Roma, 26 mar –
Ad anticiparlo, come abbiamo riportato su questo giornale, era stata l’agenzia britannica Reuters: Italia pronta a concedere un prestito di 50 milioni di euro alla Tunisia per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Una rivelazione passata sottotraccia, con la gran parte dei media italiani che l’hanno del tutto ignorata. In ogni caso, non trovando conferme, ci siamo limitati a chiedere lumi al governo. Ma l’ufficialità della gentile donazione è arrivata da parte dell’ambasciata italiana a Tunisi che si è rallegrata direttamente sulla propria pagina Facebook.
“Italia e Tunisia – si legge nella nota dell’ambasciata – continuano a cooperare per superare questo difficile momento insieme. L’Italia, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, ha versato 50 milioni di euro (circa 157 milioni di dinari) a titolo di credito d’aiuto alla Banca Centrale tunisina. Questa somma è destinata a sostenere le imprese tunisine e potrà essere utilizzata per rispondere all’impatto socioeconomico del #coronavirus in Tunisia, supportando le misure messe in campo dal Governo tunisino. È un primo passo, mano nella mano, per far fronte al #COVID19”....
Gentil regalo alla Tunisia
Dunque l’Italia, tramite la società per azioni controllata per circa l’83% dal Ministero dell’economia e delle finanze, ha già versato milioni di euro alla Tunisia. Quanta solerzia e quanta generosità, proprio in un momento come questo in cui i cittadini italiani si aspettano il massimo sforzo da parte del governo Conte per far fronte a un’emergenza che rischia di far collassare il nostro sistema economico.
In compenso, il presidente tunisino Kaies Saied, due giorni fa ha fatto sapere al presidente Sergio Mattarella che “la Tunisia vorrebbe inviare in Italia una delegazione medica a sostegno degli sforzi intrapresi dalle autorità italiane, nonostante i modesti mezzi a disposizione della Tunisia, poiché la situazione oggi nel mondo riguarda tutte le nazioni e non più un paese soltanto”. Al momento (per quanto ne sappiamo) di medici tunisini in entrata neanche l’ombra, ma in uscita sono volati via 50 milioni.
Eugenio Palazzini
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