Nell'accordo non sarebbe stata accolta la linea Bellanova che voleva la regolarizzazione dei migranti senza permesso bloccati in Italia dalla pandemia
In piena notte la trattativa sulla regolarizzazione dei migranti fa qualche passo in avanti, con il via libera anche del Movimento 5 Stelle. Presenti al tavolo il sottosegretario Riccardo Fraccaro e il capo politico Vito Crimi. Ma nessuno dei ministri interessati garantisce che sia finita qui. Tanto è vero che, con il passare delle ore, ecco il nuovo stallo. I grillini ci ripensano. Le resistenze di alcuni pentastellati, compreso lo stesso Crimi, stanno facendo saltare il tavolo. Fonti vicine al dossier confermano che la regolarizzazione dovrebbe riguardare agricoltori, colf e badanti, ma i vincoli sono così stringenti che si riduce di parecchio la platea degli aventi diritto. Platea che i grillini vorrebbero ridurre ulteriormente....
Ci sarebbero due canali per procedere alla regolarizzazione. Il primo prevede che il datore di lavoro e il lavoratore regolarizzino un rapporto di lavoro esistente, anche se sommerso, con la garanzia per il datore di lavoro di non essere denunciato. Il Movimento 5 Stelle con il sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia, in costante contatto con il capo politico VIto Crimi, ferma sul nascere anche questa ipotesi: “Non si può immaginare un condono legale e amministrativo per chi ha commesso un reato”.
Come funzionerebbe? Il datore di lavoro che fa emergere un lavoratore in nero, sia italiano che straniero, paga all’Inps di un forfait che potrebbe essere di circa 400 euro. La possibilità si applica anche agli stranieri che non abbiano mai avuto un contratto di lavoro in Italia ma dimostrano di essere stati fotosegnalati fino all′8 marzo 2020. A costoro viene dato un permesso di soggiorno di lavoro per sei mesi e viene fatto un contratto di lavoro subordinato: alla fine del contratto, possono cercarne un altro entro la scadenza del permesso.
Le istanze di regolarizzazione per avere il permesso di soggiorno per lavoro vengono comunque rigettate se il datore di lavoro negli ultimi 5 anni è stato condannato anche in via non definitiva per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o per sfruttamento della prostituzione o di minori, per il reato di caporalato o reati legati alla legge sull’immigrazione.
Il secondo offre, invece, un permesso di soggiorno, per una finestra temporale di sei mesi, solo ed esclusivamente a chi ha un permesso di soggiorno scaduto dall’ottobre 2019. Punto. Sulla durata di questo tipo di permesso di soggiorno si era aperta una discussione all’interno della maggioranza. Il ministro Bellanova voleva che il permesso fosse di sei mesi, il Movimento 5 Stelle di un mese soltanto. Alla fine è passata l’idea dei sei mesi ma con un paletto rigidissimo che implica la necessità del permesso di soggiorno scaduto. Per regolarizzarsi, il
lavoratore deve pagare all’Inps una somma che si ipotizza attorno ai 100 euro e attestare presso gli uffici del lavoro di aver lavorato in passato in campo agricolo o aver svolto lavori domestici. Il M5s però frena anche su questo meccanismo, perché chiede che il permesso venga dato solo a chi abbia un contratto di lavoro.
lavoratore deve pagare all’Inps una somma che si ipotizza attorno ai 100 euro e attestare presso gli uffici del lavoro di aver lavorato in passato in campo agricolo o aver svolto lavori domestici. Il M5s però frena anche su questo meccanismo, perché chiede che il permesso venga dato solo a chi abbia un contratto di lavoro.
Il 6 maggio, in un’intervista all’Huffpost, il ministro Bellanova delineava invece questo scenario: “La singola persona può richiedere un permesso di soggiorno per sei mesi, e vorrei che fosse chiaro che non stiamo dando un permesso di soggiorno a vita ma semplicemente una possibilità. Va tolta loro la paura di essere nell’illegalità”.
Niente da fare dunque per chi non è mai stato regolarmente sul territorio italiano e non ha un datore di lavoro disposto a firmare un contratto. Per loro, stando così le cose, non ci sarà la possibilità di avere un permesso di soggiorno temporaneo per trovarsi un lavoro e farsi assumere. Anche se molti di questi migranti in realtà lavorano già sul territorio italiano, ma in nero. Stralciata anche la proposta del ministro Bellanova che prevedeva la possibilità di un permesso di soggiorno per quei migranti che avrebbero dimostrato di aver già lavorato nel settore dell’agricoltura.
I grillini non si sono spostati dalle loro posizioni, pertanto i punti fondamentali per la regolarizzazione stanno saltando. E con essi la possibilità di far venir fuori una gran parte del lavoro sommerso. Le prossime ore prima del Consiglio dei ministri potrebbero riservare ancora sorprese.
- Gabriella CeramiPolitics reporter, L'Huffington post
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