“Abbiamo perso il nostro leader, il segretario generale Nasrallah, oltre ai martiri Ali Karaki e Abbas Nilforshan”. Il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, ha iniziato così questa mattina il suo discorso televisivo, tenuto da un luogo segreto per evidenti ragioni di sicurezza, finalizzato a commemorare gli alti esponenti dell’organizzazione sciita, uccisi da Israele a Beirut lo scorso 27 settembre e nei giorni successivi. “Il nemico sionista – ha aggiunto – sta commettendo massacri in tutte le aree del Libano fino a quando non rimarrà più alcuna casa. L’America lo sostiene con tutte le sue capacità”.
La promessa...
Il funzionario ha promesso che le operazioni del Partito di Dio “proseguono allo stesso ritmo e aumentano. Abbiamo colpito le città di Maale Adumim e Haifa. La battaglia è lunga e le opzioni sono aperte”. Ha sottolineato così la prontezza delle milizie ad affrontare l’eventuale invasione terrestre da parte dello Stato ebraico.
Nessuna marcia indietro
Il ministro della Difesa di quest’ultimo, Yoav Gallant, ha lasciato intendere, quasi contemporaneamente, che l’opzione verrà concretizzata. “Utilizzeremo tutte le capacità che abbiamo a disposizione e ogni tipo di forza”, ha promesso, parlando in occasione della visita realizzata stamane, alla 188a Brigata corazzata, nel nord del Paese. “Per fare tornare i residenti qui a casa, utilizzeremo anche voi”, ha promesso, rivolgendosi ai soldati.
La minaccia di Beirut
Il premier libanese, Najib Mikati, ha reagito dicendosi pronto a contrastare l’ipotetica iniziativa imminente, spostando i suoi militari nella parte meridionale. “Non manderemo i nostri qui, né a Gaza”, ha promesso invece il ministro degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, specificando che tutti gli atti criminali compiuti avranno un’adeguata risposta.
La posizione russa
Fortissima preoccupazione, per la situazione, è stata espressa dal Cremlino. “Il rischio che scoppi una grande guerra in Medio Oriente è altissimo, così come una crisi umanitaria di grossa portata che già vediamo a Gaza. Tutto ciò non può lasciarci indifferenti”, ha scandito il portavoce di Mosca Dmitry Peskov.
I rapporti tra Iran e Russia
Il premier della Federazione, Mikhail Mishustin, è giunto intanto a Teheran. “Le nostre relazioni con la Repubblica Islamica hanno una storia secolare basata sui principi di amicizia, buon vicinato e rispetto reciproco. Siamo interessati a portarle a un livello superiore, dandole un’implementazione più significativa”, ha sostenuto Mishustin.
Il monito iraniano
Il consigliere della Guida Suprema, Alì Khamenei ed ex segretario dell’istituzione suprema che si occupa della sicurezza nazionale, forte di tale appoggio e di quello cinese ha avvertito: “Il regime sionista e l’America hanno commesso un pericoloso errore di calcolo. Gli equilibri, in Medio Oriente, sono cambiati radicalmente. L’instabilità e l’insicurezza hanno subito un drastico incremento”.
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