Anzitutto guardate questo video. E’ la deposizione del dottor Stanley Plotkin, autorità mondiale in tema di vaccini, creatore di molti vaccini contro le malattie infantili, e pioniere dell’uso di feti umani abortiti come componenti dei vaccini. Delle circostanze in cui è stata resa questa deposizione va detto rapidamente: chiamato come perito a favore da un abortista querelato, l’avvocato della querelante lo interroga – come si vede in tanti tele film – e riesce a farlo rinunciare a presentarsi come “Expert Witness”, ad auto-ricusarsi perché non è un neutrale ed oggettivo “esperto”, ma parte....
Qui il dottor Plotkin non solo deve ammettere che ha usato decine feti umani fatti a pezzi in cui coltivare gli anticorpi, 76 feti in un solo studio. Peggio, il dottor Plotkin ha sperimentato vaccini su bambini handicappati mentali, e non ha potuto negare di aver detto, anzi scritto, che era meglio fare tali esperimenti pericolosi “su esseri che hanno meno possibilità di contribuire alla società, come i bambini con handicap rispetto a bambini o adulti non handicappati”.
Insomma il dottor Plotkin coltiva la stessa ideologia che viene condannata nel defunto regime nazista. Senza nessuno scrupolo o esitazione di coscienza. Il che è particolarmente grave essendo Plotkin ebreo – cosa che si può sottolineare, credo, scongiurando le punizioni del le Nuove Disposizioni , aggiungendo subito che anche l’avvocato che lo interroga e lo sconfigge è ebreo,ed ebreo militante: Aaron Siri, laureato in California in Legge, “earned a Bachelor of Science in Accounting with Honors from Yeshiva University.and clerked for the Chief Justice of the Supreme Court of Israel”.
Plotkin è un Mengele americano. Con la stessa sordità morale, la stessa sicurezza che la Scienza merita il sacrificio di qualche bocca inutile e qualche essere inferiore, anzi peggiore in questo, che non risulta che Mengele abbia rimestato e maneggiato feti umani.
Il punto è che il dottor Mengele non vive più sul pianeta dal 1945, e la sua ideologia razzista è giustamente gravata da damnatio memoriae, e non ha più effetto; mentre il dottor Plotkin esiste ancora, e la sua ideologia e lunga pratica da necromante (così veniva chiamato una volta chi usava residui cadaverici per scopi di potenza; magia nera) esercita tutti i suoi effetti su di noi e i nostri figli.
Perché, come ha spiegato la farmacologa dottoressa Theresa A. Deisher, Ph.D., il DNA di aborti nei vaccini suscita nel sistema immunitario del vaccinato effetti sinistri, per i motivi scientificamente incontrovertibili che la dottoressa ha spiegato nell’articolo che le dedicai a suo tempo, ed è il caso di rileggere
Il fatto che obiezioni come quelle della Deisher non vengano prese in conto, e praticamente censurate, e che si deridano come No-vax le madri che hanno avuto bambini autistici o morti dopo il vaccino, e domandano (domanda altamente scientifica) se “post hoc ergo propter hoc”, indicano che Mengele e la sua ideologia – sono al potere –e dettano il progetto globale.
Lo abbiamo subìto noi stessi quando abbiamo chiesto se l’esplosione anormale del Covid19 fra Bergamo e Brescia non dipendesse dai vaccini anti-influenzali praticati a tappeto dalla ASL in quelle zone, visto che uno studio americano, fra i veterans assistiti dal Pentagono, indicava questa probabilità. Ho ottenuto comunicati minacciosi di troll che mi intimavano di tacere “per rispetto dei morti” di Bergamo. E un attacco in più da siti tipo Butac, in qualità di antiscientifico oscurantista (oltreché antisemita, va da sé)
Ci sono abituato, e non mi preoccupo. Vorrei solo notare che ad essere sommamente antiscientifico è il Butac, e tutti quelli che impongono tacere la domanda, sui vaccini anti-influenza, di cui tante madri hanno accusano che causano danni permanenti, autismo e persino morte, se “post hoc” può essere “propter hoc”.
