La tanto temuta recessione tedesca alla fine è arrivata. Un po’ a sorpresa, visto che è frutto di una revisione del dato sul prodotto interno lordo del primo trimestre del 2023 che inizialmente era stato stimato con crescita zero. Invece l’ufficio tedesco di statistica ha oggi aggiornato la cifra a – 0,3%. Anno su anno il ribasso è dello 0,5%. La flessione segue quella dello 0,5% degli ultimi tre mesi del 2022 e tecnicamente, quando si registrano due trimestri consecutivi con il segno meno, si parla di recessione. Il calo è per di più piuttosto anomalo nel panorama economico europeo di cui la Germania è il peso massimo.

 Nella prima parte del 2023 l’area euro è cresciuta dello 0,1% con l’Italia che ha segnato un + 0,5%. Per l’intero 2023 il Fondo monetario internazionale prevede un Pil tedesco lievemente negativo (- 0,1%) mentre nel 2024 dovrebbe rivedersi il segno più (+ 1,1%).

Negli ultimi giorni sono arrivati una serie di dati negativi che non lasciano ben sperare per un pronto recupero nel secondo trimestre dell’anno. In particolare l’indice Pmi manifatturiero (in sostanza un termometro dell’attività industriale) è risultato al di sotto delle attese. Così come l’export di aprile calato del 5,7% su marzo. La Germania paga più di altri paesi la crisi energetica con la Russia da cui era fortemente dipendente per le sue forniture così come il complicarsi delle relazioni con la Cina, paese con cui Berlino ha stretti legami commerciali. Ma ci sono anche problemi di domanda interna. “La prudenza delle famiglie ad acquistare è emersa in vari settori”, ha affermato Destatis spiegando che “Le famiglie hanno speso meno per cibo e bevande, abbigliamento e calzature oltre che per l’arredamento“. Hanno anche acquistato meno auto elettriche poiché gli incentivi sono stati ridotti. Come tutte le economie della zona euro, anche quella tedesca è alle prese con i contraccolpi dell’aumento dei tassi di interesse che tende a frenare la crescita con l’obiettivo di contrastare l’inflazione. A cascata il rallentamento tedesco potrebbe riverberarsi su tutta l’Europa, Italia in testa visto che l’apparato industriale del Nord Italia è fortemente integrato con quello della Germania.

“Se la Germania non cresce non è una buona notizia per l’Europa. Sappiamo che l’economia tedesca si riprenderà nei prossimi mesi e quindi non darei troppa importanza alle recessioni tecniche”, commenta il commissario europeo agli affari Economici, Paolo Gentiloni, dal Festival dell’Economia di Trento. “Ci sono – ha aggiunto – diversi livelli di crescita. L’Italia, ad esempio, ha avuto dei buoni livelli di crescita negli ultimi tre anni e conserva anche della crescita per quest’anno. La manifattura italiana è molto legata a quella tedesca e quindi la situazione in Germania può influire anche nel nostro Paese. E comunque, come italiani, non dobbiamo certo rallegrarci di un rallentamento della Germania”.---