Il presidente Joe Biden il 25 marzo 2022 entra nella mensa dell’82^ Divisione paracadutisti a Rzeszów. Parlerà a braccio, congratulandosi con questi soldati da diversi anni segretamente presenti in Ucraina.
GUERRA COGNITIVA – ESCALATION DELLE TENSIONI (13)
La propaganda di guerra cambia forma
In Ucraina l’esercito russo ha sconfitto i banderisti, ma la Nato ha vinto la guerra cognitiva contro i suoi stessi concittadini in Occidente. L’Alleanza atlantica ha messo a punto una nuova forma di propaganda, basata su quanto essa stessa denunciava appena poco tempo fa: le fake news, ossia informazioni non false, ma manipolate. Come proteggersi?
IL DISPOSITIVO DELLA NATO
«Sottomettere il nemico con la forza non è l’apogeo dell’arte della guerra, l’apogeo di quest’arte è sottomettere il nemico senza versare una sola goccia di sangue».
Sun Tzu, L’arte della guerra.
Il generale francese Philippe Lavigne del Comando Alleato per la Trasformazione (Allied Command Tranformation – ACT) della Nato soprintende alle ricerche sui nuovi metodi della propaganda.
Il Comando da lui guidato è formato da 21 centri di eccellenza, uno dei quali, quello della propaganda — il Centro di eccellenza per le comunicazioni strategiche (StratCom) — ha sede a Riga, in Lettonia [1]. Il generale Lavigne ha creato l’Innovation Hub (iHub), sotto la direzione del francese François Cluzel, ex docente all’accademia militare interarmi di Coëtquidan. L’iHub finanzia ricerche della John Hopkins University e dell’Imperial College of London sulle capacità cognitive. Si tratta di ricerche sulla sfera cognitiva in generale, finalizzate ad applicazioni in diversi campi, dai soldati bionici alla propaganda di guerra.
L’idea di fondo della Nato è affiancare ai cinque ambiti d’intervento usuali (aria, terra, mare, spazio e cibernetica) un sesto: il cervello umano. «Mentre le azioni dei cinque ambiti tradizionali hanno l’obiettivo d’influire sul mondo dell’uomo, obiettivo della guerra cognitiva è fare di ogni uomo un’arma» scrive François Cluzel.
Nella prima guerra mondiale la propaganda di guerra faceva leva su false informazioni, diffuse a livello popolare da grandi firme; nella seconda guerra mondiale la propaganda consisteva nella ripetizione di messaggi selezionati; oggi la propaganda è concepita come un numero da prestigiatore [2]: turbare le persone per distrarne l’attenzione e mascherare ciò che non devono vedere; indurle a giudicare quanto vedono in base alle informazioni prive d’interesse di cui vengono imbevute. Così, senza ricorrere a menzogne [esplicite], si riesce a far in modo che prendano lucciole per lanterne.
Con la guerra in Ucraina stiamo vivendo in diretta la prima applicazione di questa nuova tecnica.
Per farmi capire meglio esporrò alcune informazioni che l’opinione pubblica deve ignorare, poi farò esempi su come la televisione di Stato francese tratta l’argomento guerra. Nulla cambierebbe se utilizzassi esempi tedeschi, britannici o statunitensi.
LA RESPONSABILITÀ DEI DIRIGENTI OCCIDENTALI NELLA GUERRA IN UCRAINA
La narrazione dell’Occidente della guerra in Ucraina ne addossa l’intera responsabilità al presidente russo, Vladimir Putin, e secondariamente alle personalità politiche e finanziarie del suo regime. La falsità di questa versione emergerebbe in modo lampante se solo si prendessero in considerazione i rapporti giornalieri degli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), da cui risulta che nel pomeriggio del 17 febbraio nel Donbass (all’epoca ancora ucraino) è stato rilevato un attacco delle forze di Kiev. Tutte le agenzie di stampa hanno dato notizia della fuga di almeno centomila civili verso l’interno del Donbass o verso la Russia. Inoltre, durante la riunione della Conferenza per la Sicurezza di Monaco, i principali dirigenti politici della Nato hanno potuto ascoltare il presidente Volodymyr Zelensky affermare che l’Ucraina voleva dotarsi di armi atomiche per difendersi dalla Russia. Non si può non prendere atto che lo scoppio delle ostilità è stata voluta da Kiev, non da Mosca.
