“Melona ha le palle, ci mette la faccia, è fiera” (Cit.)
Il commento dell’avvocato Fusillo:
l governo ha approvato il DL 51/2023 che all’art. 3, comma 6, prevede la proroga del termine per il pagamento delle cosiddette “multe over 50” (che riguardano anche le altre categorie obbligate all’inoculazione del siero Covid-19, come gli operatori sanitari) fino al 30 giugno 2024. La proroga riguarda tutte le attività e tutti i termini connessi alla notifica degli avvisi di addebito come abbiamo già spiegato con riferimento alla precedente proroga (sul canale e su YouTube la questione è stata trattata ampiamente).
La pochezza (eufemismo) del governo trova ulteriore conferma. Nonostante le promesse di annullare le multe il governo vivacchia di rinvio in rinvio dimostrando l’arroganza e la mancanza di rispetto che caratterizza tutta l’attività politica.
Agli effetti pratici non cambia nulla: non occorre fare niente fino al 30 giugno 2024.
Il termine per pagare le multe slitta al 29 agosto 2024. Se per quella data le multe ancora saranno in vigore ci sarà modo e tempo per impugnarle con il mezzo processuale corretto e cioè l’opposizione ex art. 615 c.p.c., a partire dal 1° luglio 2024.
Fino al 29 agosto 2024 non può iniziare l’esecuzione forzata e l’importo delle multe non cambia e resta di 100 euro.
Nel frattempo, non occorre pagare e, anzi, è un grave errore farlo. Una delle ragioni per cui il governo non sa come risolvere la questione è proprio il problema di quelli che si sono inutilmente affrettati a pagare. Se le multe saranno annullate avranno diritto al rimborso e questo mette in crisi i patri governanti, sempre molto lesti a intascare i soldi dei cittadini, ma restii a rimborsare il maltolto.
In questi mesi alcune persone hanno impugnato gli avvisi di addebito sebbene fosse un’iniziativa del tutto inutile. In quasi tutte le ipotesi le sentenze sono irrilevanti perché pronunciate contro un soggetto (il Ministero della Salute) che non è il destinatario corretto delle impugnazioni e perché fondate sulla mancata comparizione in giudizio del Ministero stesso. Solo in alcuni casi il processo si è svolto anche contro AdER e sono stati pubblicati degli annullamenti efficaci anche nei confronti del soggetto legittimato.
La fretta di anticipare le azioni giudiziarie è stata cattiva consigliera. A fronte di alcuni successi, dei quali ovviamente non c’è che da rallegrarsi, c’è il rischio concreto che l’amministrazione ricorra in appello con la necessità, a quel punto, di spendere soldi per un avvocato. Attendiamo, quindi, gli sviluppi senza avventurarci in azioni che potrebbero rivelarsi controproducenti.
Avv. Alessandro Fusillo
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