Raggiunto in nottata, viene già messo in discussione da M5s e Pd. I grillini non vogliono la cancellazione delle multe alle Ong
La grande tempesta arriva dal mare. È quella che rischia di travolgere gli argini estremamente fragili rappresentati dalle politiche del governo sull’immigrazione. Tanto è vero che per Matteo Salvini questo è il terreno, anzi sono le acque, su cui vuole costruire la sua vittoria. Sarebbe stato raggiunto un accordo in maggioranza per modificare i decreti Sicurezza approvati quando il Movimento 5 Stelle governava con la Lega, ma questo accordo sbandierato giovedì sera è stato disconosciuto dai più venerdì mattina. Non è sopravvissuto per più di dodici ore....
A dividere i partiti è ancora il nodo delle multe alle Ong che prestano soccorso in mare. Secondo la bozza non ci sarebbero più le multe amministrative, ma sarebbe necessario il processo penale. Decisione che ha fatto andare su tutte le furie una parte dei 5Stelle. Nei partiti quindi c’è chi è entusiasta e chi decisamente non lo è. In fondo poco importa dal momento che il testo arriverà in Consiglio dei ministri solo a settembre. Ciò significa che bisognerà aspettare agosto, il mese degli sbarchi per eccellenza, e in queste condizioni trenta giorni possono diventare un’era geologica e stravolgere tutto lo schema.
Nelle chat grilline, quando è apparsa la notizia dell’accordo sui migranti, i parlamentari sono esplosi: “Non possiamo smantellare i decreti sicurezza, significa fornire un assist a Salvini. Non abbiamo capito nulla”. Il tenore degli sfoghi è questo. In più alcuni parlamentari disconoscono il lavoro svolto da due delegati Giuseppe Brescia e Vittoria Baldino, e in parte anche dal capo politico Vito Crimi, che è anche viceministro dell’Interno. Proprio a lui si rivolgono i parlamentari siciliani e i sindaci grillini di Porto Empedocle e Caltanissetta in difficoltà per l’emergenza sbarchi legata quest’anno strettamente al rischio di diffusione del Covid. Luigi Di Maio in un’intervista apparsa sul Corriere della Sera tiene una linea dura: “Vanno messi fuori uso i barconi dei migranti”. Linea che trova l’appoggio di una parte dei 5Stelle, ma non di quella presente al tavolo della trattativa che si sarebbe chiusa ieri. Perché nel Movimento c’è chi vuole che rimangano le multe amministrative e chi invece, come da accordo stilato ieri, chiede il processo penale.
È sufficiente leggere le parole di Matteo Mauri e di Andrea Orlando, per capire l’aria che tira anche dentro il Pd. Il primo, viceministro dell’Interno, parla di novità assolute e sostiene che “l’intesa raggiunta sul Decreto Immigrazione è innanzitutto una buona notizia per l’Italia. Grazie al lavoro fatto da tutte le forze di maggioranza e dal ministro Lamorgese vengono azzerati tutti gli effetti negativi dei decreti Salvini, che hanno generato solo più illegalità e meno sicurezza per tutti”. Il vice segretario del Pd Andrea Orlando invece dice che il governo “Conte uno ha semplicemente fatto propaganda sull’immigrazione. Non ha corretto ciò che non andava nella gestione dei migranti, ha semplicemente sfasciato tutto. Dobbiamo intervenire rapidamente. I decreti sicurezza vanno rivisti”.
Nella bozza, pubblicata da Public Policy, sulle sanzioni alle Ong che trasportano migranti si torna all’era pre-dl Sicurezza. Nell’accordo di maggioranza, raggiunto ieri al Viminale durante la riunione con la ministra Luciana Lamorgese, i partiti hanno deciso di cancellare con il prossimo decreto di settembre le pesanti multe amministrative fortemente volute dall’ex ministro Matteo Salvini. Fonti di maggioranza precisano che verranno definitivamente cancellate. Come in passato, quindi, le uniche sanzioni saranno quelle previste dall’ambito penale. Il nuovo testo modificherà il codice della Navigazione, in particolare l’articolo 1102, prevedendo sanzioni da 10mila a 50mila euro. Ma a differenza dei dl Sicurezza non sarà il prefetto a irrogarle ma il giudice, solo nel caso ci siano le condizioni per un processo penale. Buona parte del Movimento 5 Stelle non è d’accordo.
Verrà poi rafforzato il principio del non-refoulement per impedire il respingimento o l’espulsione di migranti provenienti da Paesi che violano i diritti umani. Come previsto già oggi, non sarà ammesso il respingimento, l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura. Ma il nuovo decreto allargherà il divieto nel caso ci sia il pericolo di “trattamenti inumani o degradanti”. Scende poi da 4 a 3 anni, tramite il silenzio assenso, il termine massimo per la conclusione delle pratiche per la concessione della cittadinanza per residenza e matrimonio.
- Gabriella CeramiPolitics reporter, L'Huffington post
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