By Verdiana Garau
Nonostante le imposizioni sul distanziamento volute dal Governo per arginare la pandemia da Covid-19, l’insofferenza che si diffonde tra le masse, - prova ne sono le manifestazioni degli ultimi giorni- , ci racconta di un popolo unito, compatto e connesso nella protesta, nel comune intento di richiamare l’attenzione di un esecutivo che pare esser naufrago, sordo e cieco, senza linea, senza coerenza, senza coesione, senza progetti per il futuro.
Tutti coloro che sentono soltanto subire questa situazione, creata a colpi di dpcm, ovvero imposizioni fantasiose sfornate giorno per giorno, (pensate alla chiusura imposta alle pasticcerie entro le 18, nelle quali in Italia al massimo l’assembramento può verificarsi al mattino per comprare i cannoli), non riescono più a programmare niente per arrivare a fine mese, subiscono la confusione di una politica assente e lontana dalla realtà e si sentono disorientati.
La sera del 30 ottobre, a Firenze, città della cultura per antonomasia, culla di quel Rinascimento che anticipò persino di due secoli l’Illuminismo francese, si sono consumati scontri con la polizia, a causa di una manifestazione non autorizzata che ha portato scompiglio nel centro storico.
I manifestanti, rei di aver fatto pressione sulla linea di scudo delle forze dell’ordine, dispiegata a protezione del Palazzo Vecchio, sede del Comune, hanno subito pesanti cariche, che come se ne evince anche dai numerosi video messi a disposizione dalla stampa e che circolano per tutto il web, appaiono esagerate. I danni che questi manifestanti avrebbero arrecato alla zona in cui procedevano in corteo per la manifestazione pacifica, sono infatti risibili. Si tratta di una parete un po’ annerita e qualche fioriera divelta. Dal video si comprende che ciò è accaduto in seguito alle numerose cariche delle forze dell’ordine e che i manifestanti, cercando di sfuggire ai loro manganelli, hanno probabilmente rimosso fioriere e cartelli, perché costituivano ostacolo. Non solo, ma molti dei cartelli divelti che riportano i giornali, li hanno tirati giù proprio i poliziotti. Ci sono i video.
La polizia, in tenuta antisommossa, è persino stata bloccata ad un certo punto dai suoi stessi superiori. Un ragazzo è stato ferito alla testa e molti continuavano a gridare pietà e ad invocare la polizia di fermarsi. Stavano tutti a braccia alzate. Si sente gridare una signora che dice “dovreste difenderli questi ragazzi, non menarli ”. Nessuno di loro era armato.
Parlano di tre molotov. Le molotov non “anneriscono un po’ una parete”, fanno proprio male. Probabilmente bombe carta, (le quali fanno danni limitati data la portata di un grosso petardo), non sono usate per fare male alle persone. Nessuna vetrina spaccata o altro. Questa la lista dei danni.
Nessuno vorrebbe assistere a queste scene, ma un po’ di coerenza con la realtà ci vuole ed è necessaria per poter analizzare freddamente ciò che sta succedendo. La triste verità è che questo Governo non va giù.
Anche le proteste autorizzate dette “pacifiche” dei giorni precedenti, sono sintomo di insofferenza. Ognuno, in questa disperata situazione, si difende come può. Tutte le proteste non violente dunque appaiono giustificate. Non si può dividere la popolazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, l’insofferenza è comune, in giro non ci sono persone sporche brutte e cattive, ma persone che non tollerano più la situazione che si è venuta a creare, che di questo passo, diventerà sempre più insostenibile.
Provino adesso a dire che in piazza c’erano i fascisti.
Incredibile che, già da agosto, proprio il ministro dell’Interno Lamorgese aveva predetto scontri sociali in autunno, per poi avallare dpcm che fuor di logica hanno imposto restrizioni dopo mesi che i cittadini facevano di tutto a loro spese “per convivere col virus”.
Nessun presidio Covid dedicato sul territorio, negli ospedali il personale si divide tra un reparto covid e uno non covid, trasportando il virus da un reparto all’altro con il rischio di entrare in ospedale con un braccio rotto e uscirne infetto. Nessuna misura presa, nell’arco di cinque mesi, sui trasporti pubblici, che risultano affollatissimi. Infine, si sprecano i commenti sui social, di una violenza inaudita, contro i ragazzi che hanno protestato.
Il sindaco Nardella, uno dei primi a rispedire al mittente l’invito del Governo a gestire localmente con provvedimenti ad hoc la possibile nuova ondata di virus, proprio lo stesso che si è rifiutato di prendersi le responsabilità del suo stesso territorio, è sceso in piazza l’altra mattina a fianco dei ristoratori in seguito alle proteste dopo l’ultimo dpcm che ordina le chiusure anticipate dei locali, dicendo “sono qui per ascoltarvi”. Peccato che Firenze non sia limitata all’area interna alle mura e che la “città metropolitana”, termine di cui si fa pregio lo stesso sindaco, riproponga sacche di risentimento diffuso non indifferenti. Adesso lo stesso sindaco condanna i manifestanti dell’altra notte e promette persino vendetta, dicendo “devono pagare”.
Cosa dovrebbero pagare queste persone? Dovevano uscire con l’autocertificazione per manifestare? Il “distanziamento sociale” è ciò che il Governo persegue. Peccato che per arginare il Covid basterebbe il “distanziamento fisico”. Molte sono le cose all’ordine del giorno che non tornano. Non crediamo che si tratti solo di una questione semantica.
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