PS:" ...SI LEGGE IMPERIALISMO PETROLIFERO...USA"! ..dal nostro Parlamento nessuno traduce... in invasione USA della nazione Venezuela?...
Umberto Marabese
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Mar dei Caraibi, spiagge paradisiache e vento di guerra.
Gli Stati Uniti, nelle scorse ore, hanno dispiegato il più grande schieramento navale nell’area dalla crisi dei missili di Cuba nel 1962. La prossima settimana, tra il 12 e 14 novembre, arriverà nelle acque dei Caraibi la Gerald Ford, la più grande portaerei della marina americana, insieme ad altre tre navi da guerra e più di 4.000 militari a bordo.
Intanto il Pentagono ha comunicato di aver “ucciso tre narcotrafficanti” nel corso di un attacco aereo contro una presunta nave dedita al traffico di droga, nelle acque venezuelane. In realtà Caracas sta subendo attacchi missilistici da parte di Washington da alcune settimane, i quali hanno provocato la morte di almeno 62 persone. Raid che l’Onu ha definito “inaccettabili”.
Donald Trump ha negato pubblicamente di pianificare attacchi contro il Venezuela di Maduro. Il presidente venezuelano intanto avrebbe scritto una lettera a Vladimir Putin chiedendo al leader russo l’aiuto di Mosca così come alla Cina di Xi.
Secondo diversi analisti internazionali il repubblicano starebbe preparando un attacco al Venezuela per rovesciare Maduro, ma la strategia rischia di trascinare in un conflitto l’intera America Latina, perché il vero scopo sembra essere il controllo diretto dei giacimenti petroliferi più ricchi del continente.
“Visto il fallimento dei tentativi golpistici attuati fomentando il terrorismo e colpendo i diritti dei Venezuelani mediante le sanzioni, di cui è responsabile anche l’Unione Europea, Trump, ha scelto ora di percorrere la via dell’attacco militare. Il pretesto è quello della lotta al narcotraffico che sarebbe condotto dal fantomatico Cartel de Los Soles”, scrive Fabio Marcelli, Copresidente CRED.
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