lunedì 5 maggio 2025

Marco Tosatti - Lettera aperta del Prof. Josef Seifert al Cardinale Decano Gian Battista Re. Esame dell'accusa di eresia contro Bergoglio.

 

5 Maggio 2025 Pubblicato da  

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, vi proponiamo questa lettera aperta del Prof. Josef Seifert, tradotta dall'originale. Grazie a Louis Lurton per la traduzione. Buona lettura e buona navigazione. 

Lettera aperta del professor Josef Seifert al cardinale decano Gian Battista Re

La lettera aperta pubblicata di seguito riguarda la necessità di esaminare prima del prossimo Conclave l'accusa formale di eresia lanciata dall'arcivescovo Viganò (e sostenuta da numerosi eminenti teologi, giuristi e filosofi di tutto il mondo) contro papa Francesco.

Ecco  un filmato pubblicato su YouTube. In questo precedente risalente al 2023 [ vedi r ], l'accademico si era rivolto ai cardinali, invitando i vescovi a resistere alle azioni eterodosse del sacro trono.

 

Lettera aperta del

Professore Dott. Phil. vestito. Giuseppe Maria Seifert

Kartäuserstraße 16/6

3292 Gaming, N.Ö.

Austria

 

A Sua Eminenza il Cardinale Decano Gian Battista Re

 

Gaming, il 24 aprile 2025

Sulla necessità di esaminare prima del prossimo Conclave l'accusa formale di eresia mossa dall'arcivescovo Viganò (e sostenuta da molti eminenti teologi, giuristi e filosofi di tutto il mondo) contro papa Francesco

Eminenza, caro Cardinale Decano Giovanni Battista Re,

I miei più cordiali saluti in Cristo. Mi rivolgo a Lei, caro e veneratissimo Cardinale Decano Re, perché solo Lei ha ora il potere di autorizzare un'indagine sull'accusa di eresia rivolta a Papa Francesco prima del prossimo Conclave.

Lei detiene la massima autorità nella Chiesa cattolica fino all'elezione del prossimo Papa. Inviterai, insieme al cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell, cardinali qualificati provenienti da tutto il mondo, di età inferiore agli 80 anni, a eleggere il nuovo Papa e a stabilire la data del prossimo Conclave.

Vi scrivo una lettera aperta perché il tempo che mi rimane per affrontare questioni di estrema importanza e urgenza è sempre poco.

Ho scoperto, grazie al testo  che accuso  dell’arcivescovo Viganò, due documenti pontifici – attraverso la solenne invocazione della Sede di Pietro e la loro dichiarazione di validità eterna – probabilmente dogmatici e certamente i più autorevoli sulla questione dei “Vescovi, Cardinali e Papi eretici” di papa Paolo IV e di san Pio V.

Questi testi mi sembrano della massima importanza per la Chiesa nel momento attuale.

Chiedono solennemente che la Chiesa proceda all'esame delle accuse di eresia papale.

Scomunicare un arcivescovo solo perché ha agito esattamente come un illustre e santo papa aveva solennemente richiesto di fronte a un papa che aveva sposato delle eresie prima, durante e dopo la sua elezione a papa è, a mio avviso, gravemente sbagliato e ingiusto. Tali accuse avrebbero dovuto essere oggetto di indagine preventiva e, se fossero vere, sarebbe del tutto inappropriato punirle.

Aver scomunicato un arcivescovo semplicemente perché si è comportato come un Papa eminente e santo, al quale ha solennemente chiesto di agire di fronte a un Papa che ha aderito a eresie prima, durante e dopo la sua elezione al papato, è, a mio parere, gravemente sbagliato e ingiusto. Tali accuse avrebbero dovuto essere preventivamente accertate e, se fossero fondate, non si potrebbero giustificare sanzioni.

Credo che la Chiesa abbia il dovere, nei confronti di un arcivescovo scomunicato e di almeno altre quattro persone scomunicate per lo stesso motivo, di due papi e dei fedeli, di rispondere alla ferma insistenza di papa Paolo IV sul fatto che un papa che professa un'eresia non è più papa e non può esigere alcuna obbedienza, come ha affermato l'arcivescovo Viganò, con l'importante avvertenza che l'inappropriatezza di un'autorità che giudica un papa non si applica a un papa eretico che si limita a usurpare la Sede di Pietro ma, in virtù della sua eresia, non è veramente papa e ha meno autorità nella Chiesa di qualsiasi cardinale o vescovo ortodosso.

