La nave da crociera che il governo paga per ospitarvi i clandestini in quarantena. Ha 250 posti. Alessandro Pagano, capogruppo Lega allA Camera : “Per il noleggio della nave traghetto ‘Moby Zaza’ la compagnia Moby Line riceverà tra i 900mila e 1 milione e 200mila euro: 4.210 euro al mese per clandestino imbarcato”.
Ogni migrante sulla nave-quarantena ci costerà oltre 4mila euro al mese
https://www.ilgiornale.it/news/politica/immigrazione-moby-zaza-arrivano-anche-polemiche-1862248.html
Le proteste pesanti che corrono sul web vengono qualificate dai media come odio: il popolo italiano odia ed esprime il suo basso odio verso la shabab incinta con termini di inqualificabile razzismo; il popolo fa vomitare il giornalista da 300 mila euro l’anno o più....
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Ogni critica fa vomitare il commissario alla pandemia Arcuri, ricco di Stato, uno che non sa nemmeno usare le Pagine Gialle, “ordina” mascherine che nessuno può fornire al suo prezzo, comunica l’11 maggio: “Stamattina abbiamo fatto un’offerta per l’acquisto di reagenti” (per i test che non servono a nulla – dichiarano positive anche le papaie – però sono necessarie alla gente per avere il diritto di tornare a lavorare ). Stamattina, 11 maggio! E la gente aspetta, avendo il governo vietato ogni ripresa dell’economia senza “le protezioni” e tutte le “certificazioni”, e non avendo nemmeno distribuito i 600 euro.
Anche gli altri governi stanno al gioco del progetto che per comodità chiamamo di Gates-Rockefeller; aspettano tutti lo pseudo-vaccino e l’annesso “certificato di immunità” che renderà obbligatorio il tracciamento universale necessario all’internet delle Cose – e intanto limitano le libertà per preparare i sudditi alla società che è stata progettata in alto (o negli abissi) per i popoli che il capitale stima superflui
Però nessun altro governo esercita quel sovrappiù di oppressioni arbitrarie e prepara così decisamente e deliberatamente la miseria al suo popolo, quanto questo, il nostro. Nessun governo butta in faccia al suo popolo la disparità di trattamento che riserva ai “migranti” (clandestini) affittando per loro una nave da crociera, e il disprezzo e l’abbandono nella miseria che riserva ai poveri più poveri. E già si sentono voci su un prelievo alle pensioni sopra i 1500 euro mensili; sapendo perfettamente che dominano sopra un paese dove i 7 milioni di pensionati mantengono spesso, con quelle, i nipoti disoccupati di lunga durata e condannati alla precarietà dalle loro politiche “europeiste”.
“A questo punto mi convinco che la vecchia Unione Sovietica era un regime moderato, ragionevole e persino liberale se paragonato a quello che stiamo vivendo oggi”, mi twitta un amico. “Non capisco, la cosa non si spiega”.
L’amico tende ad attribuirla al processo di meridionalizzazione della società. Certo, in questo governo composto esclusivamente di meridionali, si riflette la profonda estraneità che nella crisi del coronavirus hanno manifestato i lavoratori del Sud per il Nord colpito: scappandone in massa come da un paese straniero; con certi governatori delle Regioni del Sud che li hanno implorati di non portare l’infezione lombarda sulle loro spiagge; ancora adesso apparentemente tutti i lombardi e veneti non saranno graditi come turisti nel Sud. Pecchioli ha già rilevato di come Mattarella non abbia dedicato nemmeno un discorsetto dei suoi, surgelati, di solidarietà alle città martirizzate di Bergamo e Brescia; sentite come aliene, come Ljiubliana o Zagreb.
A quale altro popolo si fa subire il vincolo esterno?
Ma invece è fin troppo facile “spiegare la cosa” – l’odio e il disprezzo del popolo italiano da parte dei suoi dirigenti – risalendo indietro nel tempo.
Quale altra nazione ha avuto una classe padrona (non la chiamerò “dirigente”) che ha voluto assoggettare la società su cui doomina a un sempre “vincolo esterno”, ossia ai poteri stranieri – i “mercati internazionali”, la “Europa”, la moneta tedesca – per assoluta sfiducia delle possibilità e qualità del popolo italiano? E’ un disegno, adottato dalla classe dirigente laicissima e progressista che in qualche modo si considera erede del (fallito e propagandisticamente detto) Risorgimento, nell’eco di D’Azeglio: “ora che abbiamo fatto l’Italia, facciamo gli italiani”; perseguito con la tenacia spietata, generazione dopo generazione di padroni, di una cospirazione da società segreta, di un culto gnostico – e radicalmente sleale verso la sua gente, dominandola dai posti di potere sottratti alla democrazia.
