MARCO BRESOLIN – la Stampa) –
Con il nuovo incarico a Giuseppe Conte, Jean-Claude Juncker è sempre più convinto di aver vinto la propria scommessa. Parlando con i suoi collaboratori, nei mesi scorsi il presidente della Commissione Ue aveva detto di voler condurre una sorta di «operazione-Tsipras» con il premier. Trasformare il leader di un esecutivo populista in un capo di governo moderato e dialogante. Convertire il “burattino” di Matteo Salvini (copyright Guy Verhofstadt) in fedele alleato di una forza politica tradizionale come il Pd.
Il paragone con il numero uno di Syriza è risuonato più volte nei colloqui privati di Juncker, che ieri si è complimentato con Conte. Il lussemburghese è certo di aver contribuito alla metamorfosi dell’ avvocato del popolo. Con le trattative andate a buon fine per evitare le due procedure sul debito....
E con i consigli politici, per spingere il M5S all’ interno della nuova maggioranza a Strasburgo. Il voto dei grillini a Ursula von der Leyen – decisivo – è stato l’ emblema di questo lavoro di smussatura. Tanto che ora sono già iniziate le manovre per favorire l’ ingresso dei 14 eurodeputati del Movimento in uno dei gruppi tradizionali.
Le opzioni sul tavolo sono due. Potrebbero entrare nei liberali (Renew Europe), operazione nella quale è pronto a spendersi Matteo Renzi, anche attraverso Sandro Gozi (eletto con il partito di Macron). Resta però aperta anche la strada che li porterebbe nei Verdi, al momento l’ opzione preferita dalla maggioranza dei parlamentari M5S. Ma proprio ieri dagli ecologisti è arrivata una frenata.
Fin qui il futuro del Movimento. Poi ci sono i rapporti tra l’ Ue il futuro governo. Ieri hanno fatto scalpore (in Italia) le parole di Gunther Oettinger a un’ emittente tedesca.
Ha detto che Bruxelles “farà tutto il possibile per facilitare il lavoro del governo italiano” e per “ricompensarlo”. Dichiarazioni subito interpretate come l’ annuncio di un super-sconto in termini di flessibilità di bilancio.
La realtà è un po’ diversa, anche perché lo stesso Oettinger – che tra un mese non farà più parte dell’ Ue – ha sottolineato l’ importanza del «consolidamento di bilancio» e del rispetto delle regole. In ogni caso, a Bruxelles, la sua battuta viene liquidata come «l’ ennesima gaffe» di un politico che vanta una vasta collezione. Qualche esempio? «I mercati insegneranno agli italiani come votare». «I cinesi si pettinano col lucido da scarpe». «La Vallonia?
Una micro-regione in mano ai comunisti». Adesso la “ricompensa” ai giallorossi.
Certo è che a Bruxelles si aspettano una fase in cui il dialogo prevarrà sulla conflittualità, dopo 14 mesi di tensioni continue. «Ci aspettiamo un governo stabile e progressista – ha fatto sapere ieri il ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz – e questa è una buona notizia per l’ Europa».
In questo clima, avviare un dialogo per ottenere margini di flessibilità sarà indubbiamente più facile. Ma al momento nulla è scontato e la trattativa d’ autunno deve ancora cominciare.----
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