Marco Tosatti...
Cari amici e nemici di Stilum Curiae offriamo alla vostra attenzione questo articolo apparso su Pro-Memoria, che ringraziamo per la cortesia, e che testimonia, una volta di più e se mai ce ne fosse bisogno che da un punto di vista di limitazione del contagio il siero genico a mRNA si è dimostrato inutile. E di conseguenza tutte le misure coercitive, anticostituzionali, per non parlare della retorica Mattarelliana e Bergogliana del "gesto d'amore" non avevano e non hanno nessuna base scientifica che le possa giustificare. In calce troverete le parti più importanti del rapporto dell'Inail. Buona lettura.
… il 2022, con 107.602 contagi denunciati nei primi dieci mesi, pesa al momento
… il 35,2% di tutti quelli pervenuti da inizio pandemia fino al 31 ottobre di quest’anno
… nei primi tre mesi si erano già superati i casi registrati nell’intero anno 2021
… In termini di incidenza, il settore sanitario … addirittura amplificati nei primi dieci mesi del 2022
… in cui si sono registrati livelli di incidenza molto vicini a quelli osservati nei periodi più acuti della pandemia
P.S.: I cosiddetti No-vax non c’entrano: erano SOSPESI
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Le denunce di infortunio pervenute all’Inail al 31 ottobre 2022: l’individuazione dei casi, il periodo di osservazione e il contesto nazionale
I dati sulle denunce di infortunio da Covid-19 che l’Inail mette a disposizione sono provvisori e il loro confronto con quelli osservati a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) richiede cautele, innanzitutto per la più ampia platea rilevata dall’ISS - relativa all’intera popolazione italiana e quindi comprensiva anche delle persone non più in età lavorativa - rispetto a quella Inail riferita ai soli lavoratori assicurati, e poi per la trattazione degli infortuni, in particolare quelli con esito mortale, per i quali la procedura presenta maggiore complessità dato anche l’attuale contesto, del tutto eccezionale e senza precedenti. Numerosi infortuni, infatti, sono entrati negli archivi statistici dell’Istituto solo dal mese di aprile 2020 data la circostanza, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione della circolare Inail del 3 aprile 2020 n. 13, non sempre chiara di ricondurre la natura dei contagi da Covid-19 a infortunio sul lavoro (in quanto la causa virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale.The bo
Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà comunque necessario attendere il consolidamento dei dati, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Una prima fotografia dei casi Covid-19 definiti e indennizzati dall’Istituto alla data del 31 dicembre 2021, a due anni dall’inizio della pandemia, è stata presentata in occasione della pubblicazione della Scheda nazionale del 26 gennaio e una seconda fotografia in quella pubblicata il 24 maggio scorso con l’aggiornamento dei dati al 30 aprile 2022.dy
Inoltre, giova ribadire che i dati Inail sono un sottoinsieme del fenomeno osservato a livello epidemiologico dall’ISS, non essendo oggetto della tutela assicurativa Inail, ad esempio, una specifica platea, anche particolarmente esposta al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti.
Le statistiche di seguito riportate hanno il fine di dare conoscenza quantitativa e qualitativa del fenomeno coronavirus a livello nazionale in termini di denunce pervenute all’Istituto da parte dei datori di lavoro alla data del 31 ottobre 2022, con la predisposizione di 21 schede regionali per approfondimenti a livello territoriale, che saranno replicate con successivi aggiornamenti bimestrali.
Quindi la prossima diffusione degli infortuni da Covid-19 farà riferimento ai dati con rilevazione al 31 dicembre 2022, disponibile a fine gennaio 2023.
Si precisa che:
- la rilevazione delle denunce di infortunio da Covid-19 è per mese e luogo del c
contagio;
- l’analisi delle denunce di infortunio con esito mortale da Covid-19 è per mese di o
decesso dell’infortunato e luogo del contagio.
