sabato 19 novembre 2011

"No Monti", a sinistra cresce la fronda su pensioni e licenziamenti

Da Fassina a Damiano, tra i democratici serpeggia il malcontento e l’ala massimalista più vicina alla Cgil già contesta gli "eurocrati".

La falange Pd è allineata e compatta al momento del voto al governo Monti. Ma quando arriva il rompete le righe salgono i mugugni. Pasquale Laurito, il compilatore della Velina rossa che ha stracciato la tessera, non è isolato. Altre defezioni clamorose non ce ne sono ancora sulla scia di Laurito, che paragona Monti a Badoglio, il cui governo ebbe il sostegno di Palmiro Togliatti. Ma il timore che serpeggia nel maggiore partito della sinistra è che le larghe intese provochino frane verso le posizioni più massimaliste della Cgil e di Sinistra e libertà. Il cui leader, Nichi Vendola, anche ieri ha ripetuto le critiche all’esecutivo tecnico.
Il caso più eclatante è quello di Stefano Fassina, responsabile economico Pd nominato da Pier Luigi Bersani, per il quale si parla apertamente di dimissioni dall’incarico. «Quando qualcuno mi chiederà ufficialmente di andarmene, in sede politica, risponderò. Se qualcuno metterà la faccia intorno ai pettegolezzi affronteremo il problema», ha detto ieri alla conferenza toscana del Pd. Da mesi Fassina combatte l’allineamento del partito ai diktat della Bce, ma finora nessuno nel Pd...continua...
http://www.ilgiornale.it/interni/la_carica_no_monti_a_sinistra_cresce_fronda_
PS: Finalmente qualcuno del Pd che tira fuori gli attributi.....era ora! Comunque, meglio tardi che mai.
umberto marabese

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