mercoledì 1 maggio 2013

E. Bonino, Ministro Esteri di E. Letta:" Si, la guerra in Afghanistan è stata utile".


PS: <<Un'occasione militare può condurre alla democrazia? "In linea teorica sì, anche se nel caso dell'Afghanistan non si può parlare di occupazione: qui c'è una forza multinazionale. Ma non ne farei un problema ideologico.>> Ecco cosa rispondeva l'attuale Ministro degli esteri Italiano sull'invasione dell'Afghanistan...a quando e chi sarà la prossima nazione invasa senza doversi fare un problema ideologico.....!
umberto marabese
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Emma Bonino spiega perché a Kabul le cose vanno meglio che a Baghdad "Oggi l'Afghanistan ha un Presidente, un Parlamento e 34 Consigli provinciali eletti direttamente. Il processo di transizione istituzionale e democratica è concluso". Così Emma Bonino, a capo della missione di osservazione elettorale dell'Unione Europea, racconta da Kabul le elezioni del 18 settembre. "Certo, a parte una maggiore libertà individuale, la qualità della vita degli afghani non è migliorata". Insomma: la guerra è servita o no? "L'intervento armato ha messo fine a uno dei regimi più repressivi, sanguinari e grotteschi: quello Talebano. Peccato che poi sia arrivato l'Iraq, che ha avuto l'effetto di tralasciare il cantiere aperto in Afghanistan con il rischio che sprofondasse nel caos".
Un'occasione militare può condurre alla democrazia? "In linea teorica sì, anche se nel caso dell'Afghanistan non si può parlare di occupazione: qui c'è una forza multinazionale. Ma non ne farei un problema ideologico. In Germania e in Italia il processo democratico è cominciato sotto "occupazione".... Il problema è l'applicazione pratica di questo processo". Qual è la differenza tra Afghanistan e Iraq? "In Iraq è stata fatta una scelta drastica di "esclusione" per tutto ciò che era collegato al regime saddamita, in Afghanistan l'approccio scelto da Karzai è quello della riconciliazione nazionale, una "esclusione" graduale e per via democratica dei responsabili del disastro passato del Paese". Però nelle liste elettorali c'erano uomini come Maulavi Qalamuddin, il capo del "Dipartimento per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù". "E' vero, lo abbiamo denunciato nel nostro rapporto di osservatori. D'altra parte, escludere dal voto tutti i talebani, così come i trafficanti di oppio, avrebbe creato un vastissimo fronte ostile al processo elettorale. E forse oggi il Paese sarebbe ingovernabile".



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