4 Maggio 2025 Miriam Gualandi
La Romania ci riprova: urne aperte per il primo turno delle presidenziali, quello annullato lo scorso anno e che vedevano in testa Calin Georgescu.
Candidato scomodo, inviso all’UE, da togliere di mezzo e così è stato, nel senso che è stata aperta un’indagine a suo carico per rovesciamento dell’ordine costituzionale e diffusione di informazioni false e gli è stato impedito di presentarsi di nuovo alle elezioni.
I candidati
I cittadini romeni potranno scegliere tra undici candidati e il ballottaggio è previsto per il prossimo 18 maggio. Sempre che il risultato stavolta soddisfi le alte sfere a Bruxelles.
Secondo le proiezioni, il favorito è George Simion leader della formazione nazionalista Alleanza per l’Unione dei Romeni, che raccoglie il testimone di Georgescu. Anche lui è considerato filorusso e ha dichiarato che se eletto, bloccherà gli aiuti militari a Kiev.
A contendersi il ballottaggio potrebbero essere poi Crin Antonescu, sostenuto dalla coalizione di governo, europeista convinto; Nicusor Dan, sindaco di Bucarest che corre da indipendente; Victor Ponta, ex primo ministro social democratico, anche lui corre da indipendente. Elena Lasconi, che a dicembre si contendeva il voto con Georgescu appare invece in difficoltà e la sua quota di consensi potrebbe essere scesa tra il 5 e il 7%.
Secondo i sondaggi locali, da prendere con le pinze, è probabile che al ballottaggio si contenderanno il voto Simion e uno tra Nicusor Dan e Crin Antonescu.
L’interesse di Bruxelles e degli Stati Uniti su queste elezioni non è casuale. La Romania, infatti, paese Nato e dentro l’UE ha un ruolo chiave per la sicurezza dell’Europa Orientale.---
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