L'importanza cruciale di ordinare e svolgere questa indagine prima della convocazione del prossimo Conclave risiede nel fatto che:

L'esito delle prossime elezioni papali dipende in larga misura dall'esito di questa indagine, poiché sia ​​San Pio V sia Papa Paolo IV decretano che qualsiasi nomina di cardinali da parte di un papa eretico è nulla e non valida. Pertanto, se l'accusa di eresia mossa prima, durante e dopo l'elezione di Papa Francesco dovesse rivelarsi fondata, due terzi dell'attuale Collegio cardinalizio verrebbero esclusi dal Conclave. Pertanto la conclusione di questa questione dovrà essere tratta prima del prossimo Conclave, perché altrimenti la successiva elezione papale sarà a priori invalida se non sarà stato prima accertato se la maggioranza dei membri del Collegio cardinalizio siano legittimi elettori e se il futuro Papa eletto appartenga o meno al Collegio cardinalizio. Prima del prossimo Conclave, occorre chiarire anche altri due aspetti strettamente correlati:

  1. Sono valide le modifiche apportate da Papa Francesco alle regole che disciplinano le elezioni papali, decretate da San Giovanni Paolo II? (Se non fosse stato un papa valido)?
  2. I documenti papali di Papa Francesco dovrebbero essere conservati negli Acta Apostolica o rimossi da essi (come decretarono i Papi Pio V e Paolo IV per i documenti di un Papa eretico)?

I papi Pio V e Paolo IV decretarono e stabilirono per sempre la nullità di tutte le decisioni, nomine ed elevazioni di vescovi e cardinali, nonché di tutti gli scritti di un papa eretico.

Secondo questi documenti papali e secondo la legge naturale, i cardinali scelti da Papa Francesco non possono rimanere elettori se l'accusa di eresia o apostasia risulta fondata.

Mi rivolgo a Lei, caro e veneratissimo Cardinale Re, perché solo Lei, in unione con il Cardinale Camerlengo Kevin Joseph Farrell, detiene ora l'autorità necessaria per consentire che questa indagine abbia luogo prima del prossimo Conclave.

Poiché lei, caro Cardinale, ha ora l'autorità suprema nella Chiesa fino all'elezione del nuovo Papa, potrebbe agire immediatamente e designare, tra i Cardinali nominati dai Papi prima di Papa Francesco, i membri della giuria che si pronuncerà sulla questione dell'eresia e della validità di Papa Francesco.

Pertanto, La esorto umilmente, caro Cardinale Decano, a esercitare la Sua autorità in questo momento drammatico della storia della Chiesa e ad agire in base all'autorità di due Papi che esigono tale azione.

Penso che al giorno d'oggi solo tu potresti essere paragonato a sant'Atanasio, il quale, ancora diacono, di fronte alla crisi ariana e a un Papa titubante, seppe (nonostante le due scomuniche ricevute nel corso del processo) preparare la strada ai Concili di condanna dell'eresia ariana, la quale, se accettata, sarebbe stata fatale per la fede cristiana. Ma l'eresia secondo cui Dio vuole una pluralità di religioni, comprese quelle non cristiane, e altre attribuite a Papa Francesco, sono ancora più contrarie alla vera fede cristiana di quanto lo fosse l'arianesimo.

Pertanto, umilmente vi suggerisco e vi imploro di ordinare, prima del prossimo conclave, un esame imparziale e giusto delle numerose accuse di eresia e (alla luce della dichiarazione di Abu Dhabi secondo cui Dio ha voluto la pluralità delle religioni fin dalla Creazione, e del culto di Pascià Mama in Vaticano) anche di una possibile apostasia di Papa Francesco.

Credo che con questa azione potreste salvare la Chiesa da una confusione storicamente unica e di proporzioni catastrofiche.