Porre la domanda è scientifico nel senso galileaiano: si fa un’ipotesi, e si cerca di vedere viene confermata o smentita.
“Provando e riprovando”, ossia “dimostrando e confutando” , è il motto di Galileo e il modo in cui avanza la scienza.
Chi censura la domanda ha della scienza la stessa idea che avevano Mengele, Lenin, Stalin, e i loro moderni continuatori: la Scienza (maiuscola) come strumento della ideologia, ossia del potere dominante. Ciò che preoccupa Butac e simili, non è sapere la verità, altrimenti sarebbero i primi a voler esaminare il caso, onde confutare l’ipotesi. . No, il loro movente è tutt’altro: impedire che “i no-vax abbiamo in mano un argomento a favore la loro tesi”.
Lo scopo dunque è di potere. Questa strumentalizzazione ideologica della Scienza, insieme al divieto di far domande e alla etichettatura diffamatoria ( o psichiatrica) di chi la fa, è il metodo che abbiamo visto perennemente adottare dai comunisti, quando erano al servizio dell’URSS. Adesso sono passati al servizio del capitalismo globale e dei miliardari monopolisti rentiers come Bill Gates, mettendo i loro metodi di agire nell’arena politica, mai cambiati, al servizio dei nuovi Padroni.
Al governo attualmente, con questi metodi attuano e blindano il progetto totalitario: adottando i nuovi Mengele come “scienziati”. E senza alcuno scrupolo per la deriva malthusiana, e quindi genocida, cui collaborano.
I medici, senza di loro e senza aiuti dalla Protezziona Civila, usano idrossiclorochina, eparina e l’antibiotico “a fiumi” (cit.), e svuotano i reparti di terapia intensiva; loro che governano, e i loro media, fanno finta di non saperlo; ripetono che bisogna “aspettare il vaccino” (come gli ha detto Bill Gates, e loro sono anzitutto e soprattutto, pro-Vax contro i No-vax). E continuano con la loro informazione fatta per terrorizzare gli sprovveduti, purtroppo maggioranza.
“Un rapporto comitato tecnico scientifico parla di un rischio potenziale di 151mila casi da terapia intensiva”, così Fabiana Dadone, ministra della Pubblica Istruzione, ripresa con clamore dalle TV.
Il rapporto in questione è già stato ampiamente smentito, fra l’altro con l’osservazione che i dati che riporta sarebbero validi se la popolazione italiana fosse di 260 milioni.
Lo stile delle “notizie” fatte apposta per terrorizzare è inconfondibile. Siccome gli studi (quelli sì scientifici) fatti su tutti i bambini di Vo’ Euganeo hanno comprovato che i bambini non sono contagiati né contagiano, anche se vivono con nonni positivi, c’è stato un correre ai ripari.
Tgcom 24:
Coronavirus, direttore pediatria Sacco di Milano: “Da dicembre a febbraio 80 bambini con la polmonite”
In collegamento a “Pomeriggio Cinque” l’esperto, Luca Bernardo: “Appena possibile li convocheremo per test sierologici”
I bambini di Lombardia da zero a 16 anni sono un milione e mezzo. Bambini della sola Milano sono pur sempre 442.432. Quale 0,0 per cento costituiscono 80 casi di polmonite,? Fate voi i calcoli e dite se se si può parlare di epidemia. I bambini con cancro, 7 mila in Italia, sono certo di più. E’ solo la continuazione dell’operazione terrore intrapresa dai media televisivi.
E’ indicativo che la RAI lanci l’allarme-bambini con questa notizia, mentre non cerca quel Cristian Atzori Auret, palesemente un medico lombardo facilmente reperibile, che ha scritto
” By: Cristian Atzori Auret: E’ una verifica che stiamo conducendo su scala nazionale Monica. Collaborano medici negli ospedali e nel 118. “Da 60 verifiche che ho condotto ricavando i dati di pazienti in t.i.r., grazie all’aiuto di chi ci appoggia nella libera scelta, 58 avevano ricevuto i vaccini antinfluenzali. Gli intubati giovani avevano usato VaxiGrip Tetra, che si propina anche ai bambini. Tutti i ceppi contenuti degli antinfluenzali di questo anno vennero indicati dall’ #OMS ad inizio 2019, e contengono 2 ceppi di coronavirus (definito inattivato). Non è una questione secondaria….
