La tensione tra Stati Uniti e Venezuela è sempre più alta e rischia di sfociare in un conflitto globale. Il presidente, Donald Trump, ha dichiarato, parlando con i giornalisti a bordo del suo Air Force One, di avere deciso “in un certo senso” i prossimi passi da compiere nei confronti delle autorità bolivariane, rivendicando al contempo i successi ottenuti fino ad ora nella lotta al narcotraffico che ha, a suo dire, uno dei principali epicentri in quei territori.
Il consiglio di guerra nei sotterranei della West wing
L’inquilino della Casa Bianca ha partecipato, secondo quanto si è appreso da fonti dell’Ala Ovest della propria residenza ufficiale, alle riunioni, svolte negli ultimi due giorni con i suoi stretti collaboratori, dedicate alle possibili azioni nei confronti di Caracas. Gli alti vertici hanno presentato varie opzioni al Comandante in capo, mentre il ministro della Difesa, Pete Hegseth, ha reso noto ieri l’avvio di una nuova operazione contro i cartelli della droga in loco.
Asset pronti a colpire
L’annuncio è avvenuto proprio nel momento in cui due navi del dipartimento della Guerra, a stelle e strisce, sono entrate in acque internazionali, ma in una zona economica esclusiva del Paese di Nicolas Maduro. Il settore marittimo è perlustrato inoltre dalla portaerei di Washington, Gerard Ford, che è anche la più grande del mondo. Tutti i mezzi starebbero aspettando solo più l’ordine di attacco che potrebbe essere impartito, da un momento all’altro, dalla guida dell’amministrazione repubblicana.
Gli elementi da non perdere...
Non è escluso che la stessa possan escludere autorizzare persino una invasione di terra con cui accaparrarsi il controllo dei giacimenti petroliferi di cui è ricco quel sottosuolo. L’ipotesi viene consideratamente altamente probabile dalla Cina, dall’Iran e dalla Russia. Pechino, Teheran e Mosca hanno invitato la superpotenza al di là dell’Atlantico a evitare l’escalation che intende giustificare con la scusa di fermare lo smercio di stupefacenti in patria.
La posizione del gigante euroasiatico
La portavoce del dicastero degli Esteri di Sergej Lavrov, Maria Zakharova, ha precisato in particolare che il Cremlino è pronto a fornire tutta l’assistenza necessaria per respingere una probabile aggressione proveniente dagli asset bellici d’Oltreoceano. Le ostilità causerebbero quindi ulteriori distanze, tra la leadership americana e quella russa, che si aggiungerebbero a quelle bilaterali in merito ai conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, fino ad arrivare alla scelta di riprendere la corsa ai temuti test nucleari sospesi, tra i giganti del pianeta, da oltre trent’anni....-----------
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