“Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo”. Se non fosse ancora sufficientemente palese l’incertezza che ha portato all’approvazione dei vaccini anti-Covid, un punto chiarificatore arriva dall’intervista, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, a Kathrin Jansen, capo della ricerca e sviluppo sui vaccini di Pfizer, recentemente andata in pensione.
Microbiologa, ha studiato in Germania e negli Stati Uniti. In 30 anni di carriera si è occupata principalmente di vaccini, quando lavorava alla Merck ha contribuito alla realizzazione del vaccino Gardasil contro il papillomavirus, finito nel mirino della trasmissione d’inchiesta Report a causa dei gravi effetti avversi insorti dopo la somministrazione in alcune giovani donne. Negli ultimi anni ha lavorato alla Pfizer dove si è occupata della biotecnologia dell’ Rna messaggero.
Quando nel 2020 è iniziata l’emergenza Covid, Pfizer stava già collaborando con BioNTech sui vaccini a mRNA per l’influenza. Le due case farmaceutiche hanno usato questa piattaforma sperimentale e ridotto i tempi di sviluppo del vaccino da dieci anni a soli nove mesi. Oltre un miliardo di dosi sono state somministrate fino ad oggi negli Stati Uniti e in Europa. Si prevede che i ricavi per la vendita di questi sieri batteranno il record superando i 70 miliardi di dollari entro la fine del 2022.
Tanti soldi, pochi dati e vari rischi. Le rivelazioni di Jansen
Jansen rivela alcuni particolari interessanti sulla messa a punto dei sieri a partire dai finzanziamenti, che a quanto pare sono stati centrali: “Quando il CEO di Pfizer ha detto: ‘Fallo entro la fine dell’anno’ – racconta a Nature la ricercatrice -, ho risposto: ‘È una follia!’ Ma il denaro non era un problema, quindi, si potevano fare cose straordinarie in pochissimo tempo“. Nella ricostruzione della microbiologa si ammette un certo margine di rischio a cui la popolazione è stata esposta: “Siamo diventati creativi: non potevamo aspettare i dati, dovevamo fare così tanto a rischio“ afferma, e poi continua con una metafora: “Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo”. Jansen spiega che tutta la burocrazia è caduta, e conferma: “Stavamo facendo le cose in parallelo, guardando i dati e sviluppando la produzione. Di solito, la produzione non viene coinvolta se non dopo anni dall’inizio di un programma“. Nelle parole della ricercatrice emerge quanto la campagna vaccinale sia stata, alla fine, una scommessa: “Il Covid ha cambiato tutto in termini di come affrontare il concetto di ricerca e sviluppo di vaccini” rivela, aggiungendo che “la piattaforma mRNA non era pronta per il lancio. C’erano problemi di stabilità, problemi di formulazione, che dovevamo risolvere. Nel 2020, era solo un processo di ricerca e doveva essere ampliato”. Insomma la fretta e l’urgenza secondo la microbiologa di Pfizer hanno stravolto quello che è il normale iter per la messa a punto di un farmaco con una biotecnologia nuova.
Ancora allarmi: “Senza dubbio ci sarà una prossima pandemia”...
Ora Pfizer studia altri vaccini a mRna, ad esempio contro il virus respiratorio sinciziale. E la scienziata si lancia in allarmanti previsioni: “Senza dubbio ci sarà una prossima pandemia” afferma alla redazione di Nature. Se si pensa ai guadagni enormi che si sono aggiudicati le case farmaceutiche produttrici dei sieri Covid, viene da chiedersi se quella di Jansen sia una previsione o un auspicio.
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