In compenso contro questo dottore si scaglia subito Butac, che lo incolpa di “mala informazione ed antivaccinismo”. L’attacco è dunque ossessivamente ideologico – impedire di dare ragione ai No-Vax. Butac elenca gli studi scientifici che Auret ha postato, per ridicolizzarli: o sono “vecchi”, o sono su pochissimi casi, quindi inconclusivi – invece negare che in moltissimi casi coloro che hanno ricevuto il vaccino anti-flu si sono beccati il Covid 19 in forma grave, e sono morti in tale quantità da doverne portare i cadaveri sui camion militari a farli cremare fuori città – questo non è ritenuto da Butac abbastanza conclusivo da consigliare di esplorare l’ipotesi: non affermarla, ma metterla alla prova per eventualmente confutarla, o come dicono nel gergo di Popper, “falsificarla”. Eppure non sarebbe difficile smontare la tesi controllando: esistono davvero dentro i vaccini indicati ceppi di coronavirus?
Niente. Tutto l’apparato, dal preteso Comitato Tecnico Scientifico fino a Butac, non vuole indagare su questa ipotesi. Aspetta”il vaccino” che ci libererà. O almeno il Remdesivir, che essendo “nuovo” e brevettato fa guadagnare miliardi alla Casa.
L’ideologia, non la scienza, regge questa dittatura sanitaria sempre più oppressiva e rovinosa per le nostre vite . Il “governo” degli “scienziati” è giunto a “fortemente raccomandare” – domani, ordinare – di fare il vaccino anti-influenzale a tutti, perché consentirebbe la diagnosi differenziale: ossia non serve a te, vittima, ma serve a loro per capire meglio se hai il coronavirus o “solo” una influenza.
Ovviamente in questa direttiva del governo non c’è solo demenzialità; vi si vede lo spirito del Mengele americano, del dottor Plotkin: siete nostre cavie.
Come dubitarne? Ormai i rapporti del governo Conte con il Progettista del grande piano di spopolamento fanno i titoli dei giornali.
Bill Gates chiama Conte: “Più soldi per la ricerca del vaccino”
Il miliardario domani ha una videocall con il premier italiano. Parleranno della cura sperimentata da un’azienda di Pomezia con la Oxford University. Anche il G20 italiano nell’agenda di Mr. MIcrosoft
L’amico Enrico Galoppini, che è padre di famiglia con bambini ed insegnante, segnala qualcosa di profondamente inquietante.
“Stasera – mi scrive – ascoltando dei colleghi alle prese coi piani per il prossimo anno accademico, mi sono reso conto che l’idea arrendevole e malsana secondo la quale andremo avanti così per chissà quanto tempo ha fatto breccia nelle coscienze. C’è, in alcuni, una grave forma di rassegnazione a subire il “distanziamento sociale” e la reclusione forzata ogni qualvolta che il governo, consigliato dagli “esperti”, lo riterrà opportuno. Insomma, si sta facendo strada la sensazione che “non vivremo più come prima”, mai più. Il che, oltre ad essere folle, è pure fuori da ogni logica, perché ciò significherebbe la scomparsa pura e semplice dell’uomo, in quanto esso è per natura un “animale sociale”.
La reclusione, il distanziamento, la psicosi verso gli altri visti come potenziali untori e minacce alla propria incolumità, aggiunte all’impossibilità di avere esperienze che vadano oltre quelle che si possono esperire tra le mura di casa e, peggio che mai, nella realtà virtuale di internet, conducono ad uno stato depressivo che si ripercuoterà inevitabilmente in un rifiuto della vita. Com’è tipico di tutti i depressi.
