11-02-2021
L’emergenza sanitaria che non c’è e la crisi economica
Mentre l’emergenza sanitaria va ormai affievolendosi sempre di più, grazie al naturale indebolimento del virus e all’operato di molti medici che stanno curando a casa i pazienti con protocolli di cura efficaci, la vera criticità nel Paese è di tipo sociale ed economico.
C’è un dato che dimostra più di ogni altro che l’emergenza sanitaria in Italia in questo momento non c’è più: la percentuale di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva in Italia. Secondo i dati ufficiali, raccolti dall’Agenas (l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la suddetta percentuale si attesta al 24%, ben al di sotto di una soglia di criticità.
Ben più allarmanti sono invece alcuni indicatori economici.
A settembre 2020, secondo Confesercenti, erano circa 90mila le imprese già fallite e 600mila quelle in bilico e si tratta di numeri che sicuramente sono cresciuti nei primi mesi del 2021.
Le partite IVA che sono state chiuse nel 2020 sono oltre 240mila.
Nonostante questo sia lo scenario attuale, molte attività commerciali e imprenditoriali continuano ad essere chiuse o sono costrette a rispettare orari di apertura limitati, stabiliti nei dpcm.
Diversi imprenditori e commercianti hanno deciso di reagire a questa situazione riaprendo i loro esercizi commerciali in violazione dei dpcm.
L’avvocato Mauro Sandri, uno dei legali che sta difendendo molti di questi imprenditori, intervenuto su #Byoblu24 sottolinea che “ormai le misure restrittive contenute nei dpcm risultano obsolete rispetto alla situazione attuale”.
Il Dpcm day. Attesa la pronuncia del TAR Lazio
Dinanzi al Tribunale amministrativo regionale del Lazio è pendente un ricorso avente ad oggetto la richiesta di annullamento di diversi dpcm succedutesi nei mesi scorsi e del provvedimento con cui si è imposto l’obbligo di indossare la mascherina ai minori a scuola. Nei prossimi giorni è attesa la pronuncia. L’auspicio dell’avvocato Sandri è che ci sia una giusta lettura della realtà e che prevalga l’articolo 1 della Costituzione (che stabilisce al primo comma che: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”) e che sia consentito “il pieno esercizio della libertà personale e della libertà economica che sono del resto strettamente collegate tra di loro”.
Può esistere un obbligo morale a vaccinarsi?
Con l’avvocato Sandri, nel corso dell’intervista, affrontiamo un tema molto delicato e di stretta attualità riguardante i vaccini. Non esiste alcun obbligo di sottoporsi a qualsiasi trattamento sanitario, compreso ovviamente il vaccino anti Covid. L’articolo 32 della Costituzione stabilisce che: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e aggiunge che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Nonostante questa tutela per il cittadino, inizia a farsi breccia una tesi, a nostro avviso illegittima, secondo la quale un lavoratore possa essere licenziato dal datore di lavoro se non si sottopone al vaccino. Recentemente il Consiglio provinciale dell’ordine dei medici di Bologna ha pubblicato una nota dal titolo “Il medico di fronte alla vaccinazione anti Sars-Cov-2” da cui si evince la volontà dell’ordine di porre in capo ai medici una sorta di obbligo morale e deontologico a sottoporsi al vaccino.
Un ricorso europeo contro l’autorizzazione al vaccino Pfizer/Biontech
L’avvocato Sandri annuncia in esclusiva su #Byoblu24 che impugnerà dinanzi al Tribunale dell’Unione europea la delibera di autorizzazione al vaccino Pfizer/Biontech emanata dalla Commissiore europea. I motivi del ricorso si basano sul fatto che si tratta di un farmaco che “ha avuto un’autorizzazione provvisoria ed è stato testato in maniera insufficiente”. Vale a dire, chiarisce l’avvocato, “il vaccino non è stato testato sulle persone che dovrebbero utilizzarlo, mentre è stato testato sulle persone che non hanno mai avuto il covid”. “Siamo inoltre al secondo anno di diffusione del virus e se ampie fasce della popolazione non vengono affette dal covid-19, non si comprende quale sia il senso logico, giuridico e scientifico per cui le persone debbano essere sottoposte alla vaccinazione”.
Il primo firmatario del ricorso sarà il dottor Mariano Amici, che ha curato con successo i suoi pazienti affetti dal Covid-19 e che è sottoposto in questo momento a un procedimento disciplinare dinanzi la commissione arbitrale per aver contestato la validità del vaccino.
Il ricorso verrà tradotto in diverse lingue europee e potranno intervenire in supporto ad esso anche altre persone residenti in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
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