Naturalmente è d’uopo citare Guido Carli (1913-1993), governatore della Banca d’Italia dal 1959, gran suggeritore di Eugenio Scalfari e deus ex machina del progetto anti-popolare. Anzitutto, anima i congiurati il disprezzo per la classe politica che il popolo vota, democristiana o comunista; incapace per Carli di “guidare il paese in uno spirito di modernità e riformismo” (“fare le riforme” già allora)
A cose fatte, nelle sue memorie, lo dirà chiaro Carli: : “La nostra scelta del ‘vincolo esterno’ nasce sul ceppo di un pessimismo basato sulla convinzione che gli istinti animali della società italiana, lasciati al loro naturale sviluppo, avrebbero portato altrove questo Paese…ritenevamo che senza un forte vincolo esterno, avrebbero prevalso le forze involutive che miravano a instaurare una società comunistica”.
Tutto quel che ha subito l’Italia, dall’adesione alle norme sempre più dure e stringenti dell’Europa (da mercato comune a moneta unica uguale al marco), al “divorzio” fra Tesoro e Banca d’Italia, realizzato nel 1981 da Ciampi per la Banca d’Italia e da Beniamino Andreatta per il Ministero del Tesoro, senza passare per alcun dibattito parlamentare, che espose il debito pubblico italiano alla speculazione globale, fino al capestro di Maastricht e alla austerità trentennale, la svalutazione dei salari per restare “competitivi” con una moneta sopravvalutata – rispondono a questa volontà di disciplinare il popolo col vincolo esterno, sottoporlo al giudizio straniero, mettergli sempre nuove manette ai polsi. Perché se non per odio?
Ad un certo punto, lo stesso Carli si ammette stupito dalla vitalità ingegnosa del popolo: ““Nessuno aveva compreso le potenzialità della nostra economia, neppure noi che eravamo fortemente favorevoli a quel ‘bagno nell’acqua gelata’ del mercato aperto”.
Che frase rivelatrice. Quale altropotente dirigente, in quale altro paese, parlando del suo popolo, avrebbe vissuto come lì apertura dell’economia nazionale alla concorrenza come “un bagno nell’acqua gelata”? I bagni freddi furono per secoli il trattamento per fiaccare i malati di mente ribelli o violenti. Ma una volta constato che il popolo non soccombe ai bagni freddi del mercato aperto, adesso bisogna rendere legali le fughe di capitali (prima vietate, da sempre), togliergli la sovranità monetaria, farlo entrare nell’euro con un debito del 120 per cento e l’obbligo di portarlo al 60 % per cento del Pil: un Pil che decresce per le limitazioni imposte dal tetto sul deficit, che i nostri tecnici fanno subire al popolo.-
Che cosa se non odio e disprezzo ha ispirato i propositi di Padoa Schioppa: “Un programma completo di riforme strutturali […] dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità”.
Che l’odio contro il popolo e il progetto di disciplinarlo, nato fra i massoni banchieri risorgimentali borghesi, sua stato assunto con feroce convinzione dall’ex Partito Comunista, non è affatto strano: dopotutto, quando era il PCI già voleva sottoporre gli italiani al vincolo esterno sovietico; ha cambiato solo padrone, prestando all’ordoliberismo il proprio sovrappiù di odio, la sua creatività nell’immaginare supplizi nuovi.
Il vincolo esterno deve diventare gabbia e prigione. Il popolo finalmente schiavo. A cui, con la scusa del virus, si può imporre “la prenotazione anche per le spiagge libere”, e ai bagnini, lì Istituto Superiore di Sanità ordina: “No alla respirazione bocca a bocca se qualcuno sta male in spiaggia”
Non può essere che odio e malevolenza istintiva verso la gente ad ispirare simili divieti. Secondo Fabio Dragoni, nei permessi a riaprire le attività economiche è celata una malvagità in più:
“Imporre regole che formalmente permettono ai commercianti di aprire, ma che sostanzialmente non li fanno stare in piedi, è una vigliaccata: grazie alla quale lo Stato non erogherà più, ad esempio, la cassa integrazione e l’impresa sarà sempre più sola. Fine #lockdown mai”, dice.
Intanto la gigantessa obesa dell’agricoltura, si commuove per egoismo personale perché – lei che ha sposato un maghrebino – è riuscita a far gravare su questo popolo disperato altri 600 mila mantenuti stranieri. E’ appena il caso di ricordare che un’altra disciplinatrice pianse , e per il popolo fu il governo Monti, l’irrecuperabile rovina dell’economia, anzi della possibilità di rinascere
Il popolo è diventato finalmente lo schiavo passivo che volevano : senza ingegno, ignorante, senza più idee, dipendente da qualche elemosina avara. Vinto. E gli dicono che è lui che odia.
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