Nei tg cominciano i servizi di propaganda sugli “hotel di isolamento”; dove gli anziani vengono segregati per il loro bene: linda stanzetta, bagno, pasti … primi ospiti felici, con mascherina, si fanno in intervistare: “Così non infettiamo i nostri cari…!” A Roma, Virginia Raggi e Federalberghi sono d’amore e d’accordo: “Hotel inoperosi per accogliere pazienti asintomatici e per garantire la quarantena lontani dal proprio nucleo famigliare. Una proposta per rilanciare il settore alberghiero e svuotare gli ospedali“. La cosa viene presentata come alternativa alla chiusura in casa degli ultrasettantenni
Quella che si sta attuando – inarrestabile, nonostante ogni obiezione sensata – è una delle misure più crudeli che il superpotere malvagio ha potuto concepire: vecchi prima perfettamente autosufficienti, chiusi in casa o reclusi in ambienti estarnei, lontani dalle persone e dai luoghi abituali, degradano fino all’imbecillità e la completa dipendenza: è noto, accade nelle case di riposo.
“Chiuderci dentro ci ucciderà anziché salvarci”, dice Alberto Asor Rosa a Repubblica. 87 anni, intellettuale comunista da sempre, ha paura di non poter più fare la passeggiata quotidiana. Nel 2011 auspicò un “colpo di stato democratico” contro il governo Berlusconi (che effettivamente fu attuato, con Mario Monti messo al potere dalla BCE che manovrò lo spread) in termini che sono una involontaria profezia dell’attuale presa di potere di Conte-Gualtieri. Asoro Rosa desiderò esplicitamente ““Una prova di forza che, con l’autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall’alto, instaura quello che io definirei un normale “stato d’emergenza”, si avvale […] dei Carabinieri e della Polizia di Stato, congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d’autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d’interessi […] la lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l’Italia alla sua più profonda vocazione democratica» (Il Manifesto, 13 aprile 2011).
Adesso Asor Rosa ha quel che voleva, oltre le aspettative sue: il “normale stato d’emergenza” a guida PD dalla “profonda vocazione democratica” per definizione, la “prova di forza” con il “prevedibilissimo appoggio europeo” che ha “congelato le Camere” e stabilito “d’autorità nuove regole”; non solo elettorali ma di violazione della Costituzione, delle elementari libertà politiche e personali – e tutto per proteggere la nostra salute.
E adesso dice al potere che ha voluto che lui non vuol essere segregato, perché l’isolamento “ci ucciderà”. Siccome è un sinistro e un ricco-di-Stato, per lui ci sarà il trattamento di riguardo che i regimi comunisti assicuravano ai membri della Nomenklatura diventati decrepiti e rincoglioniti.
Ma il destino tremendo che il regime assegna a noi, non appartenenti all’apparato, chi può descriverlo?
Ecco il dottor Louis Fouché, anestesista-rianimatore presso l’Hôpital de la Conception di Marsiglia, in un’intervista a Cnews, 28 ottobre 2020, si oppone con forza disperata al “riconfinamento”, le stesse misure che Conte applica in Italia e Macron in Francia: sul piano medico, terapeutico,scientifico e umano – è, dice, “irresponsabile”.
“Perché il riconfinamento, mezzo più che discutibile e discusso come efficace nel contrasto ai contagi, ha effetti collaterali sistemici, che sono assolutamente importanti. Nel rapporto rischio-beneficio, i rischi superano di gran lunga i benefici di questa epidemia. I principali effetti collaterali sono allo stesso tempo sanitari, sociali, economici e sistemici. E li abbiamo già visti nel primo lockdown.
“Effetti a sanitari: abbiamo visto infarti non rivascolarizzati al primo confino; persone che avevano dolore al petto, e non sono venute (a farsi visitare). Sono finiti con il cuore rotto, con insufficienza cardiaca allo stadio terminale. Hai tumori, leucemie, linfomi che hanno 3, 6 mesi di ritardo diagnostico e terapeutico. Vediamo forme che non si vedevano da 30 anni, con perdita di possibilità in termini di prognosi, che sono rilevantissime; che compenserà ampiamente il numero delle morti di covid e anche di moltissimo.
Avete persone anziane che degradano cognitivamente molto, molto, rapidamente per l’isolamento sociale, per stare dietro le maschere. Allo stesso modo abbiamo bambini negli asili nido che stanno con tate mascherate tutto il giorno, a cui non è permesso toccarli. Rileggi Cyrulnik [uno psichiatra studioso della “clinica degli affetti familiari”] e le ricerche sugli orfanotrofi in Romania: questo è quello che stiamo facendo ai nostri figli: non arrivano più imparare a parlare, non possono più associare i fonemi all’articolato, né l’articolato alle emozioni. Stiamo impazzendo.
La realtà è che siamo impazziti.
“Dovrebbero essere prese misure mirate: dare maschere FFP2 alle persone che sono anziane; alle persone fragili; alle persone che hanno paura; persone che hanno comorbilità; che sono ipertese, diabetiche e obese… le persone a rischio, con la [maschera] FFP2. Non ha senso far credere loro che la maschera di carta li salverà; semplicemente non è vero. Questa è una impostura e lo sappiamo tutti. E poi lascia che i ristoranti lavorino, che la gente lavori. E lasciare che i medici prescrivono idrossiclorochina, zitromax [azitromicina] e zinco […] Ci sono così pochi rischi e così tanti potenziali benefici. Lasciate che lo facciano e smettila di provare a vendere remdesivir.
“E voi, fate luce sui conflitti di interesse in questa faccenda, nel Comitato Tecnico- Scientifico, nel governo e nell’Agenzia del Farmaco. Questo è il compito di giornalisti. Io parlo a nome mio e parlo a nome di un collettivo chiamato Réinfocovid che riunisce 350 ricercatori […]. Io non ho conflitti di interesse in questa storia. E questa è la prima domanda che dovreste porre a chiunque sia coinvolto in questa storia.”“…E dare soldi all’ospedale pubblico. Sono quindici anni che non abbiamo soldi. Abbiamo 69.000 posti letto in meno in 15 anni negli ospedali pubblici. Dobbiamo dare soldi alla rianimazione in modo da avere attrezzature, operatori sanitari e ciò che serve per trattare adeguatamente le persone. Quindi dobbiamo ripristinare l’intelligibilità di questa epidemia”.
Invece, nonostante tutto, comincia la segregazuone dei vecchi in “ghotel” che presto, molto presto, diverranno campi di concentramento: chi controllerà come vengono curati gli internati? Che cibo ricevono? Che rapporti umani, parole, affetti?
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