Non si può credere che Kiev abbia scatenato una guerra contro un nemico militarmente molto superiore senza garanzie preliminari da parte di alleati presumibilmente in grado di difendere l’Ucraina dalla Russia. E questi non possono essere che la Nato, o gli Stati Uniti e, in via accessoria, le due altre potenze nucleari, Francia e Regno Unito.
La prima riunione in cui questa guerra è stata presentata come auspicabile si tenne, a quanto ci risulta, alla Camera dei rappresentanti il 5 settembre 2019. Era stata organizzata dalla Rand Corporation, il think tank della lobby militare-industriale statunitense. Furono presentati ai parlamentari due rapporti, «Superare e sbilanciare la Russia» (Overextending and Unbalancing Russia) ed «Estendere la Russia: competere su un terreno vantaggioso» (Extending Russia: Competing from Advantageous Ground) [3]
. L’idea di fondo era sfruttare la particolarità su cui la Russia basa la propria difesa: la vastità di un territorio gigantesco che i russi difendono arretrando e praticando la “strategia della terra bruciata”; basterebbe quindi costringerli a intervenire all’estero per sfiancarli.
L’importanza di questo avvenimento ci è dimostrata da quanto capitato al nostro collaboratore, il geografo italiano Manlio Dinucci. Un suo articolo sull’argomento è stato censurato dal giornale per cui scriveva, Il Manifesto, e per questo motivo Dinucci ha interrotto la collaborazione [4].
Tre fatti dimostrano l’implicazione di Stati Uniti, Regno Unito e Francia nella segreta preparazione della guerra.
Il 24 marzo 2022 è stato pubblicato il video di una telefonata di 22 minuti tra il ministro britannico della Difesa, Ben Wallace, e gli umoristi russi Vladimir (Vovan) Kuznetsov e Alexei (Lexus) Stolyarov. Uno di loro si è fatto passare per il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, che Wallace non aveva mai incontrato.
– Alla domanda sull’aiuto che il Regno Unito sarebbe disposto a fornire a Kiev per dotarsi dell’arma nucleare, il coscienzioso Wallace rispondeva che avrebbe dovuto consultare il primo ministro Boris Johnson, ma che «il principio sarà quello di sostenere l’Ucraina, Paese amico, quale che sia la sua scelta». Con una frase il ministro spazzava via il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari.
– A proposito dei missili anticarro Next Generation Light Anti-tank Weapon (NLAW) inviati dal Regno Unito all’esercito ucraino, Wallace ammetteva che non funzionavano bene e che erano stati inviati anche pezzi di ricambio.
Ma è soprattutto a proposito della Nato che Ben Wallace è stato troppo loquace. Il ministro britannico ha infatti nuovamente invitato l’Ucraina ad aderire all’Alleanza atlantica. E, en passant, ha rivelato involontariamente che per anni il Regno Unito ha inviato istruttori militari per preparare l’esercito ucraino.
Il governo di Boris Johnson ha usato ogni mezzo per occultare, o meglio minimizzare, le dichiarazioni del ministro. Ha affermato che l’intervista era durata solo dieci minuti e ha vietato a YouTube e a Google di diffonderla integralmente. I media occidentali sono stati sollecitati a parlare dell’uscita di Wallace sulla bomba atomica, ma a tacere gli altri due punti. I britannici procedono sempre secondo questa modalità: non negano in blocco, ma fanno sparire i punti più scabrosi.
