Nuovo stop dei giudici sul trattenimento dei migranti in Albania. Questa volta sono 7 le persone per cui è stata disposta la sospensione della permanenza nei centri gestiti dall’Italia. I giudici del tribunale di Roma hanno rinviato ogni decisione alla Corte di giustizia europea e i migranti (5 del Bangladesh e 2 dell’Egitto) sono rientrati a Brindisi nella notte.
“Quello legale rappresenta il principale problema per il governo“, avevamo detto su Byoblu soltanto pochi giorni fa, quando le persone soccorse erano state portate in Albania a bordo della nave Libra della Marina militare. Fino a quando i tribunali continueranno ad annullare la permanenza nei centri, infatti, anche il numero esiguo dei migranti saliti finora sulla nave passa in secondo piano.
Evidentemente non è sufficiente l’ultimo decreto varato dal governo che ha aggiornato la lista dei Paesi considerati sicuri. I giudici si appellano al diritto comunitario e di conseguenza rinviano il quesito alla Corte europea, in virtù di una sentenza sovranazionale che non ritiene Egitto o Bangladesh nazioni completamente sicure. Così dopo la bocciatura del 16 ottobre in merito alla permanenza in Albania di 12 migranti, adesso arriva una sospensione per altri 7.
“L’applicazione di una procedura accelerata appare incompatibile con l’esistenza di situazioni di persecuzione, discriminazione e maltrattamento come quelle relative ad alcune categorie di persone“, scrivono i giudici, secondo cui bisogna valutare ogni singolo caso.
Non si tratta dell’unico parere di questo tipo, perché nei giorni scorsi sono arrivate decisioni simili dai tribunali siciliani. Così il governo torna all’attacco, con Matteo Salvini che parla di “sentenze politiche che servono alle coop rosse per fare soldi sulla pelle dei migranti“. Anche l’altro vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, definisce la decisione dei giudici “inaccettabile”, con i magistrati che starebbero “cercando di imporre la linea al governo“.
Intanto, il Ministero dell’Interno fa sapere che farà ricorso alla Corte europea, mentre l’esecutivo lascia trapelare che le procedure accelerate e la costituzione di centri fuori dai confini nazionali fanno parte del nuovo Patto europeo sulle migrazioni non ancora entrato in vigore.
Il governo evidenzia anche che, ragionando in base alle zone di un territorio, allora anche l’Italia potrebbe non essere considerato un Paese sicuro. Per il 4 dicembre è atteso intanto il parere della Cassazione sulla bocciatura del primo trasferimento in Albania, quello relativo ai 12 migranti.
Se i magistrati affermano che “i giudici fanno il loro dovere”, l’opposizione torna a puntare il dito sull’inefficacia dell’accordo con l’Albania e con il costo elevato per l’operazione. I primi tre mesi di attività della nave Libra sarebbero costati 1,3 milioni di euro, evidenzia il Movimento 5 Stelle. Il Partito Democratico parla invece di “uno spot elettorale da 800 milioni per le tasche degli italiani” e chiama gli esponenti della maggioranza in Parlamento.---
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