PS: Mi permetto di ...inVitarvi ...a leggere questo post del prof. Orsini, arrichitto da cosa e come è successo a causa della controffensiva Ucraina. Articolo da non perdere. Grazie
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, non sappiamo quanto potrà fare il cardinale Matteo Zuppi nella missione impossibile affidatagli dal Pontefice Regnante fra Russia e Ucraina; forse memore delle sue origini santegidiane, e della fortunata mediazione compiuta da quell'organizzazione in Mozambico, tanti anni fa. Non siamo molto ottimisti, fino a quando i guerrafondai inglesi e americani seguiti pedestremente dai domestici europei tireranno le fila del conflitto. Che Dio ci aiuti tutti. Ma oggi vi offriamo un bouquet di articoli interessanti. Due sono originati da Il Fatto Quotidiano (QUI e QUI), giornale di cui non condividiamo quasi tutte le posizioni, ma che sulla guerra dimostra un buon senso che i mass media di regime sicuramente non hanno. E poi un articolo del prof. Orsini, sulla, per ora inesistente, controffensiva di primavera ucraina. Ovviamente ringraziamo tutti per la loro cortesia, e a voi auguriamo buona lettura e diffusione.
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Quando, esattamente 15 mesi fa, la Russia attaccò l’Ucraina, qualche certezza l’avevamo tutti.
Pensavamo che Kiev non c’entrasse nulla con la Nato, fuorché nella propaganda di Putin; poi la Nato intervenne cobelligerando e armando Kiev fino ai denti.
Pensavamo che il governo ucraino non c’entrasse nulla coi nazisti, fuorché nella propaganda di Putin. Poi Zelensky si portò un nazi del battaglione Azov (inquadrato nelle forze armate di Kiev) nel collegamento col Parlamento greco. E altre centinaia ne vedemmo uscire dall’acciaieria di Mariupol con i loro simpatici simboli nazisti e le loro svastiche tatuate.
Pensavamo che le nostre armi servissero per la resistenza dell’Ucraina contro gli attacchi della Russia; ora scopriamo che l’Ucraina le usa per attaccare la Russia con milizie di estrema destra che i giornaloni chiamano “partigiani russi”, ma senza spiegare perché partono dall’Ucraina e quando mai i nostri governi han dichiarato guerra alla Russia.
Pensavamo che, fra Ucraina e Russia, lo Stato terrorista fosse la Russia, come da black list della Nato e dunque dell’Ue. Poi gli ucraini hanno assassinato a Mosca Darya Dugina, figlia del filosofo Aleksandr. Poi il capo dei Servizi militari ucraini Budanov s’è vantato di “uccidere” i propagandisti russi “ovunque sulla faccia della terra fino alla vittoria”. Confermando che l’Ucraina è uno Stato terrorista che fa attentati con le nostre armi. Cosa peraltro già nota dal 2014, quando le sue forze armate assassinarono il giornalista italiano Andrea Rocchelli e il collega russo Andrej Mironov in Donbass, coperte dai depistaggi dei regimi Poroshenko-Zelensky.
Pensavamo che l’obiettivo fosse un cessate il fuoco e un negoziato per risparmiare altri morti e distruzioni; oggi basta dire “cessate il fuoco” per essere putiniani.
Pensavamo che Bakhmut fosse la Maginot degli ucraini, tant’è che in sei mesi ci han bruciato decine di migliaia di uomini e un’infinità di proiettili e armi; ora che l’esercito più potente d’Europa, armato dai 40 Stati della temibile “Nato allargata”, l’ha persa, nessuno ne parla più, come se fosse un paesucolo qualunque.
Avevamo capito che la controffensiva ucraina di primavera per riconquistare gli oblast di Lugansk, Donetsk, Kherson, Zhaporizhzhia e ovviamente la Crimea e poi trattare la resa di Putin sarebbe scattata in primavera; e ci auguriamo che arrivi in fretta, perché fra 26 giorni ci toccherà attendere la controffensiva d’estate.
Avevamo capito che la Russia sarebbe andata in default nella primavera 2022; ora leggiamo che il default lo rischiano gli Stati Uniti nella primavera 2023.
Avevamo capito che la prima vittima delle guerre è la verità. Ma forse stavolta si esagera.
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I nuovi Leonardo. “Da Vinci e il soldato fumatore Bakhmut. Come nell’Atene di Pericle, nella Roma di Plutarco e nella Rivoluzione francese dopo Valmy, l’Ucraina celebra i suoi eroi” (Bernard-Henri Lévy, Instagram, 10.9.2022)
Suicidio. “Il suicidio di massa imposto dalla Wagner per frenare gli ucraini. I russi non sfondano a Bakhmut” (Repubblica, 30.12).