Ora, qualcuno in vena di scherzare, tra i vari messaggi ironici che circolano in questo periodo ne ha fatti girare alcuni a tema sessuale: approfittiamo della quarantena per fare più sesso. Ma la verità è l’esatto contrario, perché la gente impaurita e stressata, stressata da questo clima apocalittico diffuso dai media e dal simulacro d’esistenza che conduce, non si concede più nessun piacere (specialmente se non si è un “single”, che ancora si può godere qualche momento di relax). Perché in fondo il messaggio che circola insistentemente è che dobbiamo fare a meno di tutto quel che non è “essenziale” (deciso da chi?), e cioè lavorare, fare la spesa e poco altro.
Men che meno quest’umanità terrorizzata dalla vita avrà voglia di procreare, perché s’interrogherà sull’opportunità di mettere al mondo una creatura destinata a vivere come un carcerato fin dal primo vagito. Un motivo in più, dunque, per non fare figli, come se non bastassero le sempre più limitate risorse economiche generate da chiusure obbligatorie e fallimenti da decreti.
Ma c’è di più. È risaputo che gli animali in cattività fanno più fatica a riprodursi: lo stesso accadrà anche a noi, se questa situazione dovesse protrarsi per troppo tempo ancora.
Ecco così raggiunto, senza troppo dare nell’occhio, con un “virus” che non è “La Peste”, uno degli obiettivi delle élite nemiche dell’uomo che agitando lo spettro della catastrofe ambientale d’origine antropica predicano la decrescita e la denatalità”.
La reclusione, il distanziamento, la psicosi verso gli altri visti come potenziali untori e minacce alla propria incolumità, aggiunte all’impossibilità di avere esperienze che vadano oltre quelle che si possono esperire tra le mura di casa e, peggio che mai, nella realtà virtuale di internet, conducono ad uno stato depressivo che si ripercuoterà inevitabilmente in un rifiuto della vita. Com’è tipico di tutti i depressi.
Ora, qualcuno in vena di scherzare, tra i vari messaggi ironici che circolano in questo periodo ne ha fatti girare alcuni a tema sessuale: approfittiamo della quarantena per fare più sesso. Ma la verità è l’esatto contrario, perché la gente impaurita e stressata, stressata da questo clima apocalittico diffuso dai media e dal simulacro d’esistenza che conduce, non si concede più nessun piacere (specialmente se non si è un “single”, che ancora si può godere qualche momento di relax). Perché in fondo il messaggio che circola insistentemente è che dobbiamo fare a meno di tutto quel che non è “essenziale” (deciso da chi?), e cioè lavorare, fare la spesa e poco altro.
Men che meno quest’umanità terrorizzata dalla vita avrà voglia di procreare, perché s’interrogherà sull’opportunità di mettere al mondo una creatura destinata a vivere come un carcerato fin dal primo vagito. Un motivo in più, dunque, per non fare figli, come se non bastassero le sempre più limitate risorse economiche generate da chiusure obbligatorie e fallimenti da decreti.
Ma c’è di più. È risaputo che gli animali in cattività fanno più fatica a riprodursi: lo stesso accadrà anche a noi, se questa situazione dovesse protrarsi per troppo tempo ancora.
Ecco così raggiunto, senza troppo dare nell’occhio, con un “virus” che non è “La Peste”, uno degli obiettivi delle élite nemiche dell’uomo che agitando lo spettro della catastrofe ambientale d’origine antropica predicano la decrescita e la denatalità”.
Enrico si domanda: “E’ L’OSSESSIONE PER LA DENATALITÀ che COLPISCE ANCORA?”.
Lo storico della scienza Enzo Pennetta toglie il punto interrogativo, come spiega in questo video:
La miseria è freddamente programmata per rendervi più dipendenti da loro, dalla Scienza così ben rappresentata dal dottor Plotkin e dal Comitato Scientifico Tecnico ; così lo “smart working”, la conquista del lavoro da casa, renderà infinitamente più facile il vostro licenziamento individuale; la perdita dei vostri diritti più elementari è sotto i vostri occhi. Gabellata come protezione contro una epidemia sulla quale vi hanno terrorizzato.
Forse è il caso che vi rivediate lo scenario del futro che vi aveva “previsto” Roberto Casaleggio:
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