Nell’era della globalizzazione la politica è costretta ad allargare la propria visione. Che si tratti di Europa o del Globo intero, oggi più che mai qualsiasi questione sembra irrisolvibile da un solo Paese. Così anche l’immigrazione: non riguarda solo l’Africa e non può riguardare solo l’Italia.
L’Unione europea, Francia in testa, si chiude però a riccio, incolpando il bel Paese di irresponsabilità e di non rispettare gli accordi. La faida con i cugini d’oltralpe infatti continua, portando con sé anche la potenza tedesca.
Tutto è iniziato con il respingimento italiano della Ocean Viking. La nave ONG, dopo 15 giorni di latitanza in cerca di un porto sicuro, è attraccata nei giorni scorsi a Tolone. I 230 migranti sono così sbarcati in Costa Azzurra invece che in Sicilia, generando le ire del ministro degli interni francese, Gérald Darmanin. Sono seguite minacce poco velate, accuse, critiche e appelli alla Germania. Germania che ora risponde e sembra schierarsi dalla parte francese.
Le critiche tedesche
Un portavoce del ministro degli Esteri tedeschi ha dichiarato all’ANSA:
“Continueremo ad attenerci al meccanismo di solidarietànei confronti dei Paesi che permettono l’approdo di migranti salvati in mare. Andremo avanti nel nostro sostegno fino a quando l’Italia terrà fede alla sua responsabilità per l’accoglienza dei migranti salvati dal mare”.
Quel fino a quando sembra un chiaro messaggio. Vi è poi anche il tweet dell’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, che ha portato il suo sostegno alle ONG.
“Nel 2022 sono già oltre 1300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”.
Rispetto alla questione ONG molti potrebbero obiettare come queste siano private, sovvenzionate da multinazionali, poco chiare rispetto ai loro bilanci. A parte questo, secondo il governo italiano l’Unione europea lascia troppo peso sulle nostre spalle.
Questione migranti passa a Bruxelles
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, è a Bruxelles, dove ha intenzione di portare diversi prove alla tesi “Italia lasciata sola”. Queste le sue ultime dichiarazioni:
“Serve un coordinamento vero ed efficace dei flussi migratori. Vado a Bruxelles non per aizzare gli animi, vado per far capire che serve più Europa. Il problema non è Parigi, non è Berlino. È la mancanza di regole e di una concreta solidarietà nella redistribuzione dei migranti”.
Il progetto è quello di trovare un piano per e con l’Africa, che si occupi dei flussi a monte e che scardini i rapporti fra trafficanti di uomini e le ONG.
Meloni intanto al G20
Nel frattempo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si trova a Bali per il suo primo G20. Il summit dei leader mondiali vedrà per lei importanti primi incontri, ma per ora non è previsto un faccia a faccia con Macron, anche se sarebbe una buona occasione per porre il problema migranti al tavolo dei grandi.
Ufficialmente il G20 si apre il 15 novembre e vedrà fra i temi caldi la recessione e la guerra in Ucraina. Meloni ha in agenda gli appuntamenti con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo corrispondete cinese Xi Jinping. Il summit è sicuramente un occasione d’oro per l’Italia per denunciare tutti i problemi più urgenti e prendere delle decisioni a livello internazionale. Per ora non ci sono grandi aspettative, visto che questi incontri solitamente portano più problemi che soluzioni.
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