Il primo è questo post di Inside Over; cliccate per vedere il video:
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Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi relativi al Medio Oriente. Buona lettura e diffusione.
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Almeno 20 palestinesi, tra cui sette bambini, sono rimasti uccisi e decine di altri sono rimasti feriti dopo che un attacco aereo israeliano ha colpito la scuola di Abu Hamisa, trasformata in un rifugio nella Striscia di Gaza centrale.
La stessa scuola era già stata bombardata poche ore prima.
L’attacco ha preso di mira i civili sfollati che avevano trovato rifugio nella scuola, situata a est del campo profughi di al-Bureij.
Testimoni e residenti locali hanno dichiarato che i corpi sono stati scagliati in aria sopra la scuola a causa dell’intensità dei bombardamenti.
I feriti sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Al-Aqsa di Deir al-Balah e all’ospedale Al-Awda di Nuseirat.
Il portavoce dell’ospedale ha affermato che non ci sono abbastanza forniture mediche per gestire l’afflusso di feriti.
Nel frattempo, fonti mediche hanno riferito che le squadre di soccorso e di emergenza stanno cercando di estrarre i corpi intrappolati sotto le macerie.
Dall’alba di martedì 6 maggio, i raid aerei israeliani hanno ucciso più di 30 civili. Nelle ultime 24 ore, i corpi di 48 persone e 142 feriti sono stati trasportati negli ospedali di Gaza.
#gazagenocide #palestine #israel #idf
Il primo è questo articolo pubblicato da L’Unità, che ringraziamo per la cortesia:
Perché Netanyahu ha avviato la ‘Soluzione finale’ a Gaza: Striscia occupata e deportati 2 milioni di palestinesi
Il mondo non conta per Benjamin Netanyahu, ad eccezione dell’amico e sodale che guida l’America. Il dolore e la rabbia dei famigliari degli ostaggi non intaccano la determinazione di chi governa Israele: Gaza va occupata. La guerra di annientamento va portata a termine. Attualmente Israele controlla circa un terzo della Striscia di Gaza, con una presenza militare fissa nel nord, in alcune aree centrali e lungo i corridoi strategici di Netzarim e Morag, che tagliano il territorio e impediscono il ritorno della popolazione sfollata. Il nuovo piano approvato dal governo israeliano formalizza questa occupazione parziale e segna una svolta nella strategia: non più operazioni temporanee, ma una presenza permanente e progressiva dell’Idf sul terreno, con l’obiettivo dichiarato di impedire il ritorno di Hamas. Per sostenere il nuovo assetto strategico, il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha ordinato la mobilitazione di decine di migliaia di riservisti.
Segre non riesce proprio a criticare Israele
Segre non riesce a criticare Israele, non ce la fa proprio. La senatrice a vita critica duramente l’esecutivo israeliano, ma rifiuta l’uso del termine “genocidio” per descrivere la guerra a Gaza. Una testimone della Shoah rompe il silenzio, ma si ferma prima di chiamare le cose con il loro nome.
Il termine genocidio le appare eccessivo. E nonostante riconosca “atrocità e disumanità sotto gli occhi di tutti“, invita alla cautela semantica. Ma come è possibile parlare di cautela mentre avviene un Genocidio? Poi, è paradossale sentirlo proprio da Segre, perchè (ricordiamo) il semitismo e il sionismo non sono la stessa cosa.
Ci sono dichiarazioni che, nella storia, pesano come macigni. Non solo per ciò che dicono, ma per ciò che evocano. Le parole di Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze di Israele, secondo cui Gaza sarà «completamente distrutta» e i suoi abitanti «raggruppati e deportati verso un paese terzo», non appartengono alla politica: appartengono all’orrore della memoria storica.
Vengono da un tempo che credevamo superato, da un linguaggio che ha già spinto l’umanità nel baratro, più di una volta. E invece oggi tornano, pronunciate da chi occupa una delle più alte cariche dello Stato israeliano. In un mondo che guarda, spesso in silenzio, o peggio, voltandosi altrove.
Smotrich non è una figura marginale: è uno dei volti di un potere che sta mostrando il suo volto più spietato. Un potere che parla di “distruzione totale” e di “trasferimenti di popolazione” come se fosse logistica, e non tragedia umana. E tutto questo, nel nome di una “sicurezza” (colonialismo-pulizia etnica-genocidio)che calpesta ogni principio di giustizia.
La storia, però, insegna che le parole restano. E chi le pronuncia, prima o poi, dovrà rispondere di esse. Perché ogni popolo, anche quello più ferito, ha il dovere di non diventare ciò da cui è fuggito.
Il nazista Smotrich l’amico di “fratelli d’italia, lega nord, forza italia, Bocchino, Calenda, Manfredi”
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Poi questo thread:

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E infine guardate questo video.




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