Il 25 marzo 2022 il presidente Joe Biden è stato al Palazzo dei Congressi di Rzeszów (Polonia). Lo accompagnavano la direttrice dell’USAID, Samantha Power (ex ambasciatrice all’ONU) e il presidente polacco Andrej Duda. Sottolineiamo per inciso che Duda ha fatto adottare dal parlamento polacco una legge che nega il ruolo della Polonia nei crimini nazisti e autorizza azioni giudiziarie contro chiunque vi faccia riferimento. Joe Biden ha incontrato diverse ONG esprimendo apprezzamento per l’aiuto ai rifugiati ucraini. In seguito ha pronunciato un discorso ai soldati dell’82^ divisione aerotrasportata di stanza in Polonia [5]. Biden li ha poi incontrati nella mensa e ha parlato senza gobbo né telecamere. Come sempre accade in tali circostanze, anche stavolta l’anziano presidente (79 anni) ha rivelato segreti di Stato. Secondo testimoni, ha ringraziato i soldati per il loro impegno di anni in Ucraina, sebbene in questo Paese ufficialmente non ci siano mai stati soldati statunitensi.
Il 29 marzo 2022 il generale Eric Vidaud, direttore dell’intelligence militare francese, è stato destituito senza spiegazione ufficiale. Sembra che nel 2021, quando il generale era comandante delle operazioni speciali, per disposizione diretta dello stato-maggiore particolare del presidente Macron abbia inviato uomini per inquadrare il reggimento banderista Azov. Cinque elicotteri ucraini hanno immediatamente tentato di fuggire da Mariupol, feudo del reggimento Azov. Due sono stati abbattuti il 30 marzo. I sopravvissuti sono stati fatti prigionieri dall’esercito russo e hanno immediatamente parlato. I soldati del Comando delle operazioni speciali per le questioni logistiche sono subordinati al capo di stato-maggiore delle forze armate, generale Thierry Burkhard, ma prendono ordini direttamente dal capo delle forze armate, presidente Emmanuel Macron.
Le relazioni tra i presidenti Macron e Putin si sono bruscamente raffreddate.
COME LA PROPAGANDA DI GUERRA MASCHERA LA REALTÀ
France-Télévision è la società delle televisioni pubbliche francesi; la rete France-2 è la più seguita; France Médias Monde è la società che coordina le radio e televisioni pubbliche francesi diffuse all’estero. Dipende direttamente dal ministero degli Esteri e diffonde France-24 in diverse lingue.
Anne-Sophie Lapix intervista per France 2 Andriy Sadovy, senza dire che è un oligarca banderista. È come se avesse intervistato il ministro della Propaganda del III Reich, Joseph Goebbels, senza rilevare che è nazista.
Per cominciare, il 14 marzo 2022 France 2 ha diffuso un giornale in diretta da Leopoli (Ucraina), condotto dalla star della rete, Anne-Sophie Lapix [6]. Questo telegiornale è mediamente seguito da poco più del 20% dei telespettatori. La giornalista ha mostrato distruzioni in quantità e moltitudini di rifugiati traumatizzati. Ha camminato per la città, senza però rilevare l’imponente monumento alla memoria di Stepan Bandera, capo dei collaboratori ucraini dei nazisti. Ha intervistato anche il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovy, senza però spiegare che è uno dei più eminenti oligarchi del Paese. Non gli ha fatto domande sulla sua società di media, diretta dalla moglie. Non gli ha fatto domande nemmeno sulle dichiarazioni diffuse il giorno prima dalla sua rete, 24 Канал, che esortavano a uccidere tutti i russi, compresi donne e bambini, secondo il metodo raccomandato dall’SS Adolf Eichman [7]. La giornalista di France 2 non ha mai precisato che l’emissione era un’iniziativa dell’oligarca banderista Sadovy e della moglie, entrambi ex clienti dell’agenzia Publicis di Arthur Sadoun, marito di Lapix.
