Sullo sfondo dell’avventura coloniale di 100 anni fa la storia dolente di un artigliere partito da Rivoli.
MIMMO CÁNDITO
“Cara moglie, io ti assicuro che per il momento siamo ancora fuori dal pericolo, per me non mi pare nemmeno che sia in guerra». È il 21 novembre di 100 anni fa, e il soldato di leva Puttero Michele, classe 1887, scrive quattro paginette senza sbavature dal suo accampamento alle porte di Tripoli, un posto «che si chiama la Caserma della cavalleria turca ma adesso ce la nostra artiglieria». Michele è il terzo di quattro figli, ha i baffi corti, le orecchie forti, viene da Rivoli, alle porte di Torino, e ha appena sposato la sua «cara moglie», che «ti sogno ogni minuto che mi addormento, e sempre sto pensando a te che ti trovi sola, così lontano dal tuo caro marito che ti vuole un gran bene, come spero che ne vorrai un al trentanto a me»...continua...
PS: C'è un detto nei libri gialòli che si adatta perfettamente a questo articolo di Mimmo: "l'assassino torna sempre sul luogo del delitto". Anno 1911, cento anni dopo, 2011," i mandanti assassini hanno colpito ancora."
umberto marabese
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