Due notizie da giustapporre.
La prima, che fa molto ridere il web, è riportata con la massima serietà da Repubblica:
Calano i contagi, vaccino a rischio. Lo scienziato di Oxford: “Se l’epidemia svanisce, non riusciremo a testarlo”
“Siamo nella paradossale situazione di sperare che il virus resti ancora per un po’. E’ una corsa contro il tempo. E il rischio che il virus scompaia”, si dispera Adrian Hill dello Jenner Institute. E chiede “che vengano infettati volontari umani”, sui quali poter testare il vaccino che sta fabbricando.
Ride Marcello Pamio: “Una pandemia così pericolosa che non si trovano infetti”. Un amico lettore: “Pensa se dicessero: speriamo che il cancro non scompaia prima che troviamo la cura!”. Ma agghiaccia – come sempre davanti ad una manifestazione di insania mentale – il fatto che Repubblica, e i giornali inglesi da cui ha copiato la notizia, non ne ridano, anzi la trattino con mortale serietà.
Coronavirus, l’Oms sospende test idrossiclorochina
Dove apprendiamo che il direttore dell’OMS, il noto Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato addirittura una conferenza stampa (virtuale, per profilassi contro la pandemia che, si lagnano a Oxford, sta scomparendo troppo presto) per comunicare: l’organizzazione ha sospeso “temporaneamente” in via precauzionale gli esperimenti clinici sull’uso della idrossiclorochina in corso con i suoi partner in diversi Paesi, manifestando preoccupazione per la sicurezza”. Ed ecco la motivazione: “La decisione fa seguito alla pubblicazione venerdì scorso nella rivista Lancet di uno studio secondo il quale il ricorso alla clorochina e ai suoi derivati, come appunto la idrossiclorochina, nel trattamento del Covid-19 è inefficace quando non dannoso”, anzi può portare a morte improvvisa.
Così, almeno, si scopre uno dei motivi per cui Lancet ha pubblicato questo studio sulla inefficacia, anzi pericolosità della clori china. Un articolo imbarazzante, per il prestigio e l’autorità della storica rivista di medicina.
Imbarazzante già dagli autori, due cardiologi e un ex chirurgo vascolare ora uomo d’affari, nessuno dei quali ha mai trattato un malato di Covid, mentre hanno trattato molto la promozione di farmaci, a pagamento; più che scienziati, simili a quegli “informatori scientifici” stipendiati dalla Case, che fanno anticamera negli studi medici per raccomandare ai dottori l’ultimo medicinale. Cosa che risulta perchè i tre hanno dovuto indicare, come si usa, in calce alla pubblicazione, i loro potenziali conflitti d’interesse nella causa.
Truffaldina e veramente disonesta, da vergognarsi la vanteria di aver passato in rassegna “96 032 pazienti di 671 ospedali in 6 continenti”, mentre il 70% sono pazienti americani, di cui hanno scorso le cartelle cliniche (come?) – e pazienti ospedalizzati. E, come spiega il dottor Steve Phillips,di cui potete leggere la discussione critica dello studio, “contrariamente a quel che avviene in Europa (per esempio in Italia) ed Asia, in USA non è entrato in uso il trattamento precoce del Covid19 con hidrossiclorochina. Essa è somministrata solo ai pazienti più gravi in ospedale”, ossia al contrario del protocollo non ufficiale, ma ormai raccomandato e riconosciuto, che la clorochina va data nelle fasi iniziali, per evitare appunto l’ospedalizzazione ; quando ormai i polmoni del malato sono devastati dalle microembolie, ovviamente il farmaco non serve a nulla.
Cosa che ormai è nota anche ai sassi. Infatti nonostante tutto, oggi il 50% dei medici americani hanno adottato quello che chiamano il protocollo Raoult (dallo specialista di Marsiglia): i loro pazienti non morti ma anzi guariti, non essendo stati ricoverati in ospedale, non esistono per lo studio di Lancet.
Ma ci sono altri e più fondamentali motivi per giudicare vergognosamente disonesto, e dannoso anzitutto per Lancet lo “studio” che condanna la clorochina.
Milioni di prescrizioni
Anzitutto perchè la clorochina viene prescritta da 60 anni, letteralmente a centinaia di milioni di esseri umani, e per lunghissimi periodi, perché terapia d’elezione di due malattie croniche molto diffuse , l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso. I suoi effetti secondari sono dunque noti, gestiti senza problemi dai dottori, e – contrariamente a quello che scrivono i media del terrore – sostanzialmente inesistenti quando il trattamento viene prescritto in modo corretto e il controllo medico ex post appropriato.
Negli Stati Uniti nel solo anno 2017, molto prima che apparisse il Mostro, il vecchio medicinale è stato prescritto oltre 5 milioni di volte essenzialmente per le due malattie croniche citate; è stato il 128° farmaco più prescritto in USA. In Francia, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Medicamenti (ANSM) ha registrato che, fra il 2017 e il 2019, su 4 milioni di prescrizioni di Plaquenil (il nome commerciale) sono stati riportati due decessi, uno dei quali relativo a un soggetto che prendeva sei (6) sostanze psicotrope oltre la hidrossiclorochina.