Al telespettatore che ignora gli omaggi ucraini ai nazisti e le esortazioni a seguirne l’esempio non resta che piangere di fronte al fiume di sofferente esibite. Non può dubitare che i russi siano criminali e bugiardi e che gli ucraini siano in generale vittime innocenti.
Il giornalista tataro Fakhrudin Sharafmal mentre il 13 marzo 2022 si rivolge ai russi, sulla rete del sindaco di Leopoli: «Siete immondizia che deve essere spazzata via dalla faccia della terra. Se un ucraino avesse l’opportunità di frantumare le vostre ossa, di tagliare le vostre gole, di soffocare dei Ruskof [russastri], spero che coglierà l’occasione di dare il proprio contributo alla causa e che ammazzerà almeno uno di voi».
Il 25 marzo France 24 in inglese, nella rubrica Truth or Fake (verità o menzogna), riferiva dell’intervista al ministro britannico della Difesa, Ben Wallace, fatta dagli umoristi russi. Ligia alle istruzioni del gabinetto di Boris Johnson, la rete televisiva del ministero francese degli Esteri scherniva le dichiarazioni del ministro sulla bomba atomica, per mascherare meglio quelle sull’inefficacia delle armi anticarro, ma soprattutto quelle sulla presenza da diversi anni di istruttori militari britannici in Ucraina. La giornalista ha presentato gli umoristi russi come utenti di YouTube, mentre in realtà lavoravano per la rete NTV; in questo modo ha potuto omettere che gli umoristi sono stati censurati su YouTube, proprio nel Paese del 1° Emendamento e della libertà di parola. La rubrica è stata realizzata dalla giornalista Catalina Marchant de Abreu, specialista della demistificazione delle informazioni manipolate (debunking of fake news) (sic).
Il culmine è stato raggiunto il 31 marzo con il telegiornale di France 2 [8]. Il canale di France-Télévision, che fino a quel momento aveva negato il carattere ideologico del reggimento Azov, mandava in onda un reportage sull’argomento. La televisione pubblica ha ammesso che nel 2014 il battaglione Azof fu infiltrato da elementi neonazisti, e ne ha citato uno dei fondatori, Andriy Biletsky; ma ha subito precisato che il battaglione in seguito è diventato una rispettabile forza di difesa. France 2 non ha citato un altro dei fondatori, Dmytro Yarosh, agente della Nato ed ex coordinatore dei neonazisti europei e degli jihadisti mediorientali contro la Russia [9], ora consigliere speciale del comandante in capo delle forze armate ucraine [10].
France 2 cita il neonazista Andrij Biletsky come capo del battaglione Azov nel 2014. Il giornalista Arnaud Comte, vicecaporedattore della rete, non ha avuto il tempo di precisare che Biletsky, alias Führer Bianco, è stato elevato al grado di luogotenente colonnello e decorato dal presidente Pedro Porochenko; che in seguito ha fondato un partito politico (il Corpo Nazionale) che vuole la pulizia etnica dell’Europa centrale; che infine è stato eletto deputato neonazista alla Verkhovna Rada (il parlamento ucraino).
France 2 ha menzionato un vecchio rapporto delle Nazioni Unite che dava conto delle torture inflitte dai banderisti, ma non ha citato la scoperta da parte dell’esercito russo di prigioni speciali [11], né le recenti dichiarazioni dell’ONU al riguardo. Tanto meno il reportage spiegava cosa rappresentano i banderisti nella storia dell’Ucraina e riduceva l’importanza dei neonazisti all’esibizione della croce uncinata. Eludendo l’entità del problema, France 2 quantificava in 3-5 mila uomini la presenza dei banderisti nell’esercito ucraino; l’agenzia Reuters afferma invece che oggi i paramilitari banderisti sono 102 mila, suddivisi in molte milizie assorbite dalla Difesa territoriale [12].
Rachele Marmetti
Nessun commento:
Posta un commento