Dovresti fare affidamento sui documenti di Paolo IV e di San Pio V, i quali insegnarono entrambi solennemente che anche se TUTTI I CARDINALI AVESSE ELETTO IL PAPA LIBERAMENTE, LA SUA ELEZIONE SAREBBE STATA ANNULLATA dalle eresie da lui sostenute prima e dopo la sua elezione. Questo non ha nulla a che vedere con un’azione contro la Chiesa o contro il Papa: al contrario, è un atto di supremo amore per la Chiesa e per Francesco. Infatti, se l'accusa di eresia, mossa formalmente e ufficiosamente da alte autorità dottrinali e teologiche contro Francesco, si rivelasse fondata nel contesto di un regolare processo ecclesiastico, la Chiesa confronterebbe i fedeli con la verità (e questo lo diceva già Socrate nel Gorgia): nessun dono più prezioso può essere concesso a una persona che liberarla dall'errore. L'occasione di liberare Francesco dai suoi errori mentre era in vita fu persa a causa della sua morte. Ma se Papa Francesco avesse auspicabilmente revocato un errore prima della sua morte e lo avesse riconosciuto oggi, condannarlo e liberarne la dottrina della Chiesa costituirebbe comunque un atto d'amore verso Papa Francesco e soprattutto verso la sposa di Gesù, la Chiesa, liberandola dal terribile flagello delle eresie. Credo che, se l'accusa di eresia fosse fondata, un verdetto ufficiale valido che dichiarasse Francesco eretico e quindi invalido, come è già stato fatto per diversi papi in precedenza, anche postumo, sarebbe estremamente benefico per il futuro della Chiesa. Perché anche se Papa Francesco si fosse dimesso, come ha fatto Papa Benedetto XVI, ciò non sarebbe stato sufficiente a guarire la terribile ferita di un papa eretico, perché gli elementi distruttivi e i frutti tossici del suo pontificato sarebbero rimasti:

  1. Gli Acta Apostolica avrebbero continuato a contenere eresie non condannate.
  2. Insegnamenti morali eretici come quelli espressi in AL resterebbero apparentemente l'insegnamento ufficiale della Chiesa e inciterebbero i fedeli a commettere peccati gravi.
  3. Molte altre osservazioni eretiche del Papa, in aperta contraddizione con le solenni parole di Cristo e con i dogmi della Chiesa, non sarebbero state cancellate dal corpus dell'insegnamento della Chiesa, come ad esempio:
  4. L'“insegnamento” (privato ma ripetuto) di Francesco sull'inferno vuoto e sull'inesistenza della punizione eterna;
  5. l'affermazione dell'annientamento anziché della punizione eterna per i peccatori gravemente feriti, insegnamento tipico dei Testimoni di Geova incompatibile con diversi dogmi.
  6. La frase contenuta nella Dichiarazione di Abu Dhabi, secondo cui Dio ha voluto fin dalla creazione, riguardante la pluralità delle religioni (comprese quelle che negano la divinità di Cristo, la Santissima Trinità, la redenzione per mezzo del solo Cristo, ecc.), che è più apostata che semplicemente eretica, non verrebbe rimossa dagli Acta Apostolica, ma rimarrebbe prescritta a tutti i vescovi e rettori dei seminari del mondo di insegnare nei seminari l'una, sancta, catholica et apostolica Ecclesia, come parte della preparazione dei seminaristi agli ordini sacri. Questa sentenza apostolica resterebbe agli occhi dei fedeli "dottrina della Chiesa", ma in realtà è non solo anticattolica, perfino anticristiana, ma anche anticristiana. Se venisse mantenuto negli Acta Apostolica, causerebbe un danno immenso alla fede e alla moralità.
  7. Inoltre, se Francesco, dopo che la Chiesa ebbe esaminato e condannato le sue eresie, di gran lunga peggiori di quelle di qualsiasi papa precedente, come Giovanni XXII, fosse stato dichiarato postumo non un vero papa, molte delle azioni del papa (gli elogi papali e la celebrazione del Giorno della Riforma, la statua, il sigillo e l'elogio funebre di Lutero; il culto della Pachamama a San Pietro; le benedizioni delle coppie omosessuali e adultere; la falsa affermazione che le coppie adultere e risposate potrebbero sapere, secondo la loro coscienza, che Dio vuole che rimangano nel peccato di adulterio, piuttosto che seguire l'insegnamento perpetuo della Chiesa sul matrimonio espresso in Familiaris Consortio 83, ecc.), non potrebbero più essere considerati atti e insegnamenti cattolici legittimi, e i suoi documenti non sarebbero più accettati come parte del vero insegnamento cattolico. Pertanto, secondo l'infallibile insegnamento papale di Paolo IV e di San Pio V, a mio parere, così come la nomina da parte di Francesco dell'80% dei cardinali elettori (i quali, umanamente parlando, avrebbero probabilmente eletto un papa che avrebbe potuto continuare a insegnare le eresie di Francesco) verrà ritirata e cesserà di rappresentare una terribile minaccia per il prossimo conclave e l'elezione di un nuovo papa.

