Il presidente Obama ha assistito alla cerimonia. Nel 2009 aveva sollevato il divieto alla copertura mediatica dei rimpatri dei cadaveri
Il presidente statunitense Obama ha presenziato al rientro delle salme dei 30 soldati statunitensi, morti sabato scorso nell'elicottero abbattuto dai talebani in Afghanistan.
La cerimonia del loro arrivo alla base dell'aeronautica a Dover, in Delaware, è stata chiusa alla stampa.
La decisione ha sollevato molte polemiche e sospetti sulle circostanze ella loro morte.
Nel 2009 l'amministrazione Obama aveva eliminato il divieto di copertura mediatica del ritorno delle salme dei militari morti in azioni all'estero, in vigore da 18 anni.
Il colonnello David Lapan aveva precedentemente dichiarato che "non si tratta di un cambiamento di politica", ma che questa volta i resti dei militari "non sono stati identificati e i loro familiari non sono in grado di dare il loro assenso".
http://it.peacereporter.net/articolo/29908/Usa%2C+nessun+giornalista+per+il+rientro+delle+salme+dei+30+militari+morti+in+Afghanistan
PS: Caro Obama, dovresti vergognarti di vietare ai genitori di rendere omaggio ai figli morti per i tuoi interessi!
Saluti, umberto marabese
La cerimonia del loro arrivo alla base dell'aeronautica a Dover, in Delaware, è stata chiusa alla stampa.
La decisione ha sollevato molte polemiche e sospetti sulle circostanze ella loro morte.
Nel 2009 l'amministrazione Obama aveva eliminato il divieto di copertura mediatica del ritorno delle salme dei militari morti in azioni all'estero, in vigore da 18 anni.
Il colonnello David Lapan aveva precedentemente dichiarato che "non si tratta di un cambiamento di politica", ma che questa volta i resti dei militari "non sono stati identificati e i loro familiari non sono in grado di dare il loro assenso".
http://it.peacereporter.net/articolo/29908/Usa%2C+nessun+giornalista+per+il+rientro+delle+salme+dei+30+militari+morti+in+Afghanistan
PS: Caro Obama, dovresti vergognarti di vietare ai genitori di rendere omaggio ai figli morti per i tuoi interessi!
Saluti, umberto marabese
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