Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, un amico da molti anni residente in Romania ci ha scritto una lettera, che offriamo alla vostra attenzione, mettendo solo le iniziali della persona interessata, che teme ritorsioni sulla sua famiglia. Alleghiamo anche questo contributo di Nicola Porro per chi fosse interessato ad approfondire il tema. Buona lettura e diffusione.
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Carissimo,
come sai, vivo da oltre dieci anni in Romania. Qui mi sono sposato e ormai la Romania è la mia seconda patria, anche se ogni tanto torno in Italia e sempre d’estate per le vacanze.
Hai visto cosa è successo qui da noi, con le elezioni presidenziali annullate dalla Corte Costituzionale.
È stata una cosa da pazzi, scandalosa, oltretutto una decisione presa pochi giorni dopo che la stessa Corte, dopo il riconteggio dei voti, aveva dichiarato regolari le elezioni.
E adesso all’improvviso si scopre che sarebbero state influenzate dalla Russia, tramite Tik Tok.
Siamo alla farsa. Che la Russia cerchi degli spazi in Romania, lo sanno anche i bambini. Che però sanno anche che questi spazi gli americani, la NATO, se li sono già presi.
I rumeni non sono davvero contenti di essere una specie di avamposto della NATO a Oriente. Si rendono conto benissimo che questo li rende uno dei più facili e immediati bersagli della Russia nel caso malaugurato di una guerra.
Ma i rumeni non sono contenti di tante altre cose, della corruzione che sembra invincibile e che secondo molti è peggiore di quella che c’era ai tempi di Ceausescu. Non sono contenti del fatto che un quinto, se non di più, di loro debba andare a lavorare all’estero, perché in Romania non c’è lavoro, con quello che ne deriva sulla stabilità delle famiglie, che troppo spesso hanno il padre o la madre o i figli maggiori all’estero, e più facilmente si disgregano.
Non sono contenti dell’inefficienza dei servizi pubblici e della sanità.
Cosa hanno avuto i rumeni dal loro avvicinamento all’Occidente? Nessun vantaggio, ma l’importazione, se così vogliamo dire, delle dottrine inaccettabili sull’omosessualità, sulla molteplicità delle famiglie e le altre cose in questo argomento. Nessun aiuto reale e concreto in termini di investimenti per creare posti di lavoro, per frenare l’emigrazione.
I rumeni, come sai, sono in gran parte ortodossi e conservano, almeno come desiderio, la difesa della famiglia e della moralità. A Bucarest da qualche anno si tiene il “gay-pride”, ma sai quanti gay-pride sono stati dispersi a legnate in altre città, non dalla polizia, ma dalla gente comune, dal popolo, a cui ripugnano queste cose?
E adesso, arriva lo schiaffo dalla Corte Costituzionale.
Ripeto, lo schiaffo, perché la vittoria al primo turno di Georgescu ha colto “di sorpresa” solo quelli che non volevano vedere la realtà della Romania. Georgescu ha saputo andare al cuore degli elettori, parlando anche di indipendenza (vera) della Romania. Tanto è bastato per bollarlo come di “estrema destra”.
Fatte le debite proporzioni, ricordi che negli Stati Uniti gli “analisti” parlavano di testa a testa tra Trump e la Harris? Poi Trump ha stravinto. Anche quegli analisti semplicemente non volevano, o non potevano, vedere la realtà.
E comunque adesso la gente, qui in Romania, è molto incazzata. Perché, dicono in tanti, anche se Georgescu fosse stato il peggio del peggio, se lo abbiamo votato, lo abbiamo scelto. Come si permette la Corte di mettere in discussione l’esito del voto? (Alla storiella dell’influenza con Tik Tok non crede nessuno).
E i rumeni hanno anche sotto gli occhi quanto sta accadendo in Georgia, che puzza troppo di piazza Maidan, perché qualcuno possa credere alle “spontanee” rivolte di piazza. E hanno sotto gli occhi i risultati elettorali della Moldavia, dove l’adesione alla UE è passata per un soffio e solo grazie ai voti dei moldavi all’estero…
La gente comune, che vuole lavorare e vivere in pace e che in Romania vuole anche difendere le sue tradizioni familiari e religiose, non vede di buon occhio un abbraccio con questo “Occidente”, moralmente marcio e che non fa nulla di concreto per aiutare davvero i Paesi più poveri.
Per adesso, non ci sono stati disordini di rilievo. Proteste, ce ne sono state, ma contenute e non violente.
Ma il fuoco cova sotto la cenere. I rumeni, quando si infiammano, sanno essere cattivi. Adesso vedremo cosa succederà. Il presidente Iohannis per ora resta al potere. Dovrà nominare un nuovo governo, che dovrà fissare la data delle nuove elezioni presidenziali. Per inciso, le elezioni politiche non sono state invalidate. Hanno dato risultati meno preoccupanti delle elezioni presidenziali e quindi la Corte non ha avuto niente da dire. Tanto per aumentare la presa in giro dell’elettorato.
E vedremo cosa succederà da qui al replay delle elezioni presidenziali e se magari qualche solerte magistrato non troverà modo di incriminare Georgescu per qualche grave reato, o se qualche “pazzo isolato” non attenterà alla sua vita.
Vedremo cosa succederà e speriamo in bene.
Come ti dicevo, il fuoco cova sotto la cenere. Speriamo che non succedano altre farse che potrebbero far perdere la pazienza a una popolazione che la sta esaurendo.
Non scordiamoci che, quando crollò l’impero sovietico, la Romania fu l’unico Stato in cui il passaggio di poteri fu cruento, e si concluse solo con la fucilazione dei coniugi Ceausescu. Speriamo non accadano più cose simili, anche se gli incoscienti che per ora hanno ancora il potere in mano, sembra che facciano il possibile per portate la Romania in clima di guerra civile.
Grazie per l’attenzione, carissimo.
Tuo
E. R.
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