By Giuseppe Alberto Falci
Elenco dettagliato dei pasticci di governo: le norme che non normano. Ma per il 4 maggio noi sappiamo perfettamente quello che possiamo e non possiamo fare e dipende dalla nostra responsabilità. Il destino dei Paesi è nelle mani di chi li abita.
Ora tocca a noi, questa è la verità. Il sito del governo presenta le F.A.Q. (Frequently Asked Questions) per quando scoccherà l’inizio della Fase 2 e finirà il lockdown ma per fare andare tutto bene, anche misurare l’esatto distanziamento sociale, dipenderà da noi, non dall’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. E’ questo il cambio di paradigma che ci impone il Covid-19....
Siamo stati bravi, infatti, a rispettare il sacrificio di questi due mesi. Abbiamo fatto ciò che ci è stato chiesto – abbiamo seguito le norme, a volte confuse, spesso contraddittorie – ma tra meno di quarantotto ore si misurerà il livello di responsabilità del Paese.
Dopo quasi sessanta giorni, se le cose volgeranno al meglio, non dipenderà appunto solo dall’infinità dei moduli di autocertificazione – scritti e riscritti ai limiti dell’astruseria – ma solo da noi perché il destino di una nazione lo decide chi lo vive.
La prova di maturità tocca a noi. Tutti sappiamo quello che dobbiamo fare e ciò che si deve evitare. Non è necessario aspettare qualcuno che ci dica – metro per metro – qual è la nostra agibilità.
L’esecutivo, è vero, ha faticato a indicare una strada, l’ultimo inciampo è stato sulla regola-non regolata dei congiunti. Solo oggi si scopre che per Palazzo Chigi in questa categoria rientrano nonni, zii, figli, nipoti. Insomma: tutti i familiari consanguinei in linea retta e verticale. Senza dimenticare gli “affini” che – come si legge nel codice civile – sono i familiari del coniuge fino al quarto grado di parentela.
A una moglie, dunque, sarà consentito di incontrare i cugini del marito. Si potranno poi incontrare le persone con cui si ha un rapporto di coppia giuridicamente definito: che sia matrimonio o unione civile, da cui derivano poi tutti gli altri, parenti e affini. Tuttavia anche in questo caso il dubbio resta perché non è chiaro se per congiunti si possano considerare i fidanzati, i compagni o i conviventi senza che vi sia un foglio, o una data ufficiale all’anagrafe, a dimostrarlo.
Il garbuglio non trova un azzecco. Anche una sentenza della Cassazione riconosce i fidanzati come persone legate “da un solido e duraturo legame affettivo”. E gli “amici”? A sera fonti di governo chiariscono che gli amici non rientrano “fra gli stabili legami affettivi”. La precisazione della precisazione, però, può essere aggirata: per motivi di privacy nell’autocertificazione non dovrà essere specificata l’identità del congiunto o dell’affine.
Ecco, per quanto si provi a normare ciò che nei fatti normabile non è, ci si trova di fronte a contraddizioni, paradossi ed esiti surreali. E così per mettere fine alle tante domande che piovono sul tavolo di Palazzo Chigi, a un certo punto del pomeriggio, il sito del governo dà spazio alle FAQ (Frequently Asked Question), alle risposte alle domande ricorrenti. Il sospiro di sollievo è del Viminale: “Finalmente”. Senza le cosiddette FAQ il ministero dell’Interno non potrebbe inviare ai prefetti la circolare per l’effettuazione dei controlli sul rispetto delle nuove norme.
Così da lunedì si rimettono in moto il settore dell’auto, il manifatturiero, la moda, il tessile e i cantieri edili. Da lunedì le persone si riprendono un pezzo della loro libertà: si potrà uscire “solo per andare al lavoro, per motivi di salute, per necessità, o per svolgere attività sportiva o motoria”. Ma in ogni caso tutti gli spostamenti – finalmente anche nei parchi e nei giardini pubblici – dovranno rispettare il divieto generale di assembramento, e quindi l’obbligo di distanza di sicurezza minima di un metro fra le persone. E sempre rispettando il protocollo. Ma alla fine tutto dipenderà sempre e solo grazie al nostro senso di responsabilità.
Lo sport individuale si potrà fare e questa volta sarà consentito “non più solo in prossimità della propria abitazione”. Torneremo a fare jogging anche lontano da casa. Di più: sarà possibile anche spostarsi con un mezzo per raggiungere l’area in cui si vuole fare sport. Ma fermo restando che è “obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri, se si tratta di attività sportiva, di un metro, mentre di un metro se si tratta di semplice attività motoria”.
E anche in metropolitana o sul bus ci saranno due obblighi fondamentali che dovranno regolare la lunga fase di convivenza con il virus: si dovrà indossare la mascherina e si dovrà rispettare la distanza di un metro tra un passeggero e l’altro. Peccato che non ci saranno sanzioni e non ci saranno controllori a bordo. E le seconde case, le abitazioni di villeggiatura? Su questo l’esecutivo pare non pronunciarsi. Eppure i governatori hanno emesso ordinanze che vanno in altra direzione. Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana, autorizza il raggiungimento della seconda casa ma solo a patto che si resti lì. In Toscana invece vige il divieto assoluto.
Tocca solo a noi. Decifrando il decreto sulla Fase 2. E non è tema di disposizioni altrui ma di responsabilità individuale.
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