PS: Ottima iniziativa...serve una firma?...grazie
umberto marabese
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11 Settembre 2024 Adriana Graziato
Stop a smartphone e social network nei minori di 16 e 14 anni.
L’appello è stato lanciato su Change.org dal Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e ha già attirato l’attenzione di media e governo.
L’obiettivo è quello di tutelare le nuove generazioni, vietando il possesso di un cellulare personale fino ai 14 anni e di aprire un profilo social prima dei 16.
Come sottolineano i primi firmatari, il pedagogista Daniele Novara e lo psicoterapeuta Alberto Pellai, non si tratta di prendere posizione contro la tecnologia, ma di accogliere ciò che le neuroscienze hanno dimostrato.
“Ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”.
I pericoli di smartphone e social
Sono due i principali danni subiti dall’interazione con gli schermi: uno diretto, legato alla dipendenza e uno indiretto, quello che fa sì che ai giovani sia precluso un corretto allenamento alla vita.
“L’uso degli smartphone in età prescolare – si legge nella petizione – porta ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l’apprendimento della letto-scrittura”.
“Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi. I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio”.
La reazione del governo
Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara canta vittoria su X:
“Mi fa piacere che i maggiori pedagogisti italiani confermino la bontà di quanto da noi a suo tempo deciso: dicembre 2022 – divieto di uso non didattico del cellulare in tutte le scuole; luglio 2024 – divieto dell’uso del cellulare anche a scopi didattici fino alla terza media. L’appello al Governo di così tanti e tanto illustri pedagogisti smentisce chi a suo tempo (e ancora di recente) ha banalizzato la nostra iniziativa arrivando ad accusarci di essere “retrogradi”.
Da una parte le iniziative del governo sembrano voler mettere un freno alla deriva tecnologica. Allo stesso tempo però Valditara ha anche annunciato “lo sbarco dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole”. Una sperimentazione di due anni che in 15 classi italiane porterà un assistente virtuale in aula per “individuare le difficoltà di apprendimento dei singoli studenti e segnalarle sia al docente che all’alunno stesso”.
Il divieto degli smartphone in altri Paesi
Nel frattempo nel resto del mondo le iniziative contro i cellulari stanno spopolando. Ad esempio in Cina, dove è addirittura l’uso di Internet stesso ad essere limitato. Per i minori di 18 anni è infatti vietato navigare sul web per oltre due ore al giorno.
O in Australia, dove il governo si sta preparando a vietare i social network ai più giovani, stabilendo un’età minima per l’accesso.
Negli Stati Uniti invece l’addio allo smartphone sta diventando una moda. È il cosiddetto “digital detox”, che porta la generazione Z a preferire l’acquisto di telefoni privi di connessione Internet.
Al momento la petizione lanciata in Italia sta viaggiando verso le 5000 firme e ha già raccolto il benestare dell’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo. Ci si chiede però se l’appello non sia arrivato troppo tardi e come mai non vengano menzionati altri danni, quali quello causato dall’elettromagnetismo e dalla pesante lesione della privacy.
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