Non se ne vanno. “Bakhmut non la abbandoneremo, è la nostra fortezza” (Volodymyr Zelensky, 4.2.2023).
Se ne vanno. “Ucraini pronti a lasciare Bakhmut. Ritirata strategica nelle campagne” (Lorenzo Cremonesi, Corriere, 13.2).
Sacco e Vanzetti. “L’assalto russo a Bakhmut si arena nel villaggio di Sacco e Vanzetti… Il numero di militari è insufficiente a scardinare le linee di difesa ucraine” (Gianluca Di Feo, Rep, 14.2).
Muro vivente. “Bakhmut resiste all’assalto dei russi, Zelensky: ‘È il nostro muro vivente’” (Messaggero, 16.2).
Muoiono solo russi. “A Bakhmut si lotta strada per strada: ‘I russi hanno perso 200 mila uomini’” (Stampa, 5.3).
Un trionfo. “Podolyak (consigliere di Zelensky, ndr) anticipa le prossime mosse per sconfiggere il nemico: ‘Bakhmut è un successo strategico. Fra due mesi la controffensiva’” (Stampa, 10.3).
Non può cadere. “Bakhmut, adrenalina e fango. ‘Si spara, poi via veloci prima che arrivino i russi. La porta del Donbass non può cadere’” (Cremonesi, Corriere, 11.3).
Lo sbarco di Ferrara. “Salvare Bakhmut… inviare dal cielo gli angeli sterminatori. Bisogna che un’apocalisse sacrosanta di fuoco costringa le ributtanti milizie dello stupro e dell’eccidio a fare retromarcia” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15.3).
Frenata. “‘Bakhmut, frenata russa’. Zelensky arriva al fronte” (Messaggero, 23.3). “I russi perdono slancio” (Libero, 23.3).
Controffensiva/1. “La controffensiva ucraina può arrivare a Belgorod (Russia, ndr). Kiev ammassa 80 militari vicino a Bakhmut” (Giornale, 24.3).
Senza appeal. “Bakhmut perde appeal” (manifesto, 31.3).
Strategica. “Bakhmut, il centro strategico del Donetsk” (Corriere, 4.4).
Non è tempo. “Bakhmut: lotta all’ultimo uomo. Non è ancora tempo per una ritirata strategica” (Cremonesi, che aveva annunciato la ritirata strategica il 13.2, Corriere, 9.4).
Controffensiva/2. “Arrivati i Patriot in Ucraina. Controffensiva dal 9 maggio” (Giornale, 20.4).
Controffensiva/3. “Prove di controffensiva” (Stampa, 24.4).
Controffensiva/4. “Controffensiva pronta” (Foglio, 29.4).
Controffensiva/5. “La controffensiva fa paura e i soldati russi scappano” (Messaggero, 1.5).
Ecatombe. “Ecatombe russa: 20mila morti in 5 mesi a Bakhmut e a Est” (Stampa, 3.5).
La resa. “La resa di Prigozhin” (Stampa, 6.5).
Città decisiva. “Gianluca Di Feo: il conflitto di Bakhmut sarà decisivo per la controffensiva ucraina, ma non solo… ‘La battaglia riguarda anche i giochi di potere tra Prigozhin, leader della Wagner, e Kadyrov, leader dei ceceni. Il futuro del Cremlino passa da queste città e da questi leader” (Rep, 8.5).
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Lo sbarco di Mieli. “La crepa russa a Bakhmut, parzialmente in mano ucraina, danneggia in modo irrimediabile la parata di Putin” (Paolo Mieli, Corriere, 8.5).
Controffensiva/6. “Kiev ha iniziato la fase uno della controffensiva” (Di Feo, Rep, 11.5).
Contrattacco. “Bakhmut, il contrattacco. L’esercito di Kiev avanza: liberati 2 km. Zelensky: ‘Riprenderemo tutto’” (Stampa, 11.5). “Kiev, contrattacco a Bakhmut. E Prigozhin ammette: rischiamo” (Corriere, 11.5). “Bakhmut, avanzata di Azov” (Messaggero, 11.5).
Avanzata. “Kiev avanza nel fumo di Bakhmut. I soldati ucraini parlano di ‘controffensiva difensiva’” (Corriere, 14.5).
