di Corinna De Cesare17 lug 2020
Ileader europei tornano a riunirsi a Bruxelles dopo la pandemia che li ha tenuti lontani da febbraio, ma la vicinanza fisica non riduce la distanza che ancora li separa sulla strategia per la ripresa dalla crisi post-Covid. E soprattutto sul Recovery fund: ovvero sulla formula che reggerà il meccanismo Ue per distribuire gli aiuti economici ai paesi in maggiore difficoltà.
Recovery Fund, bilancio e governance: scoppia la lite
Com’era ampiamente previsto è scoppiata subito la battaglia al vertice Ue su tre elementi principali: la governance; il volume e l’equilibrio tra sussidi e prestiti del Recovery Fund; e le correzioni al Bilancio 2021-2027.
Sono state presentate varie opzioni per la riduzione del tetto del Bilancio e dei sussidi (190 miliardi) che compongono la parte di Recovery Fund suddiviso per programmi (quindi per il momento non ci sono tentativi di tagliare la Resilence and Recovery Facility da 560 miliardi, 310 miliardi di trasferimenti a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti, che costituisce il perno della proposta)....
Sono state presentate varie opzioni per la riduzione del tetto del Bilancio e dei sussidi (190 miliardi) che compongono la parte di Recovery Fund suddiviso per programmi (quindi per il momento non ci sono tentativi di tagliare la Resilence and Recovery Facility da 560 miliardi, 310 miliardi di trasferimenti a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti, che costituisce il perno della proposta)....
CONSIGLIO EUROPEO A BRUXELLES
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La posizione degli Stati: Danimarca e Olanda contro Francia, Italia e Spagna
La Danimarca guida la carica per la riduzione del Bilancio e sui «rebate». Dall’altra la Francia chiede invece di mettere fine agli sconti. L’Olanda insiste sulla necessità di un nuovo meccanismo di governance del Fondo di rilancio, mentre Italia e Spagna puntano sulla proposta della Commissione europea, che prevede una procedura con la maggioranza inversa. Fino ad ora però la temperatura in sala non si è alzata troppo e pare che i leader stiano preservando le proprie energie per sabato, quando nuove proposte verranno messe sul tavolo (come risultato della discussione di venerdì) e si dovranno tirare le fila dell’incontro.
La tensione tra i grandi Ue
Affila le armi il premier italiano Giuseppe Conte e affilano le armi anche gli altri 26 leader europei: l’Olanda e i frugali irremovibili sulla riduzione dei 750 miliardi del Recovery fund, il Sud determinato a difenderli, i Visegrad ad accaparrarsene una fetta maggiore. Conte è arrivato giovedì a Bruxelles alla vigilia del vertice che lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito «decisivo». E ha battuto sul tasto della necessità di non farne una partita «contabile», non un «dare e avere», ma una sfida politica con una visione: «In gioco c’è l’Europa, una pronta ripresa e la competitività nel mondo globale, con la Cina e gli Stati Uniti», ha ribadito il premier. «È chiaro — ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri — che introdurre un meccanismo per cui i singoli paesi possono imporre il blocco sarebbe del tutto improprio. Introdurre un meccanismo intergovernativo sarebbe inefficace e anche giuridicamente non sostenibile. Non penso che la soluzione potrà essere quella estrema richiesta da alcuni paesi. Sono convinto che ci sarà esito equilibrato».
Il fronte dei paesi frugali
La partita è difficilissima: i Paesi frugali sono assai agguerriti. L’arma dell’Italia, nel negoziato, è anche la discussione in contemporanea del Bilancio pluriennale, che contiene i «rebates», fondi cari ai Paesi frugali. Le decisioni vanno prese all’unanimità, perciò Conte ha la possibilità di porre di fatto un «veto», tenendo aperto il negoziato finché non si raggiungerà una soluzione accettabile, che non «immiserisca» il progetto di Next Generation Eu. Le divergenze» tra i leader Ue «sono ancora molto, molto grandi e non possiamo prevedere se riusciremo a raggiungere un risultato — ha spiegato arrivando al vertice la cancelliera tedesca Angela Merkel —. Mi aspetto trattative molto, molto difficili», ha aggiunto sottolineando che «la Germania lavorerà insieme alla Francia per aiutare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Dobbiamo solo lavorare sodo».
La sfida
Tutti sono consapevoli della grande responsabilità che li attende. «Tutto il mondo ci sta guardando» ha confermato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen prima dell’inizio del vertice Ue. Il suo invito è quello di trovare rapidamente un accordo sulla risposta finanziaria alla crisi e sul bilancio. Ma molti dubitano che quel «rapidamente» potrà essere assecondato.
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