domenica 20 novembre 2022

ByoBlu - Stabilimento Italiano di Lkoil a rischi: Il ministroUrso parla di nazionalizzazione !

 

STABILIMENTO ITALIANO DI LUKOIL A RISCHIO: IL MINISTRO URSO PARLA DI NAZIONALIZZAZIONE

Il problema del fabbisogno energetico resta in cima all’agenda del Governo guidato da Giorgia Meloni. La scelta politica di aderire a tutti i pacchetti sanzionatori contro la Russia inizia a pesare sulle spalle dei cittadini. Sul piatto non c’è però solo la ricerca, ancora irrisolta, di un sostituto del gas russo. Ora si avvicina anche la data dell’introduzione dell’embargo sul petrolio in arrivo dalla Russia.

I danni provocati dall’embargo al petrolio russo

Dal prossimo 5 dicembre gli operatori europei non potranno più assicurare e finanziare il trasporto del greggio proveniente da Mosca verso i Paesi terzi. Anche in questo caso si tratta di una scelta politica con delle ricadute dirette sulle tasche dei cittadini italiani. L’embargo al petrolio russo è infatti legato a doppio filo con l’impianto di raffineria Lukoil situato nel comune di Priolo, in provincia di Siracusa.

Come avevamo già raccontato su Byoblu, la Lukoil è la più grande società petrolifera privata battente bandiera russa e ha il controllo dell’importante impianto di Priolo. Senza una soluzione alternativa il 5 dicembre prossimo l’azienda dovrà chiudere i battenti, mettendo così a rischio i 3mila dipendenti, ma anche tutte le attività correlate dell’area che comprendono in totale 10mila lavoratori. Si tratterebbe di un danno incalcolabile per il tessuto sociale italiano, già messo sotto pressione da due anni di restrizioni sanitarie e dall’aumento delle bollette energetiche.

Ancora una volta sarebbero i cittadini ad accollarsi interamente il costo di una scelta politica che finora non ha prodotto risultati evidenti. La guerra tra Russia e Ucraina non si è infatti fermata e l’economia del gigante euroasiatico è tutt’altro che in crisi.

Urso parla di nazionalizzazione

C’è stato tuttavia un segnale di apertura da parte del Governo sulla situazione Lukoil. È stato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a lanciare l’ipotesi di una nazionalizzazione dell’impianto: “L’azienda di Priolo è un asset strategico nazionale sia per l’approvvigionamento energetico del Paese sia per la filiera dell’industria chimica. Stiamo perseguendo tutte le strade per garantire la continuità produttiva e occupazionale. Non escludiamo nemmeno la nazionalizzazione, come in Germania”.

L’esecutivo ha quindi, tra le ipotesi sul piatto, quella di un ingresso nella proprietà dello stabilimento per salvarne la capacità occupazionale. D’altronde la Costituzione italiana lo prevede con l’art. 42: “La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”.

Nel resto d’Europa tutti nazionalizzano

E in effetti è quanto sembra essere recentemente avvenuto in Germania con l’attuale società di gas Sefe, un tempo denominata Gazprom Germania. Con l’incombere delle sanzioni, l’Agenzia tedesca delle reti ha assunto l’amministrazione fiduciaria della società nella scorsa primavera per poi consentire l’ingresso definitivo dello Stato.

Sempre in Germania è stata poi recentemente nazionalizzata anche la UNIPER, società del settore dell’energia. Anche in Francia, nelle scorse settimane, è stata disposta la nazionalizzazione totale della EDF, azienda specializzata nella distribuzione dell’energia elettrica. Di fronte all’ipotesi di statalizzazione italiana della Lukoil c’è però un grande punto di domanda e riguarda la reazione della Commissione europea.

La storia recente ci insegna infatti come Bruxelles abbia interpretato a modo suo la legge che dovrebbe impedire gli aiuti di Stato non consentiti, finendo per punire sempre l’Italia e mai altri Paesi. Durante l’emergenza sanitaria per esempio venne consentito alla Germania di sussidiare la compagnia aerea Lufthansa, mentre Alitalia venne fatta fallire. Forse quello del Ministro Urso è stato un segnale lanciato a Bruxelles per testare eventuali reazioni.---


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