lunedì 27 luglio 2020

Giuseppe Colombo per Huffgton post - L'intesa Cdp/Autostrade è già cambiata. Deal non prima del 2021

Autostrade


Cambia lo schema, rispetto agli annunci del Governo. La Cassa non entrerà nel capitale subito, ma con la quotazione in Borsa: a tutti gli effetti una "operazione di mercato". Si allungano i tempi di qualche mese. E il fondo Tci, socio di Atlantia, è scontento-


by Giuseppe colombo

Bisogna tornare alla notte tra il 14 e il 15 luglio, quella dell’accordo tra il Governo e i Benetton, per capire come l’evoluzione delle ultime ore ha generato una coda velenosa nella vicenda Autostrade. Quella notte fu deciso un percorso per step e una data - il 27 luglio - per dare avvio all’operazione attraverso un memorandum. Nella bozza del memorandum, però, lo schema è cambiato rispetto a quello messo nero su bianco nel comunicato stampa di palazzo Chigi.... Oltre all’effetto collaterale di allungare i tempi del primo passo della nuova Autostrade, ce n’è un altro più rischioso. Tci, uno dei più grandi fondi del mondo e socio di Atlantia (la casa madre attraverso cui i Benetton controllano Autostrade) ha detto no, così non va. Quello che è avvenuto dice una cosa: la convinzione del Governo di aver chiuso la partita si è rivelata fragile non appena si è passati dall’annuncio alle carte. 
Come è cambiato lo schema per la nascita della nuova Autostrade
Ma torniamo al comunicato. Il Governo aveva previsto un percorso a tappe, con un primo passaggio chiaro: aumento di capitale riservato alla Cassa depositi e prestiti. Tradotto: lo Stato dentro Autostrade. E primo sgonfiamento degli altri soci, Benetton ovviamente inclusi. Alle nove di sera di venerdì, la Cassa ha inviato una bozza del memorandum ad Atlantia. Lo schema è cambiato: la Cassa entrerà, ma solo quando Autostrade sarà quotata in Borsa. Una rimodulazione del cronoprogramma annunciato dal Governo che ha due effetti. Il primo: il valore della società e delle sue azioni lo determinerà il mercato e non gli advisor prima dello sbarco in Borsa. Questo significa che il pallino c’è l’avrà il mercato. Quindi fine al dibattito sulla statalizzazione: non lo è mai stata, ma il memorandum chiarisce che sarà un’operazione di mercato, cioè l’opposto di una statalizzazione. Certo la Cassa avrà il controllo, ma la sua posizione nascerà in un contesto di mercato. Tutti i soci (oltre Cdp è previsto l’ingresso di altri investitori) entreranno nello stesso momento e tutti pagheranno un prezzo stabilito dal mercato.  
Il secondo effetto è quello sui tempi. Dopo l’ingresso della Cassa, il comunicato del Governo riferiva dell’ingresso di altri investitori, poi lo scorporo di Autostrade dalla casa madre Atlantia e la quotazione in Borsa. Sui tempi non c’erano indicazioni, ma da fonti industriali di primo livello l’aumento di capitale era previsto in autunno mentre la quotazione a gennaio del 2021. La nuova road map accorpa l’aumento di capitale - il passaggio che segna l’ingresso della Cassa - con la quotazione. E questo allunga i tempi. Si potrà fare una sola due diligence, cioè una verifica e un approfondimento di Autostrade, ma i tempi della quotazione in Borsa non possono essere accelerati. Si farà tutto a gennaio 2021 nel migliore dei casi, anche se le stesse fonti parlano di un possibile slittamento a marzo. Il dato dello slittamento impatta sul primo passo concreto per la nascita della nuova Autostrade. Sarà, appunto, nel 2021. Per sintetizzare: se prima un primo passo era ipotizzabile già nel 2020, l’accorpamento dei primi due passi sposta il tutto all’anno prossimo. 
Cosa significa il cambio di schema
In questo modo nessuno potrà dire che l’operazione è stata fatta a scatola chiusa, cioè viziata dal parere degli advisor. I soci di Autostrade, Atlantia inclusa, non potranno accusare il Governo di esproprio o di operazioni simili perché il valore di Autostrade e quindi delle azioni che saranno vendute e comprate lo farà il mercato. Allo stesso tempo la Cassa opererà in linea con il suo statuto e con la sua mission, cioè entrerà dentro Autostrade seguendo una logica puramente industriale. 
Il no del fondo Tci mette pressione ad Atlantia
Il numero uno del fondo, Christopher Hohn, è stato chiaro: per portare a termine l’operazione bisogna cambiare schema. L’ultima proposta in ordine di tempo, che dice no alla bozza del memorandum, è “la giusta vendita dell′88% di Atlantia in Aspi in un processo di mercato guidato da advisor internazionali di riconosciuta reputazione”. In alternativa “un giusto prezzo di mercato” su Autostrade per fare entrare gli investitori, Cdp inclusa. La seconda opzione si avvicina a quella contenuta nel memorandum inviato da Cdp ad Atlantia, ma fonti vicine al fondo spiegano che il memorandum non prevede come si ottiene il giusto prezzo di mercato. Elemento, questo, che non può essere indicato nel documento perché ancora vanno definiti i contorni della nuova concessione ad Autostrade, a iniziare dalla soluzione al tema caldo della revoca. 
Il muro alzato da Tci passa anche per tre proposte diverse in tre giorni. Ma al di là del contenuto di queste proposte, il dato è che i fondi esteri sono in stato di agitazione permanente. E questo mette pressione ad Atlantia. Il 27 luglio non ci sarà la firma del memorandum. Serve tempo per valutare e per capire se tutti stanno allo stesso gioco. Meglio, schema.

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