sabato 21 settembre 2024

BYOBLU24 - LIBANO-ISRAELE, SCONTRO ANCHE ALL’ONU. L’ITALIA SI ASTIENE ANCORA DALLE RISOLUZIONI


PS: 
<<  L’ITALIA SI ASTIENE ANCORA DALLE RISOLUZIONI...>>...vergogna assoluta per chi non si oppone a "qualsiasi guerra". Ma l'Italia esiste ancora o fa quello che vuole qualsiasi  Governo guerrafondaio?

umberto marabese

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 L’esplosione dei cercapersone nelle mani delle figure apicali di Hezbollah ha causato 20 morti, oltre 500 feriti e accecati, e solo il giorno successivo la detonazione controllata di walkie talkie ha fatto 9 morti e centinaia di feriti in diverse zone del Libano. Deflagrazioni mirate che hanno colpito anche tanti civili. Il raid di Tel Aviv su Beirut del 20 settembre ha provocato invece 14 morti e almeno 66 feriti.

Hezbollah dichiara che in questo attacco sono morti oltre al capo militare Ibrahim Aqil, altri 14 miliziani tra cui 5 comandanti del movimento libanese. Tra loro il “comandante martire” Ahmed Wahbi, uno dei principali leader e fondatori della Forza Radwan delle milizie sciite. Hezbollah ha ricordato che Aqil prese parte a “una delle operazioni eroiche durante il confronto con l’invasione israeliana di Beirut negli anni 80”, durante l’attentati all’ambasciata americana in Libano nel 1983.

MISSILI, CERCAPERSONE E WALKIE TOLKIE, LO SCONTRO LIBANO-ISRAELE ANCHE IN SEDE ONU

Lo scontro tra Israele e Libano si trascina anche in sede ONU, dove il ministro degli esteri libanese Abdallah Rashid Bouhabib, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, ha definito le esplosioni con i cercapersone un’ “arma di guerra senza precedenti”: “Sono atti terroristici, chiara violazione delle leggi internazionali”.

Il ministro ha chiesto di condannare Israele in modo inappellabile per gli attacchi, e ha detto: “Non possiamo accettare che si permetta a Israele di continuare a godere di impunità”. La replica israeliana: “Se non si troverà una soluzione diplomatica, Israele dovrà adottare tutte le misure necessarie per proteggere i suoi cittadini e consentire ai residenti del nord di tornare alle loro case”, ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu: “Il Libano ha permesso a Hezbollah di diventare stato nello stato”, ma nessuna ammissione ufficiale sul cyberattacco nel paese dei Cedri. È invece la stampa nazionale a “premiare” e “spettacolarizzare” le doti tecniche degli attacchi israeliani.

Israele pagherà a caro prezzo “il crimine e la “follia” commessi a Beirut; così Hamas ha ringraziato la “Resistenza islamica in Libano” per “i grandi sacrifici fatti” a sostegno dei palestinesi.

E L’ITALIA COSA FA?

Secondo il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani affermato che per il Medio Oriente “C’è ancora tempo per la diplomazia, uno spiraglio per impedire l’escalation”.

Ieri il Parlamento italiano si è tuttavia astenuto dalla risoluzione ONU che chiede a Tel Aviv di ritirare la sua “presenza illegale” e “l’evacuazione dai territori occupati” da Gaza e dalla Cisgiordania entro 12 mesi. Il voto ha registrato 124 sì, 14 a dire di no tra cui gli Stati Uniti, e 43 astenuti: tra questi ultimi l’Italia, che di fatto si oppone “all’autoaffermazione del popolo palestinese”.

Lo scorso maggio, l’Assemblea Generale dell’ONU ha votato, con 145 voti a favore, 9 contrari compresi gli Stati Uniti e 25 astenuti, tra i quali l’Italia, una risoluzione per riconoscere lo Stato palestinese.

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