La riprendiamo. “Il comandante Aibolit guida l’assalto ucraino alla città: ‘L’ordine di contrattaccare è arrivato il 6 maggio. Ora riprendiamo Bakhmut’” (Rep, 15.5).
Ripresi. “A Bakhmut ripresi 20 kmq” (Giornale, 17.5). “I russi perdono terreno a Bakhmut” (Domani, 17.5).
Progressi. “Bakhmut, altri progressi gialloblu” (Giornale, 18.5).
Riavanzata. “Gli ucraini avanzano a Bakhmut” (Corriere, 19.5). “Gli ucraini avanzano a Bakhmut” (manifesto, 19.5).
Perde. “Bakhmut, l’Armata rossa perde altre posizioni. L’arma segreta è del 1986. Guadagnati 2 km grazie a un obice datato” (Giornale, 19.5).
La fine. “Bakhmut è soltanto nei nostri cuori” (Zelensky si arrende all’evidenza: Bakhmut conquistata dai russi, 21.5).
Ma è inutile. “Bakhmut, la città ormai è caduta, ma rischia di rivelarsi un inutile trofeo di Putin” (Daniele Raineri, Repubblica, 21.5). “Bakhmut ai russi, ma non possono spostarsi (e Zelensky dice che sono soltanto macerie)” (Corriere, 21.5).
Anzi dannosa. “La conquista delle macerie”, “Bakhmut è una trappola? Perché per i russi la conquista della città può essere uno svantaggio” (Corriere, 22.5). “Bakhmut, gli ucraini circondano i russi per la controffensiva” (Raineri, Rep, 22.5). Ah ecco: li hanno lasciati vincere per metterli in trappola. E poi l’uva era acerba.
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Zelensky frena. Dice che la controffensiva, lanciata adesso, provocherebbe la morte di un numero troppo grande di soldati ucraini. La verità è questa: per costruire consensi intorno alle politiche totalmente fallimentari di Biden, l'informazione in Italia sulla politica internazionale, che è completamente corrotta, ha indotto a credere che Zelensky avrebbe condotto una controffensiva talmente spaventosa da causare il collasso completo e definitivo di tutto l'apparato bellico della Russia. I punti che voglio toccare sono tre. Il primo è che i russi non vedono l'ora che la controffensiva abbia inizio dal momento che le posizioni si ribalterebbero: gli ucraini ad attaccare e i russi a difendere. Ricorriamo alla ragione critica. Se i soldati ucraini caduti sotto l'assalto dei russi sono moltissimi, figuriamoci quanti potrebbero essere i caduti ucraini se i russi si limitassero a trincerarsi per difendersi. Riuscite a immaginarlo? Chiudete gli occhi e immaginate per un istante gli ucraini all'assalto di Mariupol o Melitopol con lo stesso impeto dei russi a Bakhmut.
Che cosa accadrebbe?
Accadrebbe che i russi li prenderebbero a cannonate da ogni dove con il controllo dei cieli e giù con i missili a profusione.
Quanto al punto due e al punto tre, non posso proseguire altrimenti il post viene troppo lungo. Spero di parlarne presto in un video su youtube.
I media italiani, se parliamo di politica internazionale, sono quanto di più corrotto esista al mondo. Fingono di fare informazione. In realtà fanno propaganda per la Nato. Ogni tanto mettono dentro questo o quel ricercatore con qualche titolo nel sottopancia che legge un foglietto scritto fuori dall'Italia. A me vogliono chiudere la bocca a suon di insulti perché tutte le volte che la apro rendo evidente che sono dei super-corrotti.
Vi lascio con una domanda: secondo voi, all'Ucraina ha fatto bene o ha fatto male la politica di Biden dell'ingresso nella Nato e del muro contro muro/zero diplomazia? Voglio dire, guardiamo il Paese, guardiamo le città rase al suolo, guardiamo quel che Zelensky dice oggi sulla controffensiva, a voi sembra che le politiche del blocco occidentale abbiano causato il bene o il male dell'Ucraina?
Io l'avevo detto e avevo avvisato dei pericoli gravissimi per l'Ucraina persino in Senato, il 3 dicembre 2018. Certo che sono un amico degli ucraini, lo sono sempre stato.
Il blocco occidentale, inteso come organizzazione politico-militare, è questo: violenza, sopraffazione, guerre illegali, cinismo inumano, disprezzo per la vita umana, massacro di intere popolazioni civili, razzismo e distruzione di popoli e civiltà per pura sete di potere.
Avanzi l'Italia, avanzi la pace...!
Risorga il movimento pacifista!.
Alessandro Orsini
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