NATALE A STELLANTIS: AUMENTI AI CAPI, CIG PER GLI OPERAI. “EUTANASIA DELL’AUTO”
Cassa integrazione per gli operai e aumenti ai capi. Dalle parti di Stellantis, la crisi non sembra essere per tutti.
Mentre 2.800 dipendenti dello stabilimento di Torino Mirafiori vivono da tempo tra le difficoltà e con uno stipendio di quasi mille euro al mese, il Natale dei capi reparto e squadra porterebbe sotto l’albero buste paga più pesanti tra il 4 e il 12%.
Una politica aziendale “discutibile“, sottolinea il sindacato FIOM-CGIL. Una scelta adottata “senza una logica condivisa, da piccola impresa e non da multinazionale”, commenta il segretario di FIM-CISL, Igor Albera, mentre Luigi Paone della UILM si augura che la misura non sia vera.
La comunicazione sarebbe arrivata tramite delle lettere, stessa modalità adottata in passato per invitare gli operai degli stabilimenti all’uscita incentivata.
I problemi dei lavoratori non finirebbero qui. A Mirafiori l’attività è ripartita a novembre dopo due mesi di sospensione, ma su un turno e a rotazione. Considerando il calo degli ordini, non si escludono nuovi stop nei prossimi mesi.
Superato l’abbaglio elettrico, il mercato dell’industria automobilistica vive un periodo di crisi in tutta Europa che si sta abbattendo sui lavoratori del settore attraverso chiusure e tagli del personale. Una situazione che riguarda anche Stellantis, che a ottobre ha registrato un calo delle immatricolazioni del 16%.
Numeri che rendono impossibile il ritorno a un milione di veicoli prodotti chiesto dal governo, con cui il gruppo franco italiano è entrato in polemica. Intanto, l’ad Carlos Tavares prende tempo e fissa l’aumento della produzione al novembre 2025, quando a Mirafiori dovrebbe essere costruita la FIAT 500 ibrida.
Nel 2026 Tavares se ne andrà, mentre il presidente John Elkann non si è presentato in Parlamento per spiegare in Aula le intenzioni di Stellantis.
Adesso i capi avranno l’aumento e le briciole non possono che restare agli operai, non solo quelli di Mirafiori, dato che gli stop alla produzione e la cassa integrazione coinvolgono anche gli altri stabilimenti, come quello di Chieti. Ormai, qualche lavoratore definisce la situazione attuale come “eutanasia dell’auto“.----------
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