Report Monitoraggio al 31 ottobre 2022
Denunce di infortunio in complesso
Pdf by: https://www.pro-memoria.info
- - 395 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all’Inail dall’inizio dell’epidemia, circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e un’incidenza dell’1,3% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’ISS alla stessa data. Rispetto al monitoraggio del 31 agosto 2022 (296.806 denunce) i casi in più sono 8.589 (+2,9%), di cui 3.630 riferiti ad ottobre e 2.150 a settembre, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti: il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni precedenti;n
- - l’anno 2020, con 148.986 infezioni denunciate, raccoglie il 48,8% di tutti i casi di contagio pervenuti fino al 31 ottobre 2022, con novembre (40.849 denunce) il mese col maggior numero di eventi, seguito da marzo con 28.710 casi;
- - il 2021, con 48.807 contagi denunciati, rappresenta il 16,0% degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia, con gennaio il mese con maggior numero di contagi (14.849), seguito da dicembre (9.423);
- - il 2022, con 107.602 contagi denunciati nei primi dieci mesi, pesa al momento il 35,2% di tutti quelli pervenuti da inizio pandemia fino al 31 ottobre di quest’anno; nei primi tre mesi si erano già superati i casi registrati nell’intero anno 2021. Gennaio si colloca, per numerosità di infezioni denunciate (30.335 casi), solo dopo novembre 2020 e i mesi successivi risultano, esclusi quelli dell’ultimo trimestre, tra i più elevati;ten
- - in generale: se alla data del 31 ottobre 2022, nell’anno 2020 l’incidenza media delle denunce da Covid-19 sul totale di tutti gli infortuni denunciati è stata di una denuncia ogni quattro, nel 2021 si è scesi a una su dodici e nei primi dieci mesi del 2022 è risalita a quasi una su cinque;t o
- - il 68,3% dei contagi ha interessato le donne, il 31,7% gli uomini. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni ad eccezione della Sicilia e della Campania, con incidenze femminili rispettivamente del 49,9% e del 49,0%;
- - l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi; l’età mediana (quella che ripartisce la platea - ordinata secondo l’età - in due gruppi ugualmente numerosi) è di 48 anni sia per le donne che per gli uomini (mentre è di 44 anni quella riscontrata dall’ISS sui contagiati nazionali). Nel solo mese di ottobre 2022 l’età media è di 48 anni e quella mediana di 51 anni (54 anni l’età mediana rilevata dall’ISS);f your po
- - il dettaglio per classe di età mostra come il 41,8% del totale delle denunce riguardi la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,1%), under 35 anni (20,0%) e over 64 anni (2,1%);s
- - gli italiani sono l’88,5% (i due terzi sono donne);
- - gli stranieri sono l’11,5% (otto su dieci sono donne); le nazionalità più colpite sono la rumena (20,7% dei contagiati stranieri), la peruviana (12,3%), l’albanese (7,9%), la svizzera (4,6%), la moldava (4,4%) e l’ecuadoriana (4,0%);t
- - l’analisi territoriale, per luogo evento dell’infortunio, evidenzia una distribuzione delle denunce del 40,4% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,5%), del 21,7% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 16,8% al Centro (Lazio 8,3%), del 14,8% al Sud (Campania 7,5%) e del 6,3% nelle Isole (Sicilia 4,5%). Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono Milano (9,5%), Roma e Torino (6,6% ciascuna), Napoli (4,6%), Genova (3,1%), Brescia (3,0%), Venezia (2,2%), Verona e Treviso (2,1% ciascuna), Vicenza e Monza e Brianza (2,0% ciascuna), Firenze e Varese (1,9% ciascuna) e Bologna (1,8%). Torino è la provincia che registra il maggior numero di contagi professionali nel mese di ottobre 2022, seguita da Milano, Brescia, Roma, Genova, Monza e Brianza, Cuneo, Napoli, Venezia, Treviso, Salerno, Savona e Lecco. Sono però le province di Isernia, Imperia, Messina, Brescia, Savona, Salerno, Viterbo e Cuneo, quelle che registrano i maggiori incrementi percentuali rispetto alla rilevazione di agosto 2022 (non per contagi avvenuti solo nell’ultimo bimestre, ma per il consolidamento dei dati in mesi precedenti);go
- - delle 305.395 denunce di infortunio da Covid-19, quasi tutte riguardano la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (96,0%), mentre il numero dei casi registrati nelle restanti gestioni assicurative, per Conto dello Stato (Amministrazioni centrali dello Stato, Scuole e Università statali), Agricoltura e Navigazione è di 12.379 unità;es
- - sono quasi 7mila i contagi professionali di insegnanti/professori e ricercatori di scuole di ogni ordine e grado e di università statali e private (riconducibili sia alla gestione dei Dipendenti del Conto dello Stato sia al settore Istruzione della gestione Industria e servizi);h
- - rispetto alle attività produttive (classificazione delle attività economiche Ateco- Istat 2007) coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili...) registra il 63,2% delle denunce codificate; seguito dall’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali) con l’8,7%; dal trasporto e magazzinaggio con l’8,2%; dal noleggio e servizi di supporto (servizi di vigilanza, di pulizia, call center...) con il 4,0%; dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 2,7%; dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione con il 2,2%; dal settore manifatturiero (tra le prime categorie coinvolte gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari, alla lavorazione di prodotti farmaceutici, di metalli, di macchinari e di pelli) con il 2,0%; dalle altre attività dei servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere...) e dalle costruzioni con l’1,1% ciascuna; dai servizi di informazione e comunicazione e dalle attività professionali, scientifiche e tecnicheere. To
- (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale...) con lo 0,8% ciascuna e dall’istruzione con lo 0,7%.
