mercoledì 23 novembre 2022

Byoblu24 - “LE ARMI STANNO FINENDO”: LA VELINA DELLA NATO ALL’UCRAINA...!


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L’Occidente non ha intenzione di fornire assistenza militare all’Ucraina all’infinito. Sembra questo il vero messaggio dell’ultima velina della Nato apparsa su alcuni giornali italiani. Negli articoli di Repubblica, Messaggero e Foglio, a proposito del conflitto ancora in corso con la Russia, si afferma che gli arsenali si stanno svuotando e questo potrebbe frenare la resistenza ucraina.

La produzione di proiettili, cannoni, missili e droni non riuscirebbe a stare al passo dell’elevato consumo di armi sul campo di battaglia e le scorte starebbero finendo. Troppe munizioni concesse a Kiev, fa sapere l’alleanza occidentale, mettono a rischio la sicurezza dei singoli Stati, se questi venissero coinvolti in un conflitto.

Sì, le armi non sono infinite!

Certamente c’è qualcosa di vero, dato che la disponibilità di armi utilizzate per la guerra tra Russia e Ucraina (sostenuta ampiamente dall’Occidentenon è infinita. Anche perché si sta combattendo un conflitto in modalità “vecchio stile” e, di conseguenza, le armi impiegate sono di tipo tradizionale, mentre negli ultimi anni la Nato si era concentrata soprattutto sullo sviluppo di quelle più avanzate tecnologicamente.

Poi, c’è anche da considerare che alcuni Stati hanno cercato in questi anni di risparmiare e di ridurre la produzione, tanto che Donald Trump, quando era ancora presidente Usa, chiese agli alleati Nato di contribuire maggiormente, sottolineando come gli Stati Uniti impiegassero un numero di risorse nettamente superiore rispetto a tutti.

Il ruolo degli Usa

In particolare, sono proprio gli americani a essere maggiormente coinvolti nel conflitto, avendo contribuito più di tutti nella difesa di Kiev. Il Pentagono avrebbe consegnato all’Ucraina armamenti per una ventina di miliardi di dollari. L’esercito di Kiev avrebbe ricevuto più di un milione di proiettili, soprattutto da 155 millimetri, i più utili in questo conflitto che vede colpi d’artiglieria a lungo raggio. L’industria americana ne produrrebbe circa 30mila in un anno e l’Ucraina, in certe fasi, ne avrebbe sparati anche 20mila in un giorno. Adesso, l’esercito dovrebbe “accontentarsi” di quelli meno efficaci da 105 millimetri.

Altre armi, ora con scarsa disponibilità, sarebbero i lanciatori Himars e i missili Javelinprodotti in 800 unità all’anno mentre gli Stati Uniti ne avrebbero forniti 8.500 a Kiev. Anche l’Unione europea avrebbe lo stesso problema di scarsità e l’Italia avrebbe prelevato i proiettili da 155 millimetri avanzati dalla Guerra fredda. Di conseguenza, è ricominciata la corsa al riarmo ma i tempi sembrano lunghi.

Quello della Nato è un messaggio a Zelensky

Appare tuttavia improbabile che l’arsenale dell’alleanza atlantica sia quasi vuoto. Sembra piuttosto un messaggio per fare capire all’Ucraina che il generoso sostegno occidentale non può durare per sempre e che il presidente Volodymyr Zelensky, più prima che poi, dovrebbe cominciare a prendere in considerazione l’idea di una trattativa (sempre che, anche dalla parte russa, ovviamente, ci sia questa voglia e finora non è sembrato).

In un’analisi generale di confronto va considerato, infatti, che la Nato prevale sulla Russia: per esempio, secondo i dati Ispi, l’alleanza atlantica conta su più militari (5 milioni contro un milione), carri armati (14mila a 12mila), forze aeree (20mila contro 4mila) e navi militari (2mila contro 605). E ancora, secondo altre analisi: nel 2021 la Russia avrebbe speso circa 66 miliardi di dollari per le sue forze armate e la Nato quattro volte di più. Non va ovviamente dimenticato che la Russia è una potenza nucleare e che, in caso di guerra di questo tipo, i confronti servono a poco.

A proposito di Russia: sempre sulla stampa già citata, si afferma che Mosca, invece, non abbia problemi di armi (contando ancora su quelle vecchie dell’epoca sovietica). La Nato, invece, sarebbe in crisi. Strano: prima si parlava della Russia che sarebbe caduta in poco tempo, stritolata da conflitto e sanzioni. Da un po’, la musica della stampa occidentale sembra cambiata.---

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