Dopo la sonora sconfitta del centrosinistra alle elezioni comunali, a suonare la carica arriva Fausto Bertinotti. Secondo l’ex presidente della Camera nonché ex leader di Rifondazione Comunista, il fronte progressista dovrebbe seguire il “modello francese”. Ovvero puntare sulle piazze.
«Qui va peggio che a Madrid. In Spagna una semplice battuta d’arresto, dovuta a un fenomeno globale e incontrollabile» ha spiegato ieri Bertinotti al quotidiano L’Identità. «In Italia, invece, la sinistra non esiste. Bisogna ripartire da capo. Sono sbagliate le ipotesi revisionistiche. Se l’alternativa tarda ad arrivare, occorre passare subito alla rivolta. Altrimenti rischiamo di essere battuti dai mostri del nuovo millennio».
Da qui la citazione dell’esempio francese. «Si può perdere nelle urne e vincere nelle piazze o viceversa. Macron, ad esempio, è riuscito a spuntarla nei seggi, ma per due mesi Parigi è stata sotto assedio». Roghi nelle strade, scontri con la polizia, barricate, stop alla raccolta dei rifiuti per protestare contro la riforma delle pensioni che alza di due anni l’età del ritiro. La strada, dunque, è tracciata. Secondo Bertinotti, a sinistra «qualcosa si è spezzato nel rapporto tra il popolo e la rappresentanza politica. Ci sono delle ragioni profonde di destrutturazione delle culture popolari e di penetrazione di quelle delle paure. Serpeggia, sottotraccia in forme diverse, una destra populista e reazionaria. La cultura estrema del rancore viene vista come la soluzione con cui cancellare l'inquietudine, scaricandola appunto contro il nemico interno».
Aggiunge l’ex presidente della Camera: «In Spagna la sinistra perde, ma non scompare. In Italia, invece, non esiste. Questa è la differenza basilare. Bisogna ricominciare da capo. Fino a che non ci sarà una vera alternativa si continuerà a ballare. In attesa dell’alternativa, vale la rivolta, come quella nella recentissima stagione francese».
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