Nell’evoluzione dei contagi, si riscontrano alcune differenze in diversi settori produttivi. In particolare la sanità e assistenza sociale ha mostrato un andamento altalenante, con aumenti più evidenti nelle fasi più acute della pandemia: i livelli massimi si sono registrati a novembre e dicembre 2020, a marzo dello stesso anno e a gennaio 2022; i livelli minimi in corrispondenza dei periodi estivi del 2020 e del 2021 (a giugno 2021 è conteggiato il più basso numero di denunce, appena 64). Nel 2022 i contagi mostrano un andamento altalenante con riduzione a febbraio e una ripresa a marzo, un nuovo calo fino a maggio per poi risalire fino a luglio (quasi 5mila casi), ridiscendere nuovamente attorno alle mille unità a settembre e risalire ad ottobre quando il dato si attesta sui 1.400 casi. In termini di incidenza, il settore sanitario ha avuto tra febbraio e giugno 2021 riduzioni, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno, proseguiti e addirittura amplificati nei primi dieci mesi del 2022, in cui si sono registrati livelli di incidenza molto vicini a quelli osservati nei periodi più acuti della pandemia. Altri comparti produttivi, come ad esempio il trasporto e magazzinaggio, hanno registrato nel corso del 2021, ma anche tra gennaio e luglio di quest’anno incidenze di contagi professionali maggiori rispetto al 2020 (i dati dell’ultimo trimestre indicano comunque una flessione significativa). Nel caso del trasporto e magazzinaggio a gennaio 2022 si conta anche il numero più elevato di denunce da inizio pandemia (oltre 3.795 casi);edit thi - - l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come il personale dell’ambito sanitario sia più interessato dai contagi, prima tra tutte la categoria dei tecnici della salute con il 37,8% delle denunce (in tre casi su quattro sono donne), l’82,3% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 16,0% (l’80,7% sono donne), i medici con il 9,4% (oltre la metà sono donne), oltre un terzo sono medici internisti e generici, gli operatori socio-assistenziali con il 5,4% (l’85,3% donne) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (circa l’80% ausiliari, ma anche portantini, barellieri) con il 4,4% (72,8% donne). Il restante personale coinvolto riguarda, tra le prime categorie professionali: impiegati amministrativi con il 5,8% (i due terzi sono donne), impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta (2,3%, di cui la oltre metà sono donne), addetti ai servizi di pulizia (1,9%, oltre i tre quarti sono donne), impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro (1,5%, di cui circa i due terzi sono donne), conduttori di veicoli (1,2%, con una preponderanza di contagi maschili pari al 91,6%), professori di scuola primaria (1,2%, di cui donne il 97,2%) e addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (1,1%, di cui donne il 31,8%).s t
- Anche rispetto alla professione dell’infortunato si osserva in generale, dopo i due picchi in corrispondenza di marzo e novembre 2020, un calo significativo delle denunce a partire da febbraio-marzo 2021, con incidenze in riduzione per alcune categorie, tra le quali le professioni sanitarie che, tuttavia, nel secondo semestre dell’anno e ancor di più nei primi dieci mesi del 2022 mostrano segnali di ripresa. Altre professioni, con il ritorno alle attività, hanno visto aumentare l’incidenza dei casi di contagio rispetto al 2020, come ad esempio gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali o gli insegnanti di scuola primaria.ex
Denunce di infortunio con esito mortale
- - 886 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale da Covid-19 pervenute all’Inail dall’inizio dell’epidemia, un quinto del totale decessi denunciati da gennaio 2020 e un’incidenza dello 0,5% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’ISS alla stessa data. I dati di questa rilevazione aggiornano, integrano e in alcuni casi rettificano i dati elaborati precedentemente.
