistato titoli per ben 400 miliardi di euro. Come ha fatto? Ha forse spedito dei minatori dentro profonde miniere di euro per scavarli ad uno ad uno? No, li ha creati dal nulla con un semplice clic, e con quei soldi ha acquistato titoli pubblici e privati dell’Unione Europea in appena 79 giorni di mercato, già ora, già quest’anno. Malcontata, è la stessa cifra dei sussidi del Ruttevery Fund, solo che quella è da distribuire in 3 anni ma a partire dal prossimo. In altre parole, tutto quello che non è creato da una banca centrale diventa “vincolo esterno” che ti impone condizioni dure e durature, tanto che perfino i sussidi li pagherai tu.»
Flashback N. 4 – I paesi “furbali” del “chiagne, fotte e rutte” nordici ottengono a spese dei “sudici” il diritto di veto sulle nostre spese, lucrano sconti notevoli sui loro contributi al bilancio europeo (7,5 miliardi l’anno per 7 anni), e per gli aggiustamenti automatici annuali per l’inflazione (in un periodo in cu non c’è inflazione) calcolano un deflattore del 2%. Così i 360 miliardi del 2021 valgono 390 miliardi nel 2025. Magia!
Non so voi, ma io frenerei prima di raggiungere il frigo per lo champagne. Qualcun altro, ad Amsterdam, lo farà al nostro posto e si riempirà di bollicine in un intenso dare e avere con l’ambiente circostante.
Il Recovery Fund è dentro un carrozzone che non può risolvere la grande depressione economica. Serve un piano diverso con altra liquidità slegata da questo incubo di burocrazie e veti incrociati.
*Deputato del Movimento 5 Stelle
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