
di F. Q. - 4 Novembre 2025 Ultimo aggiornamento: 10:49
PS: Se le parole del ..."L’archeologo Andrea Carandini non usa eufemismi per commentare il crollo di una parte della Torre dei Conti a Roma, vicino al Colosseo: “Incompetenza tecnica”-
...allora la Signora Zacarova non ha torto...o no?
umberto marabese
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Secondo Carandini, “è impensabile che, in un’era come la nostra in cui si hanno a disposizione le soluzioni tecnologicamente più avanzate e sicure per gli interventi strutturali sul patrimonio culturale, sia avvenuto un crollo paragonabile a quello causato da un terremoto“. Il sospetto è che il progetto implicasse interventi eccessivamente invasivi: “Valorizzare è più che legittimo. Ma se per valorizzare un bene lo fai crollare, si procura un danno culturale enorme. In un bene così fragile occorreva procedere con interventi minimi. E non mi sembra che sia stato così. Il troppo stroppia, come in certe operazioni di chirurgia estetica in cui si esce devastati e irriconoscibili. Penso sia necessario e doveroso stabilire le responsabilità“.
In un’altra intervista al quotidiano La Stampa, Carandini commenta l’ipotesi di una gestione da parte del ministero della Cultura: “Non sarebbe perfetto ma sarebbe migliore della gestione attuale. Il ministero ha delle mancanze nella valorizzazione, è burocratico, statalista e con pochi rapporti con la società civile, ma è stato eroico nella tutela. Penso, per esempio, a Pompei“. I lavori di ristrutturazione sono gestiti dalla Sovrintendenza del Comune di Roma, il soggetto attuatore del progetto finanziato con fondi del Pnrr.
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