venerdì 17 maggio 2013

Dove non è arrivato il popolo..."la pioggia spegne l’inceneritore del Gerbido".

PS: La sicurezza ambientale e direttamente porporzionale alla sicurezza dell'impianto...ergo, se appena finito, nuovissimo, costruito con la migliore tecnologia e sopratutto monitorato secondo per secondo dal C.L di C. (Comitato Locale di Controllo), ha gia delle falle di infiltrazione di acqua, cosa succederà tra 5...6...7 anni? Diventerà una fontana?
 Propongo: 
- primo, richiesta immediata di danni al costruttore
e una commissione di indagine per verificare se l'inceneritore può ancora funzionare.
- secondo, mandiamo a casa il C.L. di C.......tutti s'intende, non è che"qualcuno/a" fa finta di non sapere quale è il suo incarico!
umberto marabese
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Impianto fermato per alcune infiltrazioni d’acqua, ma da ottobre funzionerà a pieno regime...pioggerella permettendo!

andrea rossi
Più dei test, delle analisi sui fumi che escono dal camino (finora nella norma), ha potuto la pioggia. Che, nei giorni scorsi, ha messo a nudo le falle di un impianto che - in parte - è ancora un cantiere, allagando l’inceneritore del Gerbido. Nulla di grave, «solo qualche infiltrazione d’acqua», spiega Roberto Paterlini, il nuovo amministratore delegato di Amiat, l’azienda rifiuti oggi per il 51 per cento del Comune e per il 49 di Iren e Acea Pinerolo. Il Gerbido è stato spento per qualche giorno.....


L’attività dell’impianto, al di là dell’inconveniente, sta seguendo la tabella di marcia stabilita. «Questo mese verranno bruciate circa 6 mila tonnellate di rifiuti prodotti a Torino», ha raccontato Paterlini, ospite ieri, insieme con il presidente di Amiat Magnabosco, ai consiglieri delle commissioni Ambiente, Partecipate e Lavoro. «Nei mesi prossimi si salirà a 20 mila tonnellate, da ottobre a 35 mila». A quel punto, l’inceneritore sarà a regime, bruciando le 421 mila tonnellate annue per cui è stato costruito e accogliendo i rifiuti di Torino e di gran parte della Provincia.
Più differenziata
Rifiuti che, hanno spiegato i vertici di Amiat, continuano a calare. Colpa della crisi e merito delle buone abitudini dei torinesi. Se nel 2012 Torino ha prodotto 260 mila tonnellate d’immondizia, nel 2013 si stima ne creerà 10 mila in meno. Un calo del 4 per cento che ha avuto lievi ripercussioni sulla raccolta differenziata, calata dal 43 al 42 per cento. Flessione che Amiat intende invertire estendendo la raccolta porta a porta a Crocetta, entro l’anno, e poi a San Salvario e Vanchiglia.
Alle preoccupazioni di chi, come il presidente della commissione Ambiente Grimaldi, teme che l’avvento di Iren alla guida sia di Amiat che di Trm (l’inceneritore) possa fermare gli investimenti sulla differenziata, Paterlini ha risposto così: «Crescerà, anche sfruttando la sinergia con Acea». A Pinerolo, infatti, c’è un impianto all’avanguardia per trattare i rifiuti organici, il cosiddetto umido. Smaltisce 50 mila tonnellate l’anno. «Le vogliamo portare a 65 mila», annuncia Paterlini. «E poi ancora oltre: Pinerolo ha già le autorizzazioni per salire a 90 mila tonnellate». Stesso discorso per i siti per il trattamento della plastica.
Assalto ai cassonetti
La differenziata è un business. In Amiat se ne sono accorti quando hanno visto che oltre ai furti di rame (un classico), da tempo è in atto anche un assalto ai depositi di carta e alluminio. «C’è una vera e propria organizzazione», dice Magnabosco. Mezzi non autorizzati raccolgono materiali nelle aziende; a volte svuotano i cassonetti. In procura è stato presentato un esposto.
Match sulla tassa
L’incremento della quantità d’immondizia riciclata, però, non servirà a ridurre la tassa sui rifiuti. Anzi, in agguato c’è la nuova Tares (stabilita dal governo Monti), che si annuncia ben più salata della vecchia Tarsu. La questione ha scaldato non poco la commissione di ieri. Il presidente della commissione Lavoro Mangone, insieme con il collega del Pd Alunno, ha sollecitato i vertici di Amiat: «Per anni è stato detto che aumentare la differenziata avrebbe ridotto le tasse. Non è successo». Ben più cruento lo scambio tra il capogruppo del Pdl Tronzano e il vice sindaco Dealessandri. «Gli imprenditori chiudono perché non riescono a pagare la Tarsu che dipende da quanto costa Amiat», l’attacco di Tronzano. «Mentre da anni ci battiamo perché i coefficienti di calcolo della tassa per imprese e commercianti sono troppo alti, Amiat non se ne occupa ma in compenso continua a lodarsi». Preludio a un match durissimo con Dealessandri, prima che entrambi abbandonassero la sala.
http://www.lastampa.it/2013/05/17/cronaca/la-pioggia-spegne-l-inceneritore-qCEz2ympL3VzC4wSlZrGAK/pagina.html 

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