Tanti soldi in carri armati anche per adeguarsi alle richieste della NATO, mentre gli italiani e non solo si dicono sempre più scettici in merito a un successo dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.
Via libera ai carri armati Leopard in Italia
La Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha dato il via libera all’acquisto dei carri armati tedeschi Leopard per 8,2 miliardi di euro.
Il programma, inserito in un decreto legge, durerà fino al 2037 e prevede l’acquisizione di 132 mezzi, che affiancheranno i carri armati Ariete.
Nel piano è anche previsto un ammodernamento dei mezzi attualmente a disposizione, che avverrà negli stabilimenti di La Spezia della Leonardo, l’azienda a partecipazione pubblica attiva nel settore della Difesa.
Carri armati Leopard: per l’esercito… e per la NATO
“Si tratta di un voto molto importante perché consentirà un rinnovamento della componente corazzata dell’Esercito”, dichiara il presidente della Commissione, Nino Minardo.
Secondo l’esponente leghista, l’acquisto è stato reso necessario “a causa dell’obsolescenza degli attuali mezzi” e in base “ai nuovi requisiti della NATO, condizionati dai recenti sviluppi dello scenario internazionale”.
Insomma, ce lo chiede l’Alleanza Atlantica. Il quadro è quello già dipinto dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha invitato il Paese a prepararsi in caso di nuovi conflitti, annunciando la chiamata di 10.000 riservisti.
Aggiunge poi il deputato Nino Minardo: “L’operazione potrebbe avere un impatto positivo sulle piccole e medie imprese italiane, creando un indotto orientato alla crescita tecnologica e delle competenze”.
Si dicono contrari all’operazione i partiti di centrosinistra. Secondo il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, “è una vergogna nazionale“, mentre Forza Italia risponde che “non esiste una pace disarmata“, riferendosi al conflitto in Ucraina.
L’Italia si adegua al contesto internazionale ma gli italiani pensano altro
Certamente l’industria delle armi (in questo caso l’azienda tedesca Krauss) sorride ancora di più negli ultimi due anni.
Tuttavia, i cittadini si chiederanno se, almeno una parte di questi 8 miliardi di euro investiti in armamenti, avrebbero potuto essere impiegati ad esempio nel miglioramento della sanità.
Anche perché, nonostante la spesa in armi, non sembra che il conflitto in Ucraina stia andando nel migliore dei modi per Kiev.
Secondo alcuni sondaggi, oltre la metà degli italiani chiedono un negoziato e soltanto il 10% delle persone intervistate in 12 Paesi europei credono che l’Ucraina possa vincere il conflitto.
Secondo IPSOS, il 51% degli italiani si dicono contrari all’invio di armi. Sempre in Italia, in base a un altro sondaggio dello European Council on Foreign Relations, solo il 21% crede che l’Unione Europea abbia svolto un ruolo positivo.
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