- - l’anno 2020, con 586 decessi da Covid-19, raccoglie il 66,3% di tutti i casi mortali da contagio pervenuti fino al 31 ottobre 2022, con aprile (195 deceduti) il mese col maggior numero di eventi, seguito da marzo con 146 casi;
- - il 2021, con 290 decessi da Covid-19, pesa per il 32,6% sul totale dei casi mortali da contagio pervenuti da inizio pandemia, con aprile il mese col maggior numero di eventi (64 casi), seguito da marzo (58) e gennaio (56);
- - i primi dieci mesi del 2022, al momento, presentano un numero contenuto di decessi da contagio, 10 denunce (1,1% del totale decessi da Covid-19), salvo consolidamenti rilevabili nei successivi monitoraggi;
- - in generale: se alla data del 31 ottobre 2022, nell’anno 2020 l’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati è stata di circa una denuncia ogni tre, nel 2021 si è scesi a circa una su sei, contraendosi considerevolmente nei primi dieci mesi del 2022;t,
- - l’82,8% dei decessi ha interessato gli uomini, il 17,2% le donne (al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce in cui si rileva una percentuale superiore per le donne);
- - l’età media dei deceduti è 58 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini), l’età mediana è di 59 anni (58 anni per le donne e 59 per gli uomini, mentre è di 82 anni quella calcolata dall’ISS sui deceduti nazionali); clic
- - il dettaglio per classe di età mostra come il 71,3% del totale delle denunce riguardi la classe 50-64 anni. Seguono le fasce over 64 anni (18,4%), 35-49 anni (9,7%) e under 35 anni (0,6%) nella quale non si rilevano decessi femminili;k
- - gli italiani sono il 90,7% (oltre otto su dieci sono uomini);
- - gli stranieri sono il 9,3% (i tre quarti sono uomini); le comunità più colpite sono la peruviana (con il 14,6% dei decessi occorsi agli stranieri), l’albanese (11,0%) e la rumena (8,5%); o
- l’analisi territoriale, per luogo evento dei decessi, evidenzia una distribuzione del 34,4% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,6%), del 26,6% al Sud (Campania 13,8%), del 18,5% nel Centro (Lazio 10,8%), del 12,8% nel Nord- Est (Emilia Romagna 6,4 contano più decessi da inizio pandemia sono Napoli (8,6%), Roma (7,8%), Bergamo (6,3%), Milano (6,2%), Torino (3,8%), Brescia (3,6%), Genova e Palermo (2,4% ciascuna), Cremona (2,3%), Caserta (2,1%), Bari e Pescara (1,9% ciascuna), Foggia (1,8%). Nel confronto con le denunce professionali da Covid-19 per ripartizione geografica, per i mortali si osserva una quota più elevata al Sud (26,6% contro il 14,8% riscontrato nelle denunce totali) e un’incidenza inferiore nel Nord-Est (12,8% rispetto al 21,7% delle denunce totali);n
- - degli 886 decessi da Covid-19, la stragrande maggioranza riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (87,8%), mentre il numero dei casi registrati nelle restanti gestioni assicurative, per Conto dello Stato (Amministrazioni centrali dello Stato, Scuole e Università statali), Navigazione e Agricoltura è di 107 unità;it
- - rispetto alle attività produttive (classificazione delle attività economiche Ateco- Istat 2007) coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili...) registra il 21,1% dei decessi codificati; seguito dal trasporto e magazzinaggio con il 15,2%, dalle attività del manifatturiero (gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari, di metalli, di macchinari e autoveicoli) con il 12,6%; dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con l’11,6%; dall’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali) con il 9,1%; dalle costruzioni con il 6,5%; dalle attività inerenti il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (servizi di vigilanza, attività di pulizia, fornitura di personale, call center...) con il 4,7%; dai servizi di alloggio e ristorazione e dalle altre attività dei servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere...) con il 3,6% ciascuna; dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (dei consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e dalle attività di fornitura acqua, reti fognarie e gestione rifiuti con il 2,4% ciascuna; dalle attività finanziarie e assicurative con il 2,3%.and delete t
