Come se stessero all'opposizione
La manovra ancora non è in Parlamento. Ma il ministro Patuanelli reclama più soldi per il suo ministero e Italia viva già promette battaglia. Zingaretti si spazientisce...
Al governo come se stessero all’opposizione. È il mantra del governo giallorosso. Oggi, ad esempio, è il turno di Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico a cinquestelle. Guardate cosa dice: “Il governo deve fare un ulteriore sforzo: rendere triennale impresa 4.0, per garantire una rivoluzione stabile del mondo delle imprese”. E ancora: “Dobbiamo creare una visione, coltivare la fiducia di tutti quegli eroi che creano la ricchezza del nostro Paese, che garantiscono l’occupazione e rendono il made in Italy grande nel mondo”. Pochi minuti prima un parlamentare della composita maggioranza si dilettava sempre sulla legge di bilancio: “Da parte nostra non ci sarà mai un voto favorevole a una misura di aumento delle tasse. L’aggravio di tasse sulle automobili aziendali colpisce il reddito di due milioni di lavoratori, sarebbe un modo indiretto e subdolo di aumentare il cuneo fiscale di tantissimi lavoratori a reddito medio o basso”. ...
Leggendolo e rileggendo sembrerebbe vergato da un esponente dell’opposizione, non distruttiva, va da sé, ma come si diceva un tempo, opposizione costruttiva. E invece la firma in calce all’affermazione di cui sopra rimanda a Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva, parlamentare del partito di Matteo Renzi, che è uno degli attori della composita maggioranza. Già, Renzi. L’ex premier bombarda il governo quando ha un attimo di tempo. Trattasi pur sempre di opposizione “costruttiva” all’esecutivo che ha voluto fortemente. Ieri, ad esempio, l’ex rottamatore ha scolpito un tweet che sembrava scritto dall’altro Matteo, Salvini: “Italia Viva ha bloccato aumento iva e tasse sui cellulari e casa. Adesso lotteremo in Parlamento contro sugar tax e tassa sulle auto aziendali. Ci sono i numeri per bloccarle sia in bilancio che in Parlamento”.
Ecco, un tempo non molto lontano stare al governo significava rispettare un codice etico di comportamento. Ovvero, fare le proposte nelle sedi opportune, costruire un progetto assieme agli alleati di governo. In sintesi, fare squadra. Né più, né meno come un team di calcio, o di pallacanestro, o di pallavolo. Eppure nell’era dei cinguettii facili, delle dirette Facebook, delle storie su Instagram, succede all’interno dell’esecutivo giallorosso un fenomeno che sembrava appartenere solo e soltanto a Matteo Salvini.
Lo sketch si ripete anche sulle frequenze giallorosse. Con il solo Nicola Zingaretti, il segretario del Pd, che continua a sgolarsi, ad avere un atteggiamento da leader di maggioranza. Senza sbavature o critiche sterili, utili solo racimolare un punto di percentuale in più nei sondaggi. Non a caso, proprio oggi, sul Sole 24 ore, il governatore della Regione Lazio torna sulla questione: “Mettiamola così: non si può governare insieme da avversari. O c’è una comune tensione, un comune sentire, una comune idea di sviluppo per questo Paese oppure non ha senso andare avanti”. Tuttavia, nell’attesa che cambi qualcosa, gli altri partiti della maggioranza siedono al governo come se stessero all’opposizione.
- Giuseppe Alberto FalciGiornalista politico
Nessun commento:
Posta un commento