I ribelli chiedono di rivotare su Rousseau, Grillo li stoppa. Assemblee di deputati e senatori infuocate.
Giuramento amaro in casa 5Stelle. Non era mai successo. Per la prima volta
attivisti e parlamentari del Movimento 5 Stelle sconfessano l’esito del
sondaggio su Rousseau e chiedono di rivotare. Nello stesso tempo oltre la
metà dei senatori si ribella al capogruppo e ai vertici in una riunione
infuocata e convocata d’urgenza. Stessa scena anche tra i deputati.
Una fronda interna che cresce con il passare delle ore è pronta a votare
contro la fiducia al governo Draghi, che ha giurato oggi. Esecutivo che ha
visto in prima linea quattro ministri grillini, Di Maio, Patuanelli, Dadone e
D’Incà, ma alle loro spalle vi è un plotone pronto a pugnalarli. M5s è sull’orlo
dell’implosione, l’alleanza con Forza Italia e la Lega ha mandato in tilt i
pentastellati e a poco servono le parole del capo politico: “Da loro non
potevamo aspettarci Gandhi e Martin Luther King”.
Vito Crimi che ha scritto il quesito, e chi con lui, vengono accusati di aver nei fatti
truccato la votazione perché la domanda non rispecchia ciò che poi è avvenuto.
La composizione del governo Draghi e i confini assegnati al nuovo ministero per la
Transizione ecologica deludono infatti una larga parte grillina tanto che, poche ore
prima del giuramento del nuovo governo, i consiglieri comunali lombardi lanciano
una petizione per chiedere che si possa votare di nuovo sulla piattaforma. In
contemporanea anche Barbara Lezzi scrive a Beppe Grillo, a nome di diversi
parlamentare, una lettura con lo stesso scopo. Crimi prova a spegnere il fuoco
spiegando che non c’è stata alcuna trattativa sui nomi con il premier incarico:
“Siamo rimasti spiazzati”.
I consiglieri si rivolgono al fondatore M5s quasi indignati, con una distanza che con
il comico non c’era stata mai. “Gentilissimo Garante del MoVimento 5 Stelle,
Giuseppe Piero Grillo”, si legge e già questo basterebbe per capire lo stato d’animo
e il clima dentro i 5Stelle. E poi: “ Reputiamo infatti che solo ora sia possibile
esprimere un voto pienamente consapevole. Siamo a chiedere di mettere ai voti su
Rousseau la scelta di dare la fiducia a questo Governo, affinché vi sia il pieno
consenso o meno da parte degli iscritti”. La petizione si conclude chiedendo “un
celere riscontro pubblico”.
Riscontro che arriva poco più tardi, in un post dal titolo “Oggi si deve scegliere. O di
qua o di là”. E il Garante mette anche in conto la scissione escludendo invece un
nuovo voto. La senatrice Barbara Lezzi è la prima indiziata, tra quelli che
potrebbero lasciare il Movimento. Anche perché se non voterà la fiducia al governo,
come indicato dal sondaggio su Rousseau, verrebbe cacciata. Discorso diverso
se ci si astiene. Intanto chiede anche lei di ripetere la votazione: “Chiediamo che
venga immediatamente indetta nuova consultazione. È evidente che, in assenza
di riscontro, al fine di rispettare la maggioranza degli iscritti, il voto alla fiducia deve
essere No”. La fronda però attende, prova a strutturarsi forte del fatto che “ormai
non ha più senso fare l’elenco dei dissidenti, si fa prima a contare quelli rimasti f
avorevoli...”, dice un senatore tra il serio e il faceto.
Nelle chat interne divampa il malcontento e parte il processo ai vertici per la
gestione delle trattative che hanno portato alla formazione dell’esecutivo. La
deputata Margherita Del Sesto parla di restaurazione e invoca il ritorno all
’opposizione, mentre la collega Angela Masi chiede la possibilità di votare secondo
coscienza alla luce della larghissima maggioranza che sostiene il nuovo esecutivo
targato Mario Draghi. Doveva essere il governo dei migliori’, scrive la deputata
Valentina Corneli, e invece è diventato un “governicchio di mezze cartucce” che
vede il M5S fuori dai ministeri politici di peso. Ricorre a parole dure Maria Luisa
Faro, Commissione Bilancio: il M5S è morto e non sismo stati noi ad ucciderlo,
scrive la parlamentare pugliese parafrasando Nietzsche. E poi ancora, un senatore:
“Basta, abbiamo toccato il fondo. Non possono far parlare soltanto i Di Maio Boys..
.”.
Si pronuncia anche Nicola Morra: “Il Movimento o torna a essere Movimento o
sparirà”, avverte presidente dell’Antimafia, in un video postato sui social: “Ci sarà a
breve l’elezione dell’organo collegiale, si spera, e vediamo di capire se si può
cambiare questa direzione di marcia. Altrimenti non possiamo far altro che
evaporare”, insiste il senatore grillino, che a proposito della nuova compagine di
governo parla di “Jurassic Park”. Mercoledì al Senato e giovedì alla Camera
saranno i giorni della verità
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