“Mai nessun Governo e mai nessun Ministro nella storia è stato messo sotto accusa o processato per aver difeso i confini del proprio Paese”.
Così Matteo Salvini commenta la richiesta di condanna a sei anni di carcere, avanzata dai Pm di Palermo per aver impedito nel 2019 lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti, con l’accusa di averli sequestrati a bordo della nave spagnola Open Arms.
La vicenda...
Una vicenda che all’epoca fece scalpore e divise come sempre la politica e l’opinione pubblica. L’attenzione si appuntò tutta sul braccio di ferro tra Salvini, all’epoca ministro degli interni nel governo Conte, e la nave battente bandiera spagnola, e meno invece sull’operato del capitano della nave, Marc Reig Creus, che rifiutò più volte l’aiuto offerto da Malta e dalla stessa Spagna, preferendo invece sostare per giorni davanti alle coste italiane.
Proprio su questo si sono concentrate le memorie difensive di Salvini, in cui si ribadisce la presenza di documenti attestanti il rimpallo di responsabilità tra Madrid e La Valletta, in cui Roma non viene mai presa in considerazione.
Per i Pm di Palermo, però, Salvini avrebbe agito non per una strategia concordata con il Governo, ma solo per accrescere i propri consensi elettorali. A detta dell’accusa, infatti, a bordo della nave non c’era alcun pericolo terrorismo e dunque nessuna necessità di proteggere la sovranità dello stato.
Di tutt’altro avviso la legale del vicepremier, Giulia Bongiorno che chiosa: “Basta esaminare gli atti, e non fare ipotesi e teoremi, per rendersi conto che durante tutto il processo c’è stata la correttezza dell’operato di Salvini e la massima attenzione alla salute dei migranti”.
Un processo “politico”?
E a chi accusa la magistratura di aver messo su un processo politico, il sostituto procuratore Geri Ferrara risponde che sono stati valutati “atti amministrativi come il ritardo o la negazione” del porto assegnato per sbarcare. Il punto chiave, per i pm, è il principio indiscutibile che i diritti umani valgono più della difesa dei confini.
L’iter proseguirà il prossimo 18 ottobre con la replica della difesa, mentre la sentenza è prevista per fine anno.
Le reazioni
Immediata la reazione della politica a quello che a tutti gli effetti è un processo epocale: Giorgia Meloni ha espresso la propria solidarietà a Salvini, subito criticata dalla segretaria Pd Elly Schlein.
Su X Antonio Tajani ribadisce che Matteo Salvini ha fatto il proprio dovere di ministro e che “chiedere 6 anni di carcere per questo motivo appare una scelta irragionevole e per giunta senza alcun fondamento giuridico”.
La solidarietà è arrivata anche da Oltralpe, con la leader di Rassemblement National, Marine Le Pen che su X scrive: “Il processo e la pena richiesta di sei anni è di una gravità estrema in un momento in cui il sovraccarico migratorio aumenta in tutta Europa”.
Lascia infatti interdetti il fatto che, mentre la Germania chiede di chiudere l’area Schengen, la Svezia incentiva i migranti ad andarsene e l’Olanda vorrebbe uscire dal patto per le migrazioni, in Italia si processano ministri.---
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