Cittadini in piazza per dire “no” al progetto Rearm Europe promosso dalla Commissione di Ursula von der Leyen, piano provvisoriamente stoppato dal Parlamento europeo.
Alla mobilitazione contro lo stanziamento di 800 miliardi di euro per armare i singoli Paesi dell’Unione partecipano più di 800 sigle in 18 Paesi membri. Solo in Italia si parla di 250 gruppi, fra movimenti, sindacati e partiti (in testa Avs e M5s).
I leader di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia sono andati a Kiev. La premier italiana Giorgia Meloni in videocall.
I leader dell’Unione europea tirano dritto: “Ancora pressione sulla Russia”
Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk dicono che Mosca deve accettare una tregua di 30 giorni. I quattro leader hanno dichiarato: “Continueremo ad aumentare il nostro sostegno all’Ucraina. Finché la Russia non accetterà un cessate il fuoco duraturo, aumenteremo la pressione sulla macchina da guerra russa”.
Pressione significa sostegno militare all’Ucraina che pare ormai destinata alla sconfitta. Dall’altra parte dell’oceano il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che ricordiamo nei suoi incontri con Zelensky nella sala ovale e nella cattedrale di San Pietro a Roma – per ora non riesce nell’impresa di ricucitura tra Russia e Ucraina.
I tentativi di ricucitura di Trump finora andati a vuoto
Operazione, questa, non facile, viste anche le resistenze dell’Unione europea che pare intenzionata a proseguire nella linea bellica segnata dall’ex presidente Usa Joe Biden.
Come riferisce l’agenzia La Presse, Trump ha lanciato un nuovo messaggio a Putin e Zelensky: “Fate finire questa stupida guerra. Stiamo perdendo cinquemila soldati a settimana, sia russi che ucraini”.
E Gaza la possibile svolta: il ricocosimento Usa dello Stato palestinese
Il presidente repubblicano è ovviamente impegnato anche sul fronte bellico mediorientale. Il Jerusalem Post ha pubblicato un servizio esclusivo: cita una fonte diplomatica secondo cui Trump annuncerà il riconoscimento dello Stato palestinese da parte degli Stati Uniti.
L’annuncio – si dice – dovrebbe essere fatto nei prossimi giorni quando l’Arabia Saudita ospiterà un vertice Golfo-USA, nell’ambito della prima visita del presidente americano.
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