Terremoto nel mondo del calcio. La squadra italiana più conosciuta al mondo è infatti finita al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha portato ora alle dimissioni in massa dei suoi rappresentanti. L’intero consiglio di amministrazione della Juventus si è infatti dimesso, tra cui il Presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene.
L’inchiesta Prisma
Si tratta di una scelta arrivata alla luce delle indagini che sono state intraprese dalla Procura di Torino e che hanno messo sotto la lente di ingrandimento le attività della società dal 2019 ad oggi. Si tratta dell’inchiesta denominata Prisma, iniziata per approfondire il tema delle cosiddette plusvalenze che la Juventus avrebbe registrato negli ultimi anni. Di che cosa si tratta?
Il club piemontese avrebbe infatti contabilizzato come operazioni positive per il proprio bilancio alcuni scambi di giocatore che in realtà non avrebbero prodotto alcun valore finanziario. Nel 2019 vengono per esempio contestati 49 milioni di euro, nel 2020 i soldi contestati arrivano addirittura a 78 milioni. Non ci sono però solo le plusvalenze all’interno dell’inchiesta Prisma.
Sul piatto anche la questione stipendi
La Procura di Torino ha infatti accusato la Juventus di aver diffuso “notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società”, alterando così anche le quotazioni di borsa. La società juventina, insieme alla Lazio e alla Roma, è infatti tra le poche squadre italiane quotate a Piazza Affari.
In questo caso è stato messo sotto esame il periodo dell’emergenza dovuta alla diffusione del Covid e che ha portato all’interruzione del campionato per oltre tre mesi e alla chiusura degli stadi al pubblica per una stagione e mezza. A causa dei mancati introiti diverse squadre di calcio, tra cui la Juventus, hanno dovuto cambiare gli accordi per il pagamento dello stipendio dei calciatori.
La Juventus aveva quindi diramato la notizia secondo cui l’accordo con i propri tesserati per la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020 avrebbe comportato effetti economici e finanziari positivi per circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020. In realtà gli effetti economici positivi sarebbero ammontati a 22 milioni di euro.
Un sistema basato su soldi fittizi
Ora la presidenza del club passerà nelle mani di Gianluca Ferrero, commercialista torinese, già consulente della holding Dicembre, una delle tante controllate della mistica Exor, il contenitore di quasi tutte le attività della famiglia Agnelli Elkann. Quindi la società rimarrà saldamente ancorata ad una delle famiglie più potenti d’Italia e che ha il controllo di una buona parte dell’informazione, tra cui l’intero gruppo GEDI.
In attesa delle conclusioni definitive della giustizia, il mondo del calcio dovrebbe interrogarsi seriamente sul proprio futuro. Il caso Juventus non è infatti isolato ma è un sintomo di un sistema sempre più drogato da soldi fittizi, in cui le squadre più indebitate sono anche quelle che ottengono maggiori successi. La classifica dei debiti netti delle società di serie A aggiornata alla stagione 2020-2021 vedeva l’Inter in testa con quasi 700 milioni di euro di debiti, poi la Juventus con 611 e la Roma con 523. Insomma tre squadre che si reggevano su oltre 1 miliardo di euro fittizi.
Questo succedeva mentre nell’agosto 2021 la società Chievo Verona è stata obbligata a dichiarare fallimento per appena 44 milioni di debiti. Il calcio sembra quindi rappresentare sempre più una versione estremizzata della realtà sociale, dove i potenti sopravvivono solo grazie a privilegi, mentre i più deboli sono costretti a soccombere.---
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