La stessa ambasciata iraniana a Roma ha risposto con questa dichiarazione.
Uno strumento di intimidazione nei confronti degli iraniani d’Italia che manifestano all’esterno, secondo il PD. Peccato, però, che la telecamera sia presente almeno dal 2011 e ha dunque poco a che vedere con le proteste di quest’ultimo anno contro gli ayatollah e con la conseguente dura repressione in Iran.
PD: “Telecamera sopra una forca, intervenga il governo!”
A lanciare l’allarme era stato l’esponente PD Lia Quartapelle, che ha pubblicato la foto della telecamera sulla presunta forca con questa dichiarazione:
Gli ha fatto eco il suo compagno di partito Filippo Sensi, che ha chiesto con tono imperativo di “convocare subito l’ambasciatore” e di “manifestare”. Per il senatore PD si tratta infatti di un “intollerabile oltraggio. Questo orrore non è sopportabile”.
Completa il trio degli indignati PD il vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno che ha definito quella dell’Iran come “una provocazione inaudita che rispediamo al mittente con determinazione”, chiedendo infine l’immancabile convocazione dell’ambasciatore.
Telecamera presente dal 2011 e risposta dell’ambasciata
A smentire i tre esponenti del PD ci pensa però Google Street View, il programma che mette a disposizione le fotografie delle strade di buona parte delle città nel mondo.
L’ambasciata iraniana a Roma si trova in via Nomentana 361. La foto più recente risale all’agosto del 2022 e la famosa “forca” con telecamera è già presente ma andando ancora più a ritroso nel tempo la struttura è lì fin dal 2011.
Sono passati dunque 12 anni, quindi ben prima delle proteste degli iraniani nel loro Paese e all’estero contro chi detiene il potere in Iran e che si sono accese particolarmente dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, che era stata arrestata dalla polizia morale perché non avrebbe indossato correttamente il velo e che ha perso la vita mentre era sotto la custodia delle autorità.
Sarebbe bastata una verifica da parte degli esponenti del PD prima di fiondarsi sui social attaccando l’Iran su un argomentazione debole e che ha solo fatto rimediare una figuraccia a politici che, questa sì che non è una questione di poco conto, occupano dei ruoli di peso per le relazioni tra l’Italia e il mondo.
Quartapelle recidiva
Non contenta della brutta figura rimediata, Lia Quartapelle ha pensato bene di scrivere un altro post in cui si rivolge all’ambasciata iraniana: “Fanno finta di non capire – scrive il deputato PD – che l’orrore di quella foto nasce dal fatto che in Iran ogni settimana ci sono giovani dimostranti che vengono impiccati sulle forche”.
Qui sembra che l’unica a non capire sia proprio Quartapelle che attacca l’ambasciata iraniana per una telecamera piazzata in alto per motivi di sicurezza fin dal 2011 e che dunque non è legata a quanto sta accadendo in Iran in questi mesi.
Peraltro qualsiasi ambasciata è piena di telecamere, compresa quella ucraina, ma quella dell’Iran si troverebbe su una forca per lanciare un messaggio, secondo il PD.
Del resto Quartapelle ricoprirà anche un ruolo rilevante e sarà ricercatrice del noto Istituto per gli studi di politica internazionale, ma non è nuova a gaffes sui social. Nel giugno del 2022 aveva elogiato il Roma Pride, manifestazione per i diritti omosessuali, dicendo che i partecipanti fossero 900.000 invece di 90.000. E tra le foto dell’evento ne pubblicò una di una manifestazione avvenuta in Israele.
E che dire del Meccanismo Europeo di Stabilità, su cui Quartapelle quando era all’opposizione aveva detto: “Penalizzerebbe il Paese”, per poi cambiare idea. Ma se questo accomuna un po’ tutti i politici, il vero problema è che poi questi esponenti occupano ruoli di vertice nonostante la palese impreparazione, influendo sulle relazioni internazionali dell’Italia.
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