Per tutti questi motivi, caro Cardinale Gianbattista Re, ti imploro, nel nome di Gesù Cristo, sua amata Madre che uccide tutte le eresie, e nel nome di San Giuseppe, il demone del terrore, di considerare se non saresti chiamato a contribuire a liberare la Chiesa dai mali menzionati.

Vi chiedo, in ginocchio, di esaminare se Dio non vi stia chiamando, nel suo nome e in quello di Gesù Cristo, a diventare uno strumento umano per salvare la Chiesa dall'abisso verso cui sembra precipitare.

Questo approccio mi sembra l'unico giusto e le conseguenze negative che potrebbe comportare, come la divisione della Chiesa tra la Chiesa di Bergoglio e la vera Chiesa, sarebbero un male ben minore di una Chiesa tranquilla, in preda al disordine e sprofondata nell'errore. In realtà, questa sarebbe una vera benedizione, perché porterebbe a un rinnovamento della vera Chiesa UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA, fondata sulla VERITÀ. Sono anche certo che innumerevoli cattolici accoglierebbero con favore questa iniziativa.

Prego affinché tu, caro Cardinale, in questo momento estremamente importante della storia della Chiesa, possa ricevere la piena grazia dello Spirito Santo e avere la piena forza d'animo che ti consentirà di intraprendere qualsiasi pericolosa missione che LUI si aspetta da te, che sia quella che ho in mente o qualcosa di completamente diverso che imparerai direttamente dallo Spirito Santo nella preghiera e nella meditazione.

Possa dunque, caro Cardinale Gian Batista Re, imitare in modo più debole e umano il glorioso San Michele e rappresentare in cielo l'ombra della sua lotta contro il diavolo, più modesta ma, per certi versi, altrettanto preziosa della sua azione angelica.

Infine, senza un santo dignitario della Chiesa che preservi la dottrina della Chiesa da ogni contaminazione causata dall'eresia papale, temo che solo un intervento diretto di Gesù o della sua benedetta Madre possa salvare la nave della Santa Chiesa dall'abisso infernale dell'errore, della confusione e della distruzione, che Dio ha giurato di non permettere mai.

Ma penso che, come diceva Sant'Ignazio, Dio voglia che crediamo che tutto dipende da Lui, ma che agiamo come se tutto dipendesse da noi. Aiutati dalla sua grazia, indossiamo l'armatura dello Spirito Santo e combattiamo i poteri delle tenebre, con san Michele e il suo esercito celeste di santi angeli, Maria, Regina di tutti i santi, sotto la protezione di san Giuseppe,  terror daemonum .

Nell'amore di Gesù che ha dato la sua vita per la Chiesa e ha versato il suo sacro sangue per tutti noi, e che desidero servire con tutto il mio cuore e come umile servitore del tuo servizio molto più perfetto a Lui e alla Santa Chiesa,

 

In Cristo Mariaque

Vostro in Cristo

 

Giuseppe Seifert

 

Stranamente, nessuno dei molteplici appelli alle dimissioni di Francesco da parte di diversi gruppi di teologi e filosofi, ad eccezione di J'accuse, cita questi due autorevoli documenti papali sulla questione dei "vescovi, cardinali e papi eretici".

Sebbene ritenessi "a priori" che tali documenti dovessero esistere e li stessi cercando da alcuni anni, devo la mia conoscenza di questi due documenti ecclesiastici probabilmente dogmatici e, in ogni caso, di cruciale importanza unicamente all'arcivescovo Viganò.

A mio parere, vi è una totale (e tragica nella situazione attuale) assenza di applicazione concreta dell'insegnamento di questi due papi nel DIRITTO CANONICO. Ma ora, dopo la sua morte, il problema non sussiste più, ma la Chiesa ha il chiaro dovere di indagare se queste accuse di eresia e apostasia (secondo l'affermazione secondo cui Dio avrebbe voluto la creazione sulla molteplicità delle religioni, comprese quelle che negano le verità più fondamentali della Rivelazione di Cristo) siano giustificate o meno. Ti invierò più tardi il mio articolo su questo argomento.

  

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BRISANT I LETTERA APERTA al Cardinale Decano Gian Battista Re dal Professor Dr. Joseph Maria Seifert


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