- - l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come circa un quarto dei decessi (24,4%) riguardi il personale sanitario e socio-assistenziale, tra cui i tecnici della salute con l’8,9% dei casi codificati (due terzi infermieri, il 41,0% donne) e i medici con il 4,8% (il 9,5% donne), uno su tre è un medico generico o internista. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 3,7% (poco più della metà sono donne), il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliari, portantini, barellieri) con il 3,3%, tra questi il 44,8% sono donne, gli operatori socio- assistenziali con il 2,3% (due terzi sono donne) e gli specialisti nelle scienze della vita (tossicologi e farmacologi, quasi tutti uomini) con l’1,4%. Le restanti categorie professionali coinvolte riguardano gli impiegati amministrativi con il 10,0% (oltre otto su dieci sono uomini); gli addetti all’autotrasporto con l’8,2% (tutti uomini, tra i più colpiti i conducenti di mezzi pesanti e di ambulanze); gli addetti alle vendite (la metà sono commessi) con il 3,1%; gli addetti ai servizi dihis d
- %) e del 7,7% nelle Isole (Sicilia 6,5%). Le province che
contano più decessi da inizio pandemia sono Napoli (8,6%), Roma (7,8%), Bergamo (6,3%), Milano (6,2%), Torino (3,8%), Brescia (3,6%), Genova e Palermo (2,4% ciascuna), Cremona (2,3%), Caserta (2,1%), Bari e Pescara (1,9% ciascuna), Foggia (1,8%). Nel confronto con le denunce professionali da Covid-19 per ripartizione geografica, per i mortali si osserva una quota più elevata al Sud (26,6% contro il 14,8% riscontrato nelle denunce totali) e un’incidenza inferiore nel Nord-Est (12,8% rispetto al 21,7% delle denunce totali);ef
- - degli 886 decessi da Covid-19, la stragrande maggioranza riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (87,8%), mentre il numero dei casi registrati nelle restanti gestioni assicurative, per Conto dello Stato (Amministrazioni centrali dello Stato, Scuole e Università statali), Navigazione e Agricoltura è di 107 unità;aul
- - rispetto alle attività produttive (classificazione delle attività economiche Ateco- Istat 2007) coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili...) registra il 21,1% dei decessi codificati; seguito dal trasporto e magazzinaggio con il 15,2%, dalle attività del manifatturiero (gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari, di metalli, di macchinari e autoveicoli) con il 12,6%; dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con l’11,6%; dall’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali) con il 9,1%; dalle costruzioni con il 6,5%; dalle attività inerenti il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (servizi di vigilanza, attività di pulizia, fornitura di personale, call center...) con il 4,7%; dai servizi di alloggio e ristorazione e dalle altre attività dei servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere...) con il 3,6% ciascuna; dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (dei consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e dalle attività di fornitura acqua, reti fognarie e gestione rifiuti con il 2,4% ciascuna; dalle attività finanziarie e assicurative con il 2,3%.t text and s
- - l’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come circa un quarto dei decessi (24,4%) riguardi il personale sanitario e socio-assistenziale, tra cui i tecnici della salute con l’8,9% dei casi codificati (due terzi infermieri, il 41,0% donne) e i medici con il 4,8% (il 9,5% donne), uno su tre è un medico generico o internista. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 3,7% (poco più della metà sono donne), il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliari, portantini, barellieri) con il 3,3%, tra questi il 44,8% sono donne, gli operatori socio- assistenziali con il 2,3% (due terzi sono donne) e gli specialisti nelle scienze della vita (tossicologi e farmacologi, quasi tutti uomini) con l’1,4%. Le restanti categorie professionali coinvolte riguardano gli impiegati amministrativi con il 10,0% (oltre otto su dieci sono uomini); gli addetti all’autotrasporto con l’8,2% (tutti uomini, tra i più colpiti i conducenti di mezzi pesanti e di ambulanze); gli addetti alle vendite (la metà sono commessi) con il 3,1%; gli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (tutti uomini, i due terzi vigili urbani e comunali) con il 2,9%; gli addetti ai servizi di pulizia con il 2,4%; gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione con il 2,3%; i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con il 2,1%.---
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