Ma il peggio è che lo stesso Lancet, nel novembre 2003, ha pubblicato uno studio che attesta l’efficacia della clorochina contro le malattie virali. Eccolo:
Effetti della clorochina sulle infezioni virali: un vecchio farmaco contro le malattie di oggi
Effects of chloroquine on viral infections: an old drug against today’s diseases
autori: Adrea Savarino , Dr, a, * John R Boelaert , b Antonio Cassone , c Giancario Majori , c e Roberto Cauda a
Come si vede è uno studio condotto al Sacro Cuore di Roma dall’equipe guidata dall’infettivologo Andrea Savarino [che non mi sembra molto intervistato dalle tv], oggi all’Istituto Superiore di Sanità, che allora ne indicava l’utilità contro l’HIV. E non solo, lo studio ne descriveva il meccanismo d’azione: insomma, si sa “perché” la clorochina funziona, nell’assenza di farmaci antivirus nuovi ed efficaci.
Ma quello che ha colpito me come profano, è: come mai Lancet abbia messo in gioco il suo prestigio storico per una causa così apparentemente inutile e tardiva?
Perché ormai in tutto il mondo eserciti di medici, infischiandosi degli allarmi OMS e di Anthony Fauci sulla pericolosità della clorochina, la prescrivono nella modalità precoce, ottenendo risultati indiscutibili, che comunicano fra loro alla comunità scientifica.
Non solo la prescrivono ai pazienti; se la auto-somministrano loro, i medici e infermieri dei reparti Covid, esposti all’epidemia, a scopo profilattico.
In India, il Ministero della Sanità ha addirittura consigliato il personale sanitario di prenderla come profilassi anti-Covid, con apposita circolare, fin da marzo:
La Svizzera ha segnalato di avere un tasso di mortalità da Covid 2 volte inferiore a quello della Francia (dove la clorochina è ufficialmente contrastata) , ossia 0,018% contro 0,041%, per l’adozione della clorochina.
L’ultima: da Gibuti, l’enclave francese in Somalia, con il più alto tasso di infetti dell’Africa, segnalano: su 2047 casi al 21 maggio, solo dieci decessi, perché qui usiamo la clorochina.
Insomma: dalla Grecia al Brasile, dall’Alpi alle Piramidi, ormai la clorichina viene amplissimamente usata ai primi sintomi, associata alla azitromicina, al solfato di zinco (che pare avere un effetto sinergico) e quando occorre all’eparina per prevenire i trombi, a dispetto – alla faccia – dell’OMS, di Bill Gates e di Lancet.
Non è inutile inutile e tardivo il tentativo dello studio che proclama la pericolosità mortale della clorochina?
Ora vediamo che no, e ne comprendiamo il perché se ormai ha perso la battalia pressso il corpo dei medici nel mondo, il Sistema conta però nei politici, sui media e nei governi: vuole indurli a vietare il vecchio farmaco per legge, prima che l’epidemia scompaia vanificando la necessità del vaccino. (Un analogon l’abbiamo visto in Italia nel 1998 , con la pseudo-sperimentazione della terapia Di Bella consentita dalla ministra Rosy Bindi solo su malati ormai terminali irrecuperabili, che ha permesso di dichiararne per decreto l’inefficacia).
Infatti, già in Francia, scrive Repubblica, “L’autorizzazione del farmaco per trattare il coronavirus potrebbe essere revocata. Finora era stata adottata solo in alcuni ospedali dell’Esagono. In seguito allo studio della Sorbona pubblicato da Lancet che ne evidenzia il rischio di mortalità, il ministro della sanità Véran ha chiesto una revisione “entro 48 ore”.
Entro 48 ore! Prima che il virus scompaia del tutto….
Un segno di panico
Ma inoltre, traspare in questo rozzo e maldestro tentativo di bloccare il vecchio farmaco per legge, e nella tragicomica lagnanza dello “scienziato di Oxford”, una dose notevole di disperato panico. E ne hanno ben motivo: questi hanno devastato l’economia del mondo intero, bloccando e chiudendo miliardi di persone sane, giovani e attive in una quarantena inutile (perché “il Covid va ritenuto una malattia geriatrica” – dottor Paolo Gulisano); rischiano di essere un giorno a l’altro processati in un colossale tribunale di Norimberga, e impiccati come criminali comuni e politici per delitti contro l’umanità.
E in questo crimine non si mancherà di segnalare la complicità delittuosa di praticamente tutti i media da Repubblica al Figaro al New York Times, che hanno dato enorme rilievo all’imbarazzante pubblicazione di Lancet, con un accanimento ideologico, la voglia di colpire un bersaglio, reso trasparente dal tenore dei titoli. Come questo:
L’idrossiclorochina presa da Trump contro il Coronavirus aumenta rischio di morte dei pazienti Covid
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(M.B. - Nota personale: quest’anno celebro i 50 anni nella professione giornalistica. Nel mezzo secolo di osservazione del potere, un tale massiccio – totalitario – livello di falsificazione non l’avevo mai visto prima. Quel che avviene supera anche la falsificazione dell’11 Settembre, ed è immensamente più grave eprché ha portato alla cancellazione delle libertà non solo